Legittime perplessità preventive sull'istituzione del "Garante per i diritti della persona" da parte della Regione Friuli Venezia Giulia.

Tanti Garanti, poche garanzie




La Regione Friuli Venezia Giulia ha istituito una nuova figura di garanzia. Si tratta del “Garante dei diritti della persona”: proposta di legge firmata da Silvana Cremaschi del Partito Democratico.

Il nuovo Garante si occupa di varie aree ove i diritti umani possono essere a rischio: i minori, i richiedenti asilo, i detenuti, i malati trattenuti per trattamento sanitario obbligatorio come nel caso di malattie mentali, i consumatori, le donne non trattate secondo criteri di pari opportunità. Ecco perché si chiama “Garante dei diritti della persona”, perché si occupa non di alcune categorie di persone ma della persona in quanto tale, in tutte le situazioni di pericolo per il rispetto dei suoi diritti.

Tutto bene. Però, quando si va a leggere con attenzione, si vede che il Garante segnala lesioni ai diritti umani anche nel campo della “identità di genere o orientamento sessuale”. E quindi ci risiamo con la confusione. Il Garante deve tutelare i minori, ma non dall’adozione da parte di coppie omosessuali, non da libri, opuscoli, lezioni scolastiche, film che presentano situazioni esplicite di omosessualità praticata. Al minore il Garante non garantirà una educazione alla famiglia naturale, ad avere come genitori un uomo e una donna, nemmeno garantirà al minore di sapere chi sono i suoi genitori, se impazzerà l’inseminazione artificiale eterologa. Non garantirà di venire concepito, allevato e formato “umanamente”.

Avevo previsto l’acquiescenza all’ideologia omosessualista da parte dei corsi di formazione dell’Ordine dei Giornalisti e la cosa si è poi verificata, come abbiamo documentato su Vita Nuova della settimana scorsa. Ora prevedo che questo Garante regionale garantirà molto poco in tutta questa materia.

I Garanti oggi non garantiscono quasi più nulla, per il semplice fatto che non siamo più d’accordo sui valori da garantire. Al liceo Giulio Cesare di Roma hanno letto agli studenti brani del libro “Sei come sei” (Einaudi editore) che descriveva scene esplicite di degenerazione sessuale. Il Presidente del Senato ha vietato che gli stessi brani fossero letti in Aula, come qualche deputato aveva chiesto. Però al Giulio Cesare nessuno ha garantito il diritto degli studenti a non sentire porcherie a scuola. Gli insegnanti e il Dirigente non hanno garantito. Né lo ha fatto il ministro della Pubblica Istruzione, che invece ha lodato la porcheria.

In una terza media di Treviso, all’interno di interventi di educazione sessuale gestita dalla locale Asl, è stato fatto vedere agli studenti un film in cui si racconta di una donna abbandonata dal marito che è andato a vivere con un altro uomo. Il tutto senza passare parola con le famiglie. Le quali non sono state garantite da chi doveva garantirle: gli insegnanti, i dirigenti Asl e i dirigenti scolastici.

E’ pericoloso fidarsi dei Garanti, penando che garantiscano. Purtroppo non è più così e quindi bisogna invece partire sempre da un sano scetticismo: che il Garante garantisca deve dimostrarmelo nei fatti. i Garanti nessuna delega in bianco sui propri figli. I genitori devono essere i Garanti dei figli, altro che il Garante della Regione.

Una risposta a “Tanti Garanti, poche garanzie”

  1. Sara ha detto:

    Cari figli,pregate e SIATE COSCIENTI che senza Dio siete polvere……

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