Omelia del Vescovo Mons. Crepaldi per la solennità di San Giusto, patrono della città. Il lavoro, gli immigrati e il gioco d'azzardo i tre temi sociali affrontati.

Trieste ha bisogno di lavoro produttivo e sui profughi ad Aquilinia ho deciso io




La festa di San Giusto Martire è una festa della Chiesa di Trieste ed anche della Città di Trieste. Il Patrono, infatti, è colui che ha fondato la chiesa locale e la città insieme. Ogni città non si fonda da sé, ma viene fondata. Non si riesce a stare insieme se non si è tenuti insieme da qualcosa di più profondo.  San Giusto ha testimoniato questo.

Ecco perché, nell’omelia alla solenne concelebrazione eucaristica, presenti anche le autorità civili e militari, il Vescovo Mons. Crepaldi ha toccato anche temi di carattere civile, visti sempre però nell’ottica della fede cristiana, di quel qualcosa di più profondo di cui si diceva.

Dapprima egli ha parlato dei poveri, che anche a Trieste sono in aumento. “La generosità e la solidarietà messe in campo dalla Città, con i suoi organismi di volontariato civile, e dalla Chiesa, con la Caritas e le parrocchie, anche recentemente con la raccolta alimentare, purtroppo non bastano”, ha detto il Vescovo. “La Città ha bisogno di lavoro e di una nuova stagione di sviluppo produttivo”.

Il secondo argomento civile è stato quello dell’accoglienza. Dopo aver citato Papa Francesco, il Vescovo ha affrontato il tema dell’accoglienza nei locali della parrocchia di Aquilinia, su cui tanto si è discusso nei giorni addietro. “La decisione fu mia – ha detto Mons. Crepaldi – e resta tale”. Il Presule ha quindi aggiunto: “Con il parroco di Aquilinia e con il Direttore della Caritas, anche in un recentissimo incontro a tre, si è confermato inoltre di portare avanti questa doverosa esperienza con stile cristiano, convinti essere quello più consono al rispetto che si deve ai nostri fratelli e sorelle migranti: primo, operare nel silenzio, senza personalismi e senza l’utilizzo delle trombe mediatiche, perché il Signore ci sollecita a fare la carità in modo che la mano destra non sappia quello che fa la sinistra; secondo, tenersi a debita distanza da eventuali condizionamenti politici, perché la Chiesa deve rispondere solo al suo Signore; terzo, tenere sempre aperto il canale del dialogo con i componenti la comunità cristiana, soprattutto quando sorgono problemi pastorali”. Il Vescovo ha avuto parole piuttosto dure a proposito delle malevolenze seminate in questi giorni: “Le falsità che sono state scritte e dette su questa vicenda, anche contro di me, sono solo espressione di un marcio con il quale la Chiesa di Trieste e il suo Vescovo non hanno niente da spartire”.

 

 

 

Una risposta a “Trieste ha bisogno di lavoro produttivo e sui profughi ad Aquilinia ho deciso io”

  1. Robero Raffaele ha detto:

    Oggi il Piccolo non ha coperto la ricorrenza celebrata
    ieri a San Giusto. Chissa’ perche’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *