Considerazioni e alcuni spunti di cronaca relativi all’ottava edizione della ‘Marcia per la vita’ di sabato 19 maggio a Roma. Tanti giovani determinati a promuovere con gioia il diritto alla vita; presenza politica di rilievo da parte in primo luogo della Lega (con i vicesegretari Giorgetti e Fontana) e di Fratelli d’Italia (con la leader Meloni).

Marcia vita 2018: l’Italia giovane che vuole cambiare




Alcune note e anche qualche spunto di cronaca riguardanti l’ottava edizione della Marcia nazionale italiana per la vita svoltasi a Roma ieri pomeriggio, sabato 19 maggio, ricca di suoni e di colori come e più di sempre.
La valutazione sul numero dei partecipanti è sempre difficile. Certo era impressionante vedere via Cavour (che è lunga) come un fiume in piena di persone, con gruppi numericamente anche molto consistenti (centinaia di persone). Secondo noi – che non siamo però il Vangelo – sono sfilati circa in quindicimila, a certissimo gran dispetto di Maria Novella De Luca, che nell’editoriale di ‘Repubblica’ di ieri con incommensurabile faccia tosta (tipica della nota lobby) scriveva di “una manciata di attivisti che oggi sfileranno per le strade di Roma”. Ma alla De Luca, a Repubblica e anche al Messaggero (oltre che al noto monsignor Nunzio Galantino) dedichiamo qualche attenzione nel Post scriptum alla fine di questo articolo.
La sensazione che abbiamo provato osservando e ascoltando il corteo, che si è snodato da piazza della Repubblica fino a piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia), è che quest’anno si sia respirata un’aria nuova e incoraggiante. Da dove abbiamo tratto tale sensazione?
Da due fatti in particolare. Il primo, la folta presenza di giovani, indubbiamente assai superiore a quella registrata in precedenza. Ancora più che i loro numeri, già molto positivi, è però la loro motivazione che ci ha impressionato: erano giovani convinti, determinati. Una motivazione espressa attraverso striscioni, recita del Rosario, canti e slogan – forti e inequivocabili – in favore del diritto alla vita.
Secondo fatto. Un clima italiano nuovo si è percepito anche per la presenza di politici importanti e di almeno una decina di sindaci con fascia tricolore. In primo luogo va notata la partecipazione significativa (e convinta) dei vice di Salvini: il veronese Lorenzo Fontana (che è anche vice-presidente della Camera, vedi intervista su www.rossoporpora.org , rubrica ‘Italia’) e il varesino Giancarlo Giorgetti (che è pure capogruppo della Lega alla Camera). Altri deputati leghisti, il veronese Vito Comencini e il perugiano-bresciano Simone Pillon; inoltre diversi sindaci (li ritroveremo più oltre negli spunti di cronaca). Consistente anche la presenza di Fratelli d’Italia con la leader Giorgia Meloni, i deputati Fabio Rampelli (capogruppo alla Camera), Luca De Carlo (che è anche sindaco di Calalzo di Cadore), Andrea Del Mastro, oltre a quella di sindaci membri del partito.
La speranza di Lorenzo Fontana è che “si riesca a invertire, con il nostro aiuto, sia la tendenza alla deriva antropologica che il calo demografico”. Per Giancarlo Giorgetti “si sta facendo al meglio quel che si può sui temi etici. Il cavallo va non solo cavalcato, ma anche domato… non è facile e ci vuole tempo”.
Tale presenza induce a coltivare un moderato ottimismo sulla possibilità che finalmente si riesca come minimo a mettere argine alla deriva antropologica in atto. Qualcuno dirà, magari in buona fede o forse con malizia, giusto per seminare zizzania: ma nel ‘Contratto’ tra Lega e Movimento 5 Stelle, che dovrebbe essere fondamentale per l’auspicato nuovo governo, non c’è traccia di temi etici… Vero, ma su tali temi le divergenze tra i due partiti sono molto forti: allora meglio non dire nulla e conservarsi le mani libere oppure addivenire a un compromesso-pastrocchio laddove invece di compromessi spesso non ce ne possono essere? Non è stato possibile un governo di centro-destra? Si vuole evitare un governo cosiddetto tecnico (Dio ce ne scampi!) e di andare subito a nuove elezioni? Allora si ragioni su ciò che è oggettivamente possibile fare, senza tradire i propri principi etici e conservando per sé la libertà di dire la propria in Parlamento e in piazza. Con numeri molto più confortanti in questa legislatura a proprio favore e assecondando un clima che nel Paese sembra dare segni di cambiamento anche in materia di principi non negoziabili (il grande strepito che fanno le Cirinnà, le Bonino, le De Luca e compagne deriva probabilmente dalla fifa che incominciano ad avere…). Alla ‘Marcia’ anche il deputato del Congresso argentino Jorge Ricardo Enriquez (oggi 20 maggio in Argentina si svolgerà la terza Marcia per la vita in pochi mesi, vedi l’intervista in www.rossoporpora.org, rubrica Vaticano, a Alejandro Geyer, coordinatore nazionale).
Tra gli ecclesiastici presenti il cardinale Raymond L. Burke (“Questo pomeriggio era di primaria importanza dare una testimonianza pubblica di fede e in difesa della vita venendo alla Marcia”), il Nunzio apostolico emerito Carlo Maria Viganò (negli USA dal 2011 al 2016), l’arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio Luigi Negri. Da notare che il cardinale nordamericano è stato salutato da un’ovazione alla fine della Marcia, quando è stato ringraziato dal palco per la presenza da Virginia Coda Nunziante. Numerosi (ci è sembrato un po’ più del solito) sacerdoti, religiosi e religiose.
I grandi temi della Marcia sono stati quelli annunciati. I quarant’anni della promulgazione in Italia della Legge 194, che così sono stati ricordati da Virginia Coda Nunziante: “C’è un libro della vita e c’è un libro della morte. In questo libro della morte la data del 22 maggio 1978 è scritta con caratteri di sangue, il sangue di quasi 6 milioni di vittime, 6 milioni di bambini non nati che ci trasmettono un messaggio che vogliamo raccogliere: è l’urlo silenzioso, uso l’espressione di un celebre documento del dott. Nathanson, la cui eco non si spegne e che noi vogliamo amplificare e ritrasmettere.” Poi la tragica vicenda di Alfie Evans (ricordato in molti cartelli e commemorato sul palco della Marcia da una catena di bambini) e quella in corso di Vincent Lambert, il quarantaduenne tetraplegico francese la cui sorte terrena si deciderà il 26 maggio: “Non è in uno stato vegetativo, non è un tronco – ha detto la madre Viviane dal palco – è un disabile con gravi deficit, che però interagisce con chi gli sta vicino, con fratello, sorella, genitori “. La madre ha chiesto le preghiere di tutti e ha ammonito che domani qualcosa di analogo potrebbe toccare a ognuno di noi. Nella Marcia in grande evidenza anche il rispetto della libertà pubblica di opinione, messa in forse ad esempio dalle recenti decisioni da stato totalitario in materia etica decise dalla sindaca di Roma Virginia Raggi (del tutto inadeguata al ruolo, incapace com’è di resistere alla nota lobby) contro l’affissione di manifesti anti-abortisti da parte di Pro Vita onlus e di CitizenGo.
Intanto giunge notizia che Oltreoceano l’amministrazione Trump ha avviato l’iter per tagliare i fondi federali alle cliniche che praticano o suggeriscono l’aborto. Va in tale direzione anche quanto chiesto dalla presidente della Marcia nell’intervento conclusivo: in attesa di pervenire all’obiettivo ultimo, per Virginia Coda Nunziante bisogna “intanto togliere immediatamente dalla spesa pubblica i 2-300 milioni di euro che ogni anno sono dedicati ad uccidere i nostri bambini” . Ha osservato qui l’oratrice: “Tutti sappiamo qual è la situazione della Sanità pubblica nel nostro Paese: è mai possibile che per avere un’ecografia, una tac, una risonanza, ci vogliono mesi se non ci si può permettere di pagare profumatamente le analisi, ed invece per abortire, per uccidere, tutto si risolve in pochi giorni ed è tutto gratuito perché a spese dello Stato e dunque di tutti noi contribuenti?”. E’ una riflessione che proponiamo volentieri ai nostri lettori.
SPUNTI ( NON ESAUSTIVI) DI CRONACA
. Non abbiamo notato contestazioni pubbliche alla Marcia. Anzi: da una finestra di via Cavour 191 delle ragazze hanno salutato gioiosamente i manifestanti, mentre da un balcone lì vicino – altre – anch’esse visibilmente felici – scattavano fotografie. Molti turisti hanno chiesto delucidazioni in zona Fori Imperiali, in genere contagiati dall’allegria della Marcia e senza comunque esprimere pareri in materia.
