Nessuno ha fatto nemmeno il più timido accenno al grande dramma dell’aborto legale, che è la principale efferata violenza sia sui bambini che sulle donne.

Giornata dell’Infanzia e contro il Femminicidio: il buco nero di cui nessuno parla




Il 20 novembre scorso si è tenuta la Giornata dell’Infanzia e sabato 26 novembre si la Giornata contro la violenza sulle donne. Due manifestazioni con un enorme buco nero: nessuno ha fatto nemmeno il più timido accenno al grande dramma dell’aborto legale, che è la principale efferata violenza sia sui bambini che sulle donne.

Sulla Giornata dell’Infanzia abbiamo letto i tristissimi dati dell’Unicef: i bambini morti per cause prevedibili, quelli in situazioni di povertà assoluta. Dati drammatici. Ma perché nessuno ha dato i dati di quelli uccisi mentre erano ancora nel ventre della madre? “Bimbi senza diritti” era lo slogan più presente sui giornali e il Presidente Mattarella ha detto” Dobbiamo offrire loro un futuro”. Intendeva dire a quelli nati, perché a quelli a cui è stato impedito di nascere non è possibile offrire nessun futuro per definizione. Nemmeno il giornale Avvenire che al tema ha dedicato una pagina, ha accennato al grande buco nero dell’aborto. Del resto, se molti cattolici alle recenti elezioni americane erano pronti a tifare Clinton, che voleva portare il diritto all’aborto fino al nono mese di gravidanza – purtroppo sappiamo tutti come avviene un aborto al nono mese di gravidanza con il binbo tagliato a pezzi e liquefatto – non c’è molto da sperare.

Sulla Giornata contro la violenza sulle Donne, situazione tragica pure questa, nessuno ha detto che la più grande violenza che esse fanno a se stesse o che la pressione altrui fa contro di loro è l’aborto. La violenza sulle donne è inaccettabile, ma non ci sono dubbi che il tema viene cavalcato in modo da nasconderne la reale portata. Come ha ben chiarito Giuliano Guzzo su La Verità del 26 novembre, il fenomeno del femminicidio è in calo, l’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi europei per questo fenomeno e nessuno parla della violenza sugli uomini, tanto che da noi i Centri antiviolenza sono rivolti solo alle donne. Fa parte di questo modo non corretto di presentare il problema sia la critica contro la famiglia come se le principali violenze contro le donne avvenissero in famiglia e non, invece, a causa della disgregazione della famiglia, sia il silenzio sulla violenza dell’aborto che è anche una violenza sulla donna. 

Sull’abominevole delitto dell’aborto si tace e con esso ormai si convive. Nell’annuario statistico della Regione Friuli Venezia Giulia che abbiamo già presentato su Vita Nuova on line non ci sono i dati sulla Interruzione Volontaria della Gravidanza. .

Ma ciò che rattrista di più è il silenzio degli uomini di Chiesa che anche in queste due occasioni – la Giornata dell’Infanzia e quella sulla violenza contro le donne – non ha parlato del problema. A maggior ragione una lode va riservata a chi ne parla, come a fatto l’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi, Vescovo di Trieste, il 21 novembre scorso alla Festa della Madonna della Salute, quando, tra gli esempi di un mondo che ha le mani “insanguinate”, ha anche citato “l’uccisione dei bambini nel seno materno”.

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