Aveva ragione Francesco Russo a dire che Cosolini avrebbe perso contro Dipiazza? Al secondo turno tutto può cambiare, però il distacco di dieci punti è per Cosolini, comunque vadano le cose, uno smacco politico.

Trieste: al primo turno 10 punti di distacco tra Dipiazza e Cosolini. Una nostra analisi del voto




Vuoi vedere che aveva ragione Francesco Russo? Aveva detto che un suo sondaggio diceva che Cosolini di fronte a Dipiazza avrebbe perso. Quindi aveva proposto se stesso al posto del sindaco Roberto. Era stato considerato un avventuriero e un sabotatore. Si era arrivati a dire che cercava una sua nuova collocazione dopo che il suo riferimento politico nazionale, ossia Enrico Letta, aveva lasciato e dato che la legislatura fra due anni sarebbe finita. Nel PD triestino si erano tenute le primarie. Il Partito – dalla Serracchiani alla Grim – si era compattato a fianco di “Roberto” (Cosolini) e il candidato sindaco è stato alla fine lui. Però ora, con quei 10 punti di distacco da Dipiazza, emerge che forse aveva ragione Russo.

Il fatto è che il Partito Democratico in questo periodo manca di umiltà. Detto in altre parole: si fa troppo arrogante. I cinque anni di Cosolini sono stati oggettivamente mediocri. Mediocrità che non può essere cancellata o addirittura trasformata in efficienza dalla sdemanializzazione del Porto Vecchio avvenuta al 90mo minuto, né dalla firma di Renzi del protocollo per avere i 50 milioni del Cipe avvenuta non a caso sotto i riflettori pochi giorni prima delle elezioni. Umiltà vuol dire parlare sinceramente al cuore dei cittadini, dire loro le cose vere, quello che si è fatto e quello che non si è potuto fare, ma senza difese ad oltranza. Prendiamo una cosa solo apparentemente marginale: intervistato da Vita Nuova prima delle elezioni, il sindaco Cosolini ha ancora avuto il coraggio di dire che il “Gioco del Rispetto” era solo educazione alla tolleranza. Dopo due anni di mobilitazione dei genitori, di interventi di specialisti, di analisi dettagliata del progetto, di documentazione seria e approfondita fornita anche da Vita Nuova ma non solo… almeno dire che si farà esaminare il progetto da una qualche commissione … e intanto tirare avanti. Nemmeno quello!

Lo stesso dicasi a livello nazionale. Il comportamento di Renzi sulla Cirinnà è stato inaudito e ha attirato l’opposizione perfino dei Grillini. Il premier ha semplicemente congelato il Parlamento. E che dire sul referendum costituzionale di ottobre? O con me o contro di me: una personalizzazione politica di un problema costituzionale assolutamente desueta. Una riforma costituzionale su misura per lui, redatta dalla sua fida amica Elena Boschi. Massimo Cacciari ha detto: “ha fatto riformare la Costituzione alla Boschi!”, intendendo un bell’atto di arroganza. Renzi ha senz’altro i suoi dalla sua parte, ma tutti gli altri gli sono contro, perfino dentro il PD. Il suo candidato a Roma ha superato di poco la Meloni. L’altro suo candidato a Milano – mi sembra che si tratti di un certo Sala – va ad un ballottaggio risicato con un centro-destra che si dava per decomposto. A Trieste va sotto di dieci punti ad un centro-destra che si è unito attorno al suo candidato Dipiazza – un “ritorno” – solo poco tempo fa.

Gira per il Paese l’impressione che il PD sia in mano ad un uomo solo e alla sua cerchia ristretta, rappresentata a Trieste in primis da Serracchiani e Rosato. Che quest’uomo solo voglia modificare la Costituzione per sé, che con la scusa di sbloccare gli immobilismi del passato pratichi un decisionismo eccessivo, che non rispetti molto le esigenze della partecipazione e della democrazia e che … a fronte di tutto ciò non produca risultati molto apprezzabili.

Il primo turno è solo il primo turno. Al secondo turno i giochi vengono rifatti da capo. Nessuna rendita di posizione per Dipiazza a Trieste. Certo che se un centro destra privo di Rosolen-Bandelli (a proposito, alla fine hanno preso pochino, solo il 2,7 per cento), raccolto dall’’Officina” attorno a Dipiazza all’ultimo minuto è riuscito a dare 10 punti a chi usciva da cinque anni di visibilità istituzionale e mediatica, lo smacco politico per Cosolini c’è tutto. Indipendentemente da come andrà poi il ballottaggio. A questo proposito molto dipenderà da chi ha votato 5 Stelle (quasi il 20 per cento degli elettori, non è poco) e da chi non è andato a votare. Se Dipiazza si concentra al recupero di questi due serbatoi elettorali – sfruttando l’elemento politico dell’arroganza di cui ho detto sopra a cui anche i Grillini sono molto sensibili – ce la può fare. Altrimenti si vedrà.

Stefano Fontana

Una risposta a “Trieste: al primo turno 10 punti di distacco tra Dipiazza e Cosolini. Una nostra analisi del voto”

  1. Alberto ha detto:

    Spero che un giornalista vi Vita Nuova sia stato presente al comizio di Sgarbi durante il quale Di Piazza applaudiva al turpiloquio dell’oratore. Se non era d’accordo doveva interroperlo e manifestare il suo moderatismo come dice don Malnati ! Così non è stato e intanto il candidato sindaco si dice favorevole alla famiglia tradizionale e ai valori non negoziabili!!

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