Breve viaggio nel nuovo ordine multipolare




Per lo storico Niall Ferguson gli europei amano segretamente Trump, perché ciò che detestano di lui conferma il senso di superiorità dell’Europa nei confronti dell’America. Per gli europei Trump è tanto ignorante, cafone e volgare da chiedere agli europei di pagare le quote Nato. L’uscita antiamericana della Merkel a Monaco, all’ingresso di una birreria, parole riconfermate a Berlino, attestano le tensioni esistenti da sempre in Europa con l’America.
Angela Merkel protesta perché gli Stati Uniti non sono più affidabili, ma, come osserva il Financial Times, la Germania ha scroccato per 70 anni la difesa all’America. Anche Obama, nell’intervista a The Atlantic sulla politica estera in Medio Oriente, definì “free rider” gli europei, e sarebbe il caso di cominciare a chiedersi cosa pensano di noi gli americani, invece di continuare a blaterare su quanto era fico Kennedy, rimpiangere i tempi di “Togliattigrad” e raccontare che Trump è segretamente malato o non è capace di concentrarsi per più di 30 secondi su qualcosa, come accade sul Corriere a editorialisti che fino a tempi recenti chiedevano la fine della Nato.
Per gli americani l’unico e vero alleato è sempre stato il Regno Unito. Dei tedeschi, come di noi italiani, e dei francesi, non si sono mai fidati. Hanno installato basi in Europa per la Guerra Fredda, ma anche perché erano interessati al Medio Oriente e all’Africa. Gli americani sono pragmatici, hanno basi in Medio Oriente, hanno capito che l’Europa è un peso morto e hanno deciso di puntare sull’altra sponda del Mediterraneo. L’Occidente come lo conoscevamo è finito, lo scrive pure il Financial Times, ma non è finita l’America. Adesso è “America first” che non significa “America alone”, America sola.
Quanto è accaduto in Arabia Saudita e Israele, la tappe più importanti del viaggio di Trump, cambierà il mondo. In questo senso, più che il New York Times o il Washington Post, sarebbe più opportuno leggersi l’israeliano Haarezt per capire come gli americani potrebbero tranquillamente ritirarsi dal museo Europa. Il piano degli Stati del Golfo e dell’Arabia Saudita per la normalizzazione dei rapporti con Israele apre un’era nuova per l’America. Gli israeliani apriranno banche negli Stati del Golfo, avranno spazio aereo aperto e linee telefoniche dirette. I leader di molti paesi arabi – continua Haaretz – s’intendono bene con la destra israeliana e hanno salutato Trump come una boccata di aria fresca, dopo l’epoca dei Bush e degli Obama. E’ possibile la pace tra Israele e i palestinesi, che non chiedono più il ritiro di Israele dai territori occupati, ma il congelamento delle costruzioni israeliane.
Con i nuovi alleati arabi, e i russi, Trump potrebbe risolvere anche molti conflitti in Africa. Il principe saudita Mohamed, di fatto sovrano dell’Arabia Saudita, ha iniziato la visita ufficiale in Russia per incontrare Putin, una visita che quasi ufficializza l’alleanza tra Russia e America. Jared Kushner, il genero di Trump finito nell’occhio del ciclone, è amatissimo da israeliani e arabi e difficilmente avrà problemi per la Russia. In compenso il rating del debito cinese è stato declassato da Moody’s e AsiaTimes prevede addirittura una crisi finanziaria cinese. L’idea della Merkel di fare della Cina il paese leader della globalizzazione e perfino di stringere un’alleanza militare con i cinesi, ci dice quanto sia confusa la Germania. E’ il fallimento politico e strategico non solo della Ue, ma del Vecchio Continente, una rovina che il G7 ha mostrato, in diretta live, a tutto il mondo.
Trump è andato in Vaticano e ha ricevuto Gentiloni, quello che insieme a Renzi tifava per la sconfitta del Don, all’ambasciata americana di Palazzo Taverna. Se questo è il quadro generale, ci manca solo che noi italiani restiamo attaccati alla Germania, ormai isolata e in preda all’isteria.
di Daniela Coli
Fonte: https://www.loccidentale.it

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