Papa Francesco ha parlato del tradimento della fedeltà a Dio per venire a patti con il mondo. È lo spirito del progressismo adolescenziale di tanti cattolici, disposti all'apostasia pur di intercettare il "nuovo".

Il falso «progressismo adolescente»




Pensiero unico, egemonia dell’uniformità, falso progressismo, radice perversa della mondanità: ne ha parlato lo scorso 18 novembre Papa Francesco, nella consueta Meditazione alla Domus Sanctae Marthae. E ne ha parlato senza ambiguità, con toni schietti, precisi.

Sullo sfondo «una delle pagine più tristi nella Bibbia» e cioè il completo cedimento d’Israele al mondo, al suo spirito perverso, totalitario. Secondo secolo avanti Cristo: Antioco IV Epifane, «radice perversa» dei seleucidi – dei discendenti di Seleuco, dominatore del Medioriente – impone l’ellenizzazione anche ai giudei, dopo che alcuni di loro, «uomini scellerati», avevano richiesto al re di aderire al suo piano di massificazione totale del mondo conosciuto.

E dunque si stabilì, in Israele, il disprezzo della santa alleanza con Dio, della tradizione, delle usanze tramandate. Antioco ordinò la costruzione di un ginnasio a Gerusalemme e «prescrisse, in tutto il suo regno, che tutti formassero un solo popolo», senza più distinzione alcuna di rito o religione. Fu insediata una liturgia pagana e «molti Israeliti accettarono il suo culto [di Antioco], sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato» (1 Mac 1, 10-15.41-43.54-57.62-64).

Oggi come allora – osserva il Santo Padre – un’«insidia» percorre il mondo, ossia la vecchia e moderna «globalizzazione dell’uniformità egemonica», frutto del «pensiero unico» e in nome di un «progressismo adolescenziale», ingenuo, che rinnega la tradizione sacra nell’illusione di un futuro radioso. È lo «spirito del mondo», dal quale molti sono sedotti, per cui se ne vanno «entusiasti» a negoziare non si sa bene quali alleanze con i novelli padroni del globo. Ma questa gente – dice il Papa – «non ha negoziato abitudini», ma «ha negoziato la fedeltà al Dio sempre fedele»: e questo modo di fare «si chiama apostasia».

Non sono frequentissime, in questi ultimi decenni, parole tanto esplicite da parte di un Pontefice, circa l’illusione progressista di piacere ad ogni costo al mondo secolarizzato. «Non ci chiudiamo. Siamo progressisti», essi dicono, assumendo in tutto usi e costumi degli idolatri. Ebbene – afferma Papa Francesco – questa prassi è chiamata «adulterio» dai profeti e Gesù, riferendosi a costoro, parla di «popolo adultero», ovvero di «“generazione adultera e malvagia”, che negozia una cosa essenziale al proprio essere»: «la fedeltà al Signore».

Certamente il Signore perdona i peccatori, perché è sempre fedele a se stesso, ma solo dopo che noi avremo abbandonato il «cammino segnato dallo spirito del mondo, dal principe di questo mondo» – dal diavolo – che è sempre un cammino d’infedeltà.

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