Se il Nuovo Centro Destra non esce dal governo ora per bloccare il disegno di legge Cirinnà, taglia i ponti col suo elettorato - ammesso che in Italia la cosa abbia ancora un peso - e si diluirà nel "partito della nazione" dove ci potranno essere poltrone ma non significati politici.

Perché il Nuovo Centro Destra non esce dal governo Renzi?




Alfano e il suo Nuovo Centro Destra (NCD) ha la possibilità di bloccare il disegno di legge Cirinnà, uscendo dal governo. Lo farà?
Egli insiste sullo stralcio della Stepchild adoption dal testo della legge. Vuol dire che accetta il riconoscimento giuridico delle unioni civili tra persone omosessuali. E’ troppo poco e certamente non rappresenta il popolo del Family Day che è contrario alla legge nella sua totalità.
Pochi giorni prima del Family Day il premier Renzi ha fatto un mini-reimpasto di governo e ha dato diverse poltrone nuove a viceministri del NCD. Averlo accettato, durante una discussione parlamentare decisiva e con la piazza che preme chiedendo coerenza, non depone a favore dell’ex pupillo di Berlusconi. Sarebbe stato meglio mantenersi liberi.
Maurizio Lupi ha scritto su questo argomento una lettera a Luigi Amicone, direttore di Tempi per liberarsi dall’accusa di opportunismo. Ma ha avuto la meglio Amicone: “questo è il messaggio – ammorbidirvi – che Renzi vi ha voluto dare e far passare nell’opinione pubblica. E che perciò, a nostro modesto avviso, avreste dovuto respingere. Avete atteso mesi per vedere riconosciuto il vostro ruolo di leali partner di governo, non potevate aspettare qualche altro giorno?”
Gaetano Quagliariello ha fatto un bell’intervento in Parlamento (lo si può leggere nel sito de L’Occidentale), motivando il no alla Cirinnà suo e del gruppo di “Idea” che lui ha formato insieme a Roccella, Augello, Compagna e altri. E lo ha concluso proprio rivolgendosi al NCD con queste parole: “Colleghi dell’NCD, lo dico senza recriminazioni e senza astio: è possibile stringere un accordo tra pensieri diversi ma ugualmente forti e consapevoli della propria reciproca differenza. Ma quando si ha a che fare con un pensiero debole, e prepotente perché consapevole della propria debolezza, da alleati si diventa succubi. Il nostro “no” a questa legge, dunque, è un “no” senza compromessi non per radicalismo e tantomeno per fanatismo, ma perché nel nostro Paese c’è un disperato bisogno di chi dia corpo e sostanza a una visione più liberale, più cristiana e perciò più scandalosamente sovversiva rispetto al pensiero unico dominante che questa legge incarna alla perfezione”.
Rispondendo a Lupi sul suo settimanale, Luigi Amicone ha anche detto: “Ho scritto che se passa la Cirinnà e tu e i tuoi compagni di partito credete in quel che dite e rappresentate in politica, dovete uscire dal governo. Questo è il punto”.
Sono d’accordo con Amicone, ma vorrei precisare: il NCD dovrebbe uscire dal governo ora e non solo dopo l’approvazione della Cirinnà.

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