Intervista a Zeljka Markic, dopo l’intervento al Family Day: «È stata la battaglia di Davide contro Golia, eppure al referendum abbiamo vinto. Non è vero che lottare non cambia nulla»

«Come la Croazia è riuscita a difendere il matrimonio contro il totalitarismo mediatico»




Il suo intervento il 30 gennaio al Family Day al Circo Massimo di Roma è stata fra i più applauditi. Zelika Markic , madre di quattro figli, medico e giornalista negli anni della guerra serbo-croata, è la leader del Comitato promotore del referendum contro le nozze omosessuali in Croazia e Slovenia. Il suo impegno ha portato a ribaltare risultati che parevano scontati. «La ragione di ogni uomo – spiega a tempi.it – può riconoscere come evidente che il matrimonio è l’unica forma di società naturale precedente e fondante lo Stato. Una tale verità può essere contrastata unicamente con motivazioni politico-ideologiche. Solo il rapporto fra uomo e donna che si uniscono stabilmente e da cui nascono dei figli può garantire la continuità della specie e l’educazione sana della prole. Infatti, quando ci si sposa lo Stato non ti chiede se sei innamorato, ma se ti impegni ad essere fedele al coniuge e ad educare i figli. Per questo anche se l’omosessualità è stata nobilitata da alcune società, ma non le è mai stato dato alcun valore giuridico».

Nonostante la volontà del governo croato di sinistra di introdurre il matrimonio fra persone dello stesso sesso, nel 2013 siete riusciti non solo a respingere l’istanza ma a rafforzare la Costituzione stabilendo che il matrimonio è solo fra uomo e donna. Come ci siete riusciti?

La mobilitazione cominciò nel 2012 quando il governo socialista cercò di introdurre in tutte le scuole statali, dalle elementari fino alle medie, programmi di educazione sessuale infarciti di ideologia gender. Siccome in Croazia il 97 per cento dei bambini frequenta le scuole pubbliche, tanti genitori, medici, psicologi si schierarono e mobilitarono la società civile fino a presentarsi di fronte alla Corte Costituzionale. I giudici ci diedero ragione, spiegando che si dovevano rispettare le condizioni religiose e filosofiche dei genitori. Ad aiutarci è stata anche una battaglia coraggiosa e un popolo che, dopo anni di regime comunista, coglie immediatamente i metodi totalitari imposti dal pensiero unico.

In Italia a mobilitarsi è stato soprattutto il mondo cattolico.

La società ha bisogno dei nostri valori, di credenti che sostengano la verità sull’uomo. Questa non è un’imposizione: anzi, chi difende la verità libera l’uomo dalla menzogna del potere. Per questo la presenza cristiana garantisce la democrazia. E poi, come ogni cittadino, anche il cristiano è chiamato a dare il proprio contributo al dibattito pubblico. Sotto una dittatura come quella moderna, che io definisco totalitarismo del relativismo mediatico, se non parliamo noi della verità, se non la ricordiamo, chi può farlo al posto nostro? Abbiamo una grande responsabilità.

La maggioranza dei media sostengono l’introduzione dei cosiddetti nuovi diritti. Come può incidere un’azione culturale opposta, fatta con pochi mezzi e dalla risonanza limitata?

È stato calcolato che, durante la campagna referendaria in Croazia, il 90 per cento dei media era contrario al referendum. Per tre mesi consecutivi, la radio, la tv, i giornali hanno cercato di boicottarlo mistificando la realtà come ho visto fare con il Family Day italiano. Eppure, il fronte referendario croato, attraverso i media minori e organizzando incontri in tutto il paese, ha continuato a combattere mostrando le falsità dell’ideologia gender da un punto di vista, antropologico, scientifico, religioso. È stata la battaglia di Davide contro Golia, eppure al referendum abbiamo vinto con quasi il 70 per cento dei voti. Questo fatto ha quindi smascherato lo scollamento fra il Parlamento e gli elettori, mostrando a tutti che la politica non risponde più al popolo ma ad altre logiche. E, infatti, il governo ha poi perso le elezioni. Di fronte a una tale violazione della democrazia, tacere è essere conniventi.

Perché dice così? Non sarebbe meglio accordarsi e cercare un compromesso?

Non lo dico io, ma l’esperienza di tutti i paesi dimostra che è un illusione pensare di salvare qualcosa. Tutti quelli che hanno accettato il compromesso, dando una qualche forma di riconoscimento giuridico alla coppia composta da persone dello stesso sesso, sono finiti, presto o tardi e più o meno velocemente, ad approvare un simil-matrimonio fra persone dello stesso sesso. Se non difendiamo l’unione stabile di un uomo e una donna, permettendo che si legiferi sui sentimenti, contribuiamo ad accrescere l’instabilità nelle relazioni e nella società.

Cosa è cambiato in Croazia dopo il referendum?

Il presidente ha perso le elezioni un anno fa e, recentemente, il primo ministro del governo socialista, che ha fatto di tutto per promulgare leggi a favore dell’ideologia gender, non è stato rieletto. Questo dimostra che non è vero che lottare non cambia nulla. Puoi scegliere: o stai in poltrona a dire che tanto opporsi è inutile, o scegli di prenderti le tue responsabilità di cittadino e di affermare la verità con amore e rispetto. Ma anche senza timidezza o complessi di inferiorità, perché, ripeto, la gente non è stupida e ha bisogno della verità.

di Benedetta Frigerio

Fonte: http://www.tempi.it

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