. Dietro la prima fila – costituita da una schiera di ragazzi che reggevano lo striscione iniziale – i sindaci con fascia tricolore. Tra gli altri Michele Jacobelli (Lega, Palazzago, provincia di Bergamo): “Quando si mettono le mani negli ingranaggi della vita, se ne esce sempre con le dita insanguinate”. Claudio Ranchicchio (Fratelli d’Italia, per il Comune di Todi): “Rappresento tutta l’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Ruggiano. Nel nostro Comune stiamo promuovendo iniziative importanti in favore della vita e della famiglia”). Vito Comencini (Lega, anche in rappresentanza del Comune di Verona): “Siamo qui per convinzione e con determinazione, sperando di riuscire a cambiare l’Italia”. Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia, Ceccano, in provincia di Frosinone): “Ho una bambina con la sindrome di Down e ho potuto toccare con mano le problematiche connesse. O si è da una parte o dall’altra”. Domenico Di Bartolomeo (Fratelli d’Italia, Montorio Romano, provincia di Rieti): “La vita va difesa dal concepimento alla sua fine naturale”. Daniele Sinibaldi (Fratelli d’Italia, vice-sindaco di Rieti): “Quello dell’aborto è un problema politico, sociale, civile, etico; la politica ha il dovere di prendere una posizione”. Alla Marcia anche il sindaco Alessandro Palombi e la vice-sindaco Elisabetta Cesari di Palombara Sabina (centro-destra, Lista civica).
. Gruppi numericamente più consistenti. Il più scatenato – di qualche centinaio di persone – era quello che faceva capo alla Congregazione del Verbo Incarnato (compresa l’ala dell’apostolato giovanile). Preceduto da una statua della Madonna argentina di Lujan, il gruppo ha molto vivacizzato la Marcia (anche facendo uso di tamburi), inframmezzando la recita del Rosario a inni sacri (dal ‘Noi vogliam Dio’ a ‘E’ l’ora che pia’) e slogan anche cantati. La parrocchia di Santa Trinità dei Pellegrini di Roma. ‘Italia cristiana’. ‘Movimento dell’amore familiare’ (con una nuova rivista “Amatevi così!”). Popolo della vita. Sud protagonista e Magnitudo Italia (osserva il giovane portavoce di ‘Magnitudo’ Francesco Capasso: “Siamo qui per celebrare la vita con gioia, contro l’aborto, la droga, l’eutanasia, per un’Italia che riparta dalla propria identità, dal valore della vita e della famiglia, dai giovani”). La Fraternità San Pio X di Albano, l’Istituto Cristo Re di Firenze. ‘Citizengo’ con oltre un centinaio di aderenti (anche provenienti dalla libera scuola “G. K. Chesterton” di San Benedetto del Tronto”), che indossavano la maglietta azzurra con la scritta gialla “A tutta vita”. Grande animazione anche grazie alla parrocchia di San Pietro apostolo di Napoli (maglietta azzurra, cappellino bianco. In molti sono venuti da Luzzano e Villa al Serio (Bergamo: “Non uccidete il nostro futuro”). Parrocchia romana di San Giuseppe all’Aurelio.
. Altri gruppi (ci scusiamo sin d’ora se abbiamo dimenticato di citare – e sarà di sicuro così- qualcuno dei partecipanti). Scienza e Vita di Bergamo, Movimento per la Vita di Venezia-Mestre con il suo presidente Francesco Bortolato e il Leone di San Marco dalla coda alta (“pronto per la battaglia”), Comitato ‘Verità e Vita’, Centro “Il Faro” di Modena, Ora et labora di Biella (che già contestò l’indecente ‘omelia’ sui migranti di Emma Bonino nella chiesa di Ronco di Cossato. Contro il testamento biologico da Lecco, gli Universitari per la Vita (“essere voce dei senza voce” – in espansione da Roma Tre a Padova, Milano, nel Piemonte), da San Diego in California, dalla Nuova Zelanda, dalla Spagna, dalla Francia. ‘Tradizione famiglia e proprietà’(TFP), Comunità di Gesù Risorto e parrocchia di Asti, Vita humana internationalis, l’Associazione dei ginecologi cattolici, quella dei farmacisti cattolici. ‘Famiglia domani’, ‘Fondazione Lepanto’, ”Centri per la vita Il pellicano” di Salerno (“No Dat, no aborto, no Fivet”). Grande striscione delle ‘parrocchie per la vita’ di Napoli con la frase di Giovanni Paolo II “Ci alzeremo in piedi”. Circolo territoriale di Genova della Manif pour tous. Dalla Romania. Dalla Lituania. Dalla Polonia. Associazione “Difendere la vita con Maria”. Comitato San Filippo Neri di Roma, che promuoverà un “Rosario di riparazione” per il Gay Pride capitolino del 9 giugno. Tra i cartelli quelli contro Soros e la Bonino e – in alcune centinaia di esemplari – quelli che riproducevano i cartelloni antiabortisti censurati recentemente a Roma più l’ultimo di CirìtizenGo – per la ‘Giornata contro l’omofobia’ – dal testo (che fa sicuramente riflettere): “I diritti civili nascono nel grembo materno”.
P.S. Quattro brevi annotazioni a margine della Marcia’.
1. Il noto segretario generale della Cei, risvegliatosi da un breve letargo, negli ultimi giorni ha ripreso gli attacchi demagogici a Matteo Salvini e ieri – giorno della Marcia per la vita – nella sua rubrica sul ‘Sole 24 ore’ ha così voluto salutare la pubblica testimonianza romana: “Dopo quarant’anni – aggiunge – è forse il momento di dire che sull’aborto non si tratta più di schierarsi ma di osservare la realtà e lasciarla parlare, senza la pretesa di aver già capito e giudicato”. Come capita spesso, la prosa galantina ha un fondo levantino e non si riesce a capire fino in fondo quello che dice: si intuisce comunque che il Nostro (per modo di dire) non si è complimentato con i promotori della Marcia…
2. Veniamo a Maria Novella De Luca, ‘firma’ illustre (si può intendere in vari modi) di ‘Repubblica’. Sabato 19 maggio il suo editoriale “Aborto, il no diventa un network” (che si sviluppa a pagina 26) incomincia in prima pagina con la frase seguente: “Di certo i partecipanti non saranno ‘100mila, tanti quanti gli aborti eseguiti ogni anno in Italia’, come invece auspicano gli organizzatori della ‘Marcia per la vita’. L’ ‘illustre’ aveva assistito (ponendo domande più che legittime) alla conferenza-stampa che abbiamo moderato giovedì 17 sul tema presso la Stampa estera di Roma. In un suo intervento Virginia Coda Nunziante aveva parlato di obiettivo “ultimo” di centomila partecipanti, ma sulla ‘Marcia’ di quest’anno aveva previsto 15-20mila persone. Noi nel corso della conferenza-stampa e anche alla fine abbiamo ripetuto tre volte, conoscendo un po’ le tradizionali porcherie mediatiche della ‘nota lobby’, la cifra data dalla presidente di 15-20 mila partecipanti. Abbiamo constatato che la collega dell’Ansa ha riferito correttamente, invece l’ ‘illustre’ no: che sia bisognosa di un esame audiometrico urgente oppure è proprio in malafede? Presumiamo che qualche nostro lettore la risposta l’abbia già indovinata.
3. La stessa ‘illustre’ Maria Novella De Luca incorre in uno svarione elencando le organizzazioni che sostengono il ‘truce’ network italiano anti-abortista: infatti fa il nome del ‘Movimento per la vita’ (MPV). Notiamo che alla ‘Marcia’ di quest’anno (secondo tradizione) tale associazione non ha voluto partecipare (a eccezione meritoria della sezione di Venezia-Mestre). Chissà come saranno contenti la presidente Casini e il suo referente Galantino della citazione spregiativa nell’editoriale della De Luca… con tutti gli sforzi fatti dal duo per boicottare la ‘Marcia’ …
4. Il Messaggero è o non è ‘il’ quotidiano romano più attento a quanto accade in città? Almeno così dovrebbe essere e non sempre lo è, poiché tale quotidiano è anche conosciuto come il più vicino ai ‘Palazzi’ della capitale e dunque le notizie le seleziona con cura. Per esempio sul numero di oggi, domenica 20 maggio, Il Messaggero dedica due paginone al pacchiano matrimonio hollywoodiano di Londra, anche con un lungo articolo dal titolo “Tutti pazzi per Kitty, la nipote di Lady D. E Amal oscura Pippa”. E la ‘Marcia per la vita’ (è vero che non è passata davanti alla sede di via del Tritone… ma insomma ha caratterizzato il pomeriggio nel centro storico…), per di più con una partecipazione politica di primo rango? Nada de nada, neanche nella pur capiente ‘Cronaca di Roma’. E’ la completezza dell’informazione, bellezza.
di Giuseppe Rusconi
Fonte: www.rossoporpora.org

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