Tutte le sfumature di Viola Valentino




“Comprami, io sono in vendita e non mi credere irragiungibile”

Virginia Maria Minnetti, in arte Viola Valentino, ha avuto il picco di celebrità con la canzone: “Comprami” del 1979, che ha raggiunto mezzo milioni di dischi venduti. Quel brano è stato vituperato dal mondo femminista, che ha colto nel testo un inno alla prostituzione femminile: “Comprami, io sono in vendita e non mi credere irraggiungibile…”. La cantante di origini comasche ha sempre obiettato che quel pezzo era stato pensato come una lusinga al mondo maschile, affinché impiegasse gesti, sguardi, parole per conquistare l’universo femminile: “Una parola, un gesto, una poesia mi basta per venir via”. Con quel suo timbro da contralto e con quella sua voce suadente, Viola Valentino ha interpretato un modello sexy in voga in quegli anni, fatto di frasi sussurrate intervallate da accattivanti motivetti canticchiati: “Felicità è una canzone pazza che cantare mi va, una musica che prende e che ballare mi fa”. Sposata (e poi separata) con Riccardo Fogli, cantante del celebre complesso dei Pooh, Viola ha avuto un discreto successo anche come attrice e come modella. Approfittando della sua avvenenza, ha interpretato alcune canzoni d’amore come: “I dieci comandamenti dell’amore”, “Romantici” (presentata al Festival di Sanremo del 1982), “Sei una bomba” (proposta al Festivalbar e al Cantagiro del 1980). Sempre a Sanremo ha cantato: “Arriva arriva”, brano più riflessivo rispetto alla produzione precedente, con il quale ha espresso il senso di melanconia che sembra pervadere la vita in alcuni frangenti: “Arriva arriva la malinconia, ti dice, fingendo, mi chiamo allegria. Come una lama nascosta nel buio, la senti, ti chiama, è oltre quel muro…”. Ancora nel 1986, assieme a Pamela Prati e a Fabrizia Carminati, accentuando le movenze femminine ed avvalendosi della bellezza dei corpi, interpretava in tv “Le volpi della notte”, ispirandosi alle celeberrime Charlie’s Angels. Viola Valentino, già dalla scelta del nome artistico ambiguo (Viola è un nome di donna, ma è anche un fiore, uno strumento musicale, un colore e Valentino è un nome maschile legato alla fashion e all’icona del latin lover) ha tracciato un itinerario che l’ha condotta nel 2014 al brano: “Tutte le sfumature di viola” , alludendo al libro e film erotico quasi omonimo. Precedentemente un suo brano: “Domani è un altro giorno” è stato promosso dall’Arcigay quale inno ufficiale del Gay Pride del 2011. Quella canzone ed ancor più la videoclip hanno raccontato la storia di un ragazzo gay attaccato e picchiato, diventando il manifesto della lotta contro l’omofobia: “E ora dimmi se poi siamo così diversi, ora sento i pugni tuoi…Alzo gli occhi al cielo e sono tutto intero, domani è un altro giorno e si vedrà”. Viola Valentino ha così manifestato quello che reputa il suo impegno per il sociale: “Un grido di denuncia e preghiera di speranza affinché nel nostro Paese le cose cambino”. Ritenendosi, secondo le sue testuali parole: “Una Robin Hood in gonnella in difesa degli emarginati”, si è mobilitata a favore del mondo omosessuale e delle donne, raccontando nell’album: “I tacchi di Giada”, storie di violenza, di dolore e di sopraffazione subite dalle donne stesse. Cantando si impara con Viola Valentino a cogliere nelle sfumature le ambiguità dell’amore, che vanno dall’icona sexy della gioventù al farsi paladina dei presunti soprusi, sia etero che omosessuali. Anche nel linguaggio, spesso crudo e un po’ volgare, dagli ammiccamenti e dai doppi sensi contenuti in alcune sue canzoni, come ad esempio: “Non dimenticare mai”si può evincere un senso di frustrazione e di infelicità: “Puttana la noia e la colpa che porta ad amare, a distruggermi poco alla volta; puttana la notte che penso che è solo colpa mia”. Come ha espressamente e ripetutamente detto, Viola Valentino è rimasta vittima della sua stessa ambiguità: “Con “Comprami”sono diventata prigioniera”.

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