Uno dei comandamenti dice di non nominare il nome di Dio invano. Ora Gesù è Dio. E Dio, per quanto si rigiri la frittata nella padella, in una striscia ironico-umoristica-demitizzante-secolarizzante-deellenizzante non ci sta.

Hello Jesus di Avvenire proprio non mi va giù




Ho provato e riprovato, ma dopo alcuni mesi dalla sua introduzione devo dire che la striscia di Staino su Avvenire proprio non mi va giù. Uno dei comandamenti dice di non nominare il nome di Dio invano. Ora Gesù è Dio. E Dio, per quanto si rigiri la frittata nella padella, in una striscia ironico-umoristica-demitizzante-secolarizzante-deellenizzante non ci sta. Gli Ebrei non raffigurano mai Dio, i cattolici invece sì e per questo ci sono validissimi motivi teologici. Ma tra raffigurare Cristo e farne oggetto di una striscia domenicale sul quotidiano cattolico ce ne passa. Quando scoppiò la faccenda delle violente proteste dei musulmani per le vignette raffiguranti Maometto, gli osservatori più equilibrati condannarono le violenze ma stigmatizzarono anche la spregiudicatezza del giornale Charlie Hebdo che le aveva pubblicate: era una irrispettosa entrata a gamba tesa nel campo religioso.
Hello Jesus è ogni volta un pugno nello stomaco. E’ come se Bobo si fosse insinuato nella casa di Nazareth o come se San Giuseppe fosse diventato Bobo. Gesù con il Black Decker in mano poi non lo si riesce a sopportare. Si aggiunga che l’autore – Staino – rimane Staino ed è stato incaricato della striscia proprio in quanto Staino. Ne deriva che la striscia è spesso ideologica, appiattita su una visione di parte dei problemi di oggi che si vorrebbe fare rimbalzare nelle vignette sulla Sacra Famiglia. Potremmo dire anche strumentale: si fa dire a Gesù quello che Staino pensa dei problemi di oggi. Quanto all’aspetto dell’ironia o del sano sarcasmo, a me sembra piuttosto deficitario. Del resto non riesco a sghignazzare davanti alle caricature di nostro Signore.
Il fatto principale è che la striscia Hello Jesus viene pubblicata la domenica sul giornale dei Vescovi italiani. Come tutti vediamo, il processo di secolarizzazione della vita religiosa è piuttosto avanzato. Non siamo in un’epoca di slancio spirituale, di grandi numeri nelle vocazioni, di saldezza dottrinale, di massivi accostamenti ai sacramenti. Anzi attraversiamo un periodo in cui il sacro viene desacralizzato, anche e non solo con i pranzi e le pizze nelle chiese. In questo numero di Vita Nuova pubblichiamo la pressante richiesta del cardinale Sarah di prendere la Comunione sulla lingua e in ginocchio. In questa situazione ci si chiede perché sia stata affidata questa striscia settimanale ad un autore dichiaratamente non credente, che da poco ha lasciato la direzione di un giornale ideologico come “L’Unità” e che ridicolizza Gesù Cristo. Misteri di questo nostro strano tempo.

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