Lunedì 22 febbraio a Muggia si è tenuta la prima di una serie di presentazioni che il Comitato Articolo 26 di Trieste ha intenzione di fare in Friuli Venezia Giulia: una semplice serata informativa per genitori con l’obiettivo di trasmettere tutte quelle informazioni che vediamo così carenti nella realtà scolastica di oggi.
Davanti a più di 50 genitori e 3 sacerdoti, si è parlato dei rapporti tra scuola e famiglia, dei progetti scolastici contestati in Italia, in FVG e a Trieste, della genesi e delle varie espressioni dell’ideologia del gender, della delega educativa della scuola, della priorità educativa della famiglia, degli strumenti che esistono per tutelare i diritti riservati ai genitori, e dei metodi più efficaci per ottenere risultati concreti nelle scuole dei nostri figli.
Abbiamo parlato dei corsi che stanno destando più obiezioni, perché subdolamente trasmettono ai nostri figli alcuni concetti non scientifici né condivisi dai genitori, e spesso ascrivibili a diverse derive ideologiche, come quella del gender.
Ma soprattutto abbiamo parlato dei diritti che tutelano i genitori: a partire da quello che riguarda il nome del comitato “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli” (Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, art 26 comma 3).
Sono stati presentati anche gli strumenti legali con cui i genitori possono trovare delle soluzioni condivise nel rapporto con gli insegnanti e i dirigenti.
Spesso, quando alcuni genitori partecipi presentano delle legittime richieste alle istituzioni scolastiche, vengono accusati di essere pochi. Invece, ad esempio il progetto “a scuola per conoscerci” è stato un vero nomen omen per i genitori: infatti in queste settimane molte famiglie ci hanno contattato per informazioni, e sono stati messi in contatto con altri gruppi, tanto che si sta rapidamente formando una sempre più forte realtà di genitori e insegnanti, trasversale a molte scuole.
Anche lunedì, alla riunione di Muggia, i partecipanti hanno dato vita ad un vivace dibattito, e ognuno è sembrato desideroso di impegnarsi in prima persona, ma senza protagonismi. Anzi, è stato tutto un passaggio di indirizzi e-mail e scambio di numeri di cellulare per creare una rete, o per meglio dire una realtà. Mi è venuto in mente il Family Day a Roma. Dal palco l’avv. Amato ha parlato di un popolo. Ecco, ieri sera l’abbiamo visto questo popolo, che pure in mezzo a tante difficoltà si ritrova e magari fa tardi la sera, ma desidera essere presente in difesa dei propri figli e della verità. Noi non potevamo chiedere di più, e restiamo a disposizione come ponte di servizio: basta scrivere a trieste@comitatoarticolo26.it
Lascia un commento