La celebrazione in diocesi della Giornata per la Vita Consacrata ha avuto due momenti. Lunedì 2 febbraio, in Cattedrale, la Vita consacrata è stata celebrata all’interno della Candelora, ossia della Festa della Presentazione di Gesù al tempio (la foto di Andrea Lasorte si riferisce a questo evento). Il giorno precedente, domenica 1 febbraio, la Vita consacrata è stata al centro della celebrazione vera e propria della Giornata che si è tenuta nella chiesa della parrocchia di Santa Maria del Carmelo a Gretta.
In questa occasione il Vescovo ha incentrato l’intero suo intervento proprio sulla Vita Consacrata. Egli ha ricordato che il Santo Padre Francesco ha assegnato a questo Anno della Vita Consacrata tre impegnativi obiettivi: guardare il passato con gratitudine; vivere il presente con passione; abbracciare il futuro con speranza. “Sono tre obiettivi – ha detto il Vescovo – di ampio respiro spirituale che richiamano tutta la Chiesa a ritrovare quell’elemento fondamentale che dà senso e spessore al trascorrere del tempio ecclesiale”. Qual è questo elemento fondamentale? La risposta l’ha data il Papa: “Per i Fondatori e le Fondatrici la regola in assoluto è stata il Vangelo, ogni altra regola voleva essere soltanto espressione del Vangelo e strumento per viverlo in pienezza. Il loro ideale era Cristo, aderire a lui interamente, fino a poter dire con Paolo: «Per me il vivere è Cristo».
Quella di Papa Francesco – ha aggiunto il Vescovo – è la prospettiva del Concilio Vaticano II che per descrivere la sequela di Cristo utilizza una serie di avverbi e di aggettivi che vale la pena di ricordare. Così la sequela di Cristo, tipica della vita consacrata, è descritta come letterale, radicale, più stretta, più libera, di forma totale, esclusiva, unica, piena, assorbente, massima, senza riserve, più somigliante allo stesso Cristo”.
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