Tozzi, cantore dell’amore umano




“Canterò la pioggia perché venga giù, il vento che si calmi un po’,
il cielo perché sia più blu e mi sorrida tu”

Nel 1976 Umberto Tozzi debuttava come solista con un LP (“Donna amante mia”), con il quale iniziava a cantare l’amore umano tra un uomo e una donna: “Donna poesia, scoiattolo impaurito ti scaldai…”. In precedenza il cantautore e chitarrista torinese, figlio di emigrati provenienti dal Mezzogiorno, aveva iniziato con il fratello Franco a farsi conoscere nell’ambiente musicale accompagnando alcuni gruppi, come ad esempio “La strana società”, che aveva ottenuto un clamoroso successo commerciale con il brano strumentale Popcorn. Nel 1974 Tozzi aveva composto la musica per la canzone vincitrice di Canzonissima (“Un corpo e un’anima”), resa celebre dal duo Wess e Dori Ghezzi. Fu nel 1977 che Tozzi approdò alla notorietà internazionale, vincendo il Festivalbar con l’orecchiabile Ti amo, con un riff che non si poteva non cantare né dimenticare: «Ti amo, un soldo, in aria, se viene testa vuol dire che basta…».
Parole semplici e appassionate, che arrivavano emozionalmente in maniera molto viva, riportate successivamente in duetto con Anastacia. La longeva carriera di Tozzi lo porterà a divenire, in tante parti del mondo, una leggenda del pop melodico, arrivando a vendere ben 80 milioni di copie di dischi. Le sue canzoni ritmate e incalzanti esprimevano così la passione dell’amore umano, come ad esempio Tu del 1978: «Canterò e camminando sveglierò chi sta sognando più di me. Al mondo siamo io e te…». Sarà l’anno successivo con Gloria che arriverà la consacrazione definitiva (solo questo brano venderà 29 milioni di copie), manifestata da varie interpretazioni in tutto il mondo, in particolare cantata in inglese da Laura Branigan e successivamente inserita in un film di Martin Scorsese: The Wolf of Wall Street. In Gloria non mancano riferimenti religiosi: «Gloria, chiesa di campagna, acqua nel deserto (…) dai gradini di un altare ti aspetto, Gloria». Pure nel brano Alleluia se, il cantautore piemontese non lesina alcuni riferimenti evangelici: «Nasce un uomo e va e gioisce e pani e pesci dà…». Nel 1982 l’artista torinese canterà ancora con Eva, senza tuttavia raggiungere il clamoroso exploit precedente, l’amore umano contrapponendolo alle minacce nucleari: «Prima o poi di follia scoppierà mezza umanità, su di noi stormi di nucleari avvoltoi ma l’amore è un dio e saremo io e te e l’arca di Noè: questo amore crea e, alla fine di questa odissea, sarò Adamo e tu sarai una piccola Eva».
Umberto Tozzi ritornerà al successo, vincendo il Festival di Sanremo del 1987 con Si può dare di più (cantata con Gianni Morandi e Enrico Ruggeri), diventata pure l’inno della Nazionale cantanti: «In questa barca persa nel blu noi siamo solo dei marinai, tutti sommersi, non solo tu, nelle bufere dei nostri guai (…) si può dare di più perché è dentro di noi, senza essere eroi, come fare non so…». Tozzi ha cantato non solo canzoni d’amore ma anche di impegno sociale e di monito ai giovani contro l’uso di sostanze stupefacenti. Nel brano: Io no egli reiterava un risoluto rifiuto alle droghe: «Io ti sputerò perché sei veleno, io mi butterò da questa auto in corsa, io sarò diverso e non ci cascherò mai più. Ragazzo, non illuderti se il tuo problema è vivere, sei libero di scegliere ma non di farti uccidere (…). Devi dire di no, devi dirlo anche tu, devi dire mai più».
Cantando si impara con Umberto Tozzi a inseguire l’amore vero, eterno verso la donna amata, come ad esempio nella canzone Sei tu l’immenso amore mio, in cui si descrive il bisogno naturale dell’amore umano inscritto dentro il cuore di ogni persona. Cantando si impara a sforzarsi comunque di migliorare il mondo in cui stiamo vivendo, anziché stare solo a guardarlo come davanti alla TV: «Accendo la TV, ma che spettacolo, manca un miracolo…». Secondo le sue testuali parole, il cantautore piemontese ha indicato un possibile rimedio: «Non tutto è perduto, bisogna amare di più facendo del bene al prossimo, solo così la situazione può migliorare». In Tozzi si avverte così l’importanza dell’amore non disgiunta da un impegno socio-culturale: «Perché il tempo va sulle nostre vite rubando i minuti di un’eternità e se parlo con te e ti chiedo di più è perché te sono io, non solo tu». Il tutto, metaforicamente parlando, per finire in Gloria!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *