Se Kurz “sfratta” George Soros dall’Austria




Sebastian Kurz, il neoeletto cancelliere austriaco, avrebbe dato 28 giorni a Soros per cessare quelle attività di Open Society in Austria ritenute atte a “tentare di minare la democrazia della nazione”.
La decisione sarebbe stata successiva alla notizia della donazone di 18 milioni di dollari del magnate ungherese alla Open Society. L’alternativa, si legge qui, sarebbe quella di “andare in contro ad una azione legale”.
YourNewswire, un portale d’informazione indipendente, ha svelato che il trentunenne Kurz, parlando ai suoi colleghi, avrebbe messo l’accento sull’urgenza di questo intervento. Il più giovane cancelliere della storia austriaca, dunque, non vorrebbe che la fondazione di Soros operasse all’interno dei confini nazionali e avrebbe dichiarato, secondo i virgolettati riportati da Money.it: “Soros sta versando tutto ciò che ha dietro alla sua spinta per (ottenere) il controllo mondiale. La disinformazione e la manipolazione dei media sono già aumentate esponenzialmente durante la notte – prosegue il cancelliere austriaco – “Non abbiamo spazio per la compiacenza”.
E ancora, rispondendo ad una domanda sul perché di questa sua direttiva, avrebbe detto: “Perché è il 2017”. Poi, infine, la sottolineatura del motivo alla base della scelta: “Lo spettro di Soros è la sfida più grande che l’umanità affronta nel mondo nel 2017. È un grande calamaro vampiro avvolto attorno al volto dell’umanità, che inserisce inesorabilmente il suo imbuto di sangue in qualsiasi cosa che odori di denaro, usando questi soldi per corrompere politici, giornalisti e il settore pubblico, tentando di creare il mondo alla sua immagine – chiosa Kurz – “Il popolo austriaco ha rifiutato il Nuovo Ordine Mondiale ed è mio dovere e mio privilegio difendere la sua volontà”. Accuse fortissime, quindi, che nel caso venissero confermate non lascerebbero scampo all’immaginazione.
Le differenze tra quanto promosso da Kurz in materia d’immigrazione e la teorizzazione della società aperta sposata da Soros, del resto, sono evidenti. Il cancelliere austriaco ha contribuito alla chiusura della rotta balcanica nel settembre del 2016 e con la sua vittoria politica si è riaperto anche il nodo riguardante il Brennero. Open Society, invece, è rinomatamente su posizioni opposte.
di Francesco Boezi
Fonte: http://www.ilgiornale.it

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