Chi ha paura della Croce di Gesù? “Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”




In questi giorni mi è capitato di riflettere sulla tempistica in cui è avvenuto lo sfregio compiuto alla Via Crucis del Montegrisa…

Avevamo appena terminato i festeggiamenti per il 50° dell’Anniversario di questo Tempio Nazionale dedicato a Maria ed ecco che è avvenuto questo atto che addolora, che ferisce.
Dopo tante cose belle dette e vissute in quei giorni è suonato questo gesto come una provocazione, come uno sfregio appunto.

Mi viene un primo pensiero: credo che se i festeggiamenti hanno rimesso al centro della nostra Diocesi questo importante luogo di culto mariano, questo gesto infame, ancora di più, ce lo deve fare ancor di più amare. E frequentare. Il Monte Grisa è un dono per tutta la nostra Diocesi e dobbiamo sempre di più riappropriarcene.

Ma vorrei approfittare di quanto è successo per fare una riflessione più ampia. Essa nasce dal fatto che in quel luogo è stata sfregiata la Via Crucis, quel cammino che da duemila anni ci ricorda il punto in cui si è spinta la debolezza di Dio per amore dell’uomo: l’amore folle fino alla morte e alla morte di Croce.

Chi ha paura della croce di Gesù?
Lo so benissimo quale è la risposta: il Male ha paura della Croce ed esso si manifesta in modi sempre nuovi per combattere una battaglia che di fatto ha già perso, perché Cristo l’ha sconfitto per sempre sulla croce.

Così Paolo apostolo scrive ai cristiani della Chiesa di Corinto:
“Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”. (1 Cor)

Il fatto che è successo al Monte Grisa ci ricorda una cosa: la Croce di Gesù da duemila anni è scandalo e stoltezza.

Non dimentichiamocelo mai: anche se il nostro cristianesimo in alcuni momenti della storia e in certi luoghi del mondo è diventato religione della maggioranza delle persone, la Croce di Cristo non attira applausi, ma critiche e contestazioni.

Lo sapevano benissimo i cristiani dei primi tre secoli che sapevano che quando si convertivano al cristianesimo non attendevano loro fanfare o riconoscimenti, ma spesso la persecuzione e la morte.

Questo sfregio al Monte Grisa deve farci ricordare che la Croce ci rende da sempre minoranza e minoranza perseguitata.

Pensiamo a quanti cristiani oggi nel mondo vivono in terre in cui non è possibile professare liberamente la propria fede e il proprio culto. Essi ogni giorno sono sfregiati nei loro diritti fondamentali, come lo è stata la nostra via crucis pochi giorni fa.

Però la frase di Paolo non solo dice che noi siamo chiamati ad essere segnàti dalla croce (e mai crociàti), ma nello stesso tempo dobbiamo avere la certezza che la debolezza di Dio che si è spinto fino alla morte di Croce è più forte di qualsiasi potenza umana.

Apparentemente chi ha distrutto le croci di legno al Monte Grisa sembra aver vinto qualche giorno fa. Sembra aver vinto perché questo gesto ha avuto un’eco mediatica, forse molto di più della settimana di celebrazioni fatte precedentemente proprio lì.

Ma la loro è una vittoria di Pirro.

Perché da quel giorno un pellegrinaggio incessante e silenzioso di persone sta salendo in quel luogo e ha aumentato la preghiera e la devozione verso quel Santuario. Esattamente come le persecuzioni contro i primi cristiani, che non cancellarono la loro fede, ma spesso la resero più forte, vera, coerente. La purificarono come il fuoco fa con l’oro, perché il metallo prezioso brilli ancora di più.

Ancora una volta quindi in questi giorni abbiamo compreso come sono vere le parole di Paolo che ci dicono che la debolezza di Dio è più forte della potenza (stupida) dell’uomo.

Concludo con una riflessione ulteriore.
Se un uomo nudo, appeso al patibolo più infamante, inerme, disprezzato e reietto dagli uomini, ucciso duemila anni fa, è ancora così pericoloso da impegnare persone a distruggere i segni di questa sconfitta così lampante, allora significa che Cristo è davvero il Salvatore e il Vittorioso, è Colui che ha vinto il mondo e la morte e noi dobbiamo essere felici di avere un così grande Signore che regna sulla nostra vita.

Torniamo quindi spesso al Monte Grisa, facciamolo diventare la meta dei nostri momenti di “stacco” e di silenzio, di cui come credenti abbiamo bisogno per vivere la nostra vita dietro a Gesù. Al di là di quanto può piacere o meno l’estetica del Santuario, certamente sappiamo che quel monte è uno dei luoghi più “spirituali” che possiamo abitare nella nostra diocesi.

Almeno tre sono i luoghi in cui possiamo “sentire” forte la presenza di Dio in mezzo a noi: il Santuario di Monrupino, il monte di Muggia Vecchia e il Monte Grisa. Sono tutti e tre grandi doni di Dio per la nostra amata terra triestina. Sono i “Tabor” che Dio ci regala per dare freschezza e forza al nostro vivere “nel mondo, ma non del mondo”.

Nelle giornate in cui ci sentiamo opprimere dal peso del male, del peccato e della tristezza, saliamo in questi luoghi e respiriamo lo Spirito che li abita.

Il silenzio, la bellezza del paesaggio, lo sguardo sull’orizzonte lontano ci arricchiranno e ci faranno sentire Dio più vicino, ci faranno “respirare” sia dal punto di vista fisico che spirituale. E troveremo consolazione e pace, quello “Shalom” che il male ogni giorno vuole toglierci.

Non abbiate paura! Ci dice Gesù, come ha detto ai suoi discepoli il giorno di Pasqua, mentre erano chiusi nel Cenacolo per timore dei Giudei.

Non dobbiamo avere paura! Mai! Il Bene è più forte del male. Cristo ha vinto il male e “niente e nessuno potrà mai separarci da Lui. Né la morte, né la vita, ne angeli, né presente, né avvenire. Perché se Dio è con noi chi sarà contro di noi?”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *