Mozione dei consiglieri comunali Cavazzini (Forza Italia) e Giacomelli (Fratelli d’Italia) al Consiglio comunale di Trieste: permettere in concreto che i genitori siano i primi responsabili dell’educazione dei figli. Proposte modifiche al Regolamento comunale per le scuole dell’infanzia: il POF va approvato prima delle iscrizioni.

Se il POF viene approvato dopo le iscrizioni, allora i genitori sono presi in giro. Due mozioni in Comune a Trieste




Come fanno i genitori a conoscere il POF (Piano di Offerta Formativa) prima di iscrivere il bambino se il POF viene approvato dopo? E se i genitori lo vengono a conoscere dopo avere iscritto i figli,  dove va a finire la loro primaria responsabilità nella loro educazione?  Sembrano  questioni tecniche o di date, ma sono di sostanza perché i figli non sono della scuola ma dei genitori.

Ieri, a firma dei Consiglieri Andrea Cavazzini (Forza Italia) e Claudio Giacomelli (Fratelli d’Italia) sono state presentate due mozioni da discutere in Consiglio Comunale a Trieste, volte a proporre alcune modifiche al Regolamento per le scuole dell’infanzia del Comune di Trieste.

Una mozione propone di aggiungere all’Articolo 1 del Regolamento un terzo comma: “ I genitori, i tutori o gli esercenti la potestà genitoriale delle bambine e dei bambini, così come sancito dall’Art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, devono essere i primi soggetti a venir interpellati riguardo la scelta dei processi educativi da promuovere nelle scuole dell’infanzia”.

L’altra mozione invita il Comune a modificare il comma 3 dell’articolo 3 dello stesso Regolamento riguardante i termini per l’approvazione e la presentazione dei POF sostituendo l’attuale comma come segue: “Il P.O.F. viene elaborato dal Collegio degli Educatori ed adottato dal Consiglio della scuola entro congrua data per permetterne la conoscenza alle famiglie e, comunque, non oltre la data termine per l’iscrizione, o preiscrizione, dei/delle bambini/e all’istituto.”

Queste mozioni segnano un passo importante verso il riconoscimento del necessario coinvolgimento dei genitori o degli esercenti la potestà genitoriale riguardo ai progetti ed alle attività che si intendono promuovere nelle scuole.

Molti ricorderanno ancora quanto accaduto nel 2015 proprio nelle scuole dell’infanzia di Trieste, quando un genitore ha denunciato un discutibile progetto che era stato introdotto nella scuola di suo figlio; allora si è sollevato un caso che è diventato di rilievo nazionale, arrivato ad essere anche oggetto di diverse interrogazioni e discussioni parlamentari.

Quella volta è stato un genitore ad essersi accorto di questo: la scuola, con il supporto dei funzionari e dirigenti del Comune a guida PD, si era rivolta alle famiglie per spiegare il progetto soltanto dopo che il caso era diventato di pubblico dominio.

La mozione Cavazzini/Giacomelli che propone di modificare l’Art. 1 del Regolamento scolastico comunale vuole ridare ai genitori il loro diritto, sancito dalla Costituzione e dalla Carta dei Diritti dell’Uomo,  di primi attori nella scelta dell’educazione dei loro figli. Essa permette il recepimento di quanto previsto dalla Legge  107/2015 (cosiddetta della Buona scuola), la quale prevede che le istituzioni scolastiche predispongano “entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di riferimento il piano triennale dell’offerta formativa”.

A giustificare la correttezza della mozione ci sono anche le Linee Guida del Ministero della Pubblica Istruzione del settembre 2015, in cui è ribadito che “le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano triennale dell’offerta formativa”.

La famiglia deve tornare ad essere il principale riferimento per le scelte educative dei bambini.

Il percorso è ancora lungo, perché il mondo scolastico ed educativo è preso d’assalto da ideologie che intendono sovvertire l’ordine naturale dell’umano, ma i primi passi verso il pieno rispetto del ruolo educativo dei genitori si stanno compiendo.

Sono due mozioni importanti, molto importanti, perché il Consiglio Comunale sarà chiamato ad esprimersi con molta chiarezza sulle reali intenzioni in merito al ruolo delle famiglie e dei genitori riguardo all’educazione dei propri figli.

Tali modifiche al Regolamento Comunale sarebbero un segnale importante dell’attenzione che la politica intende riservare nei confronti di quello che a tutti gli effetti è il perno su cui ruota tutta la società; senza il diritto ad educare i propri figli non c’è famiglia e senza famiglia non c’è società.

Le decisioni a cui è atteso il Consiglio Comunale sono, e saranno, all’attenzione nazionale, perché sono un passo importante verso il pieno riconoscimento di quello che milioni di famiglie, non solo cattoliche, stanno chiedendo a grande voce: il diritto di educare i propri figli.

Un primo passo per ricucire lo strappo che si è creato tra il mondo scolastico e le famiglie, verso una proficua collaborazione tra insegnanti e genitori mirata al supremo interesse del benessere dei bambini.

2 risposte a “Se il POF viene approvato dopo le iscrizioni, allora i genitori sono presi in giro. Due mozioni in Comune a Trieste”

  1. Andrea Canale ha detto:

    Finalmente!
    Ma è solo un primo passo.
    Il PTOF viene definito la carta d’identità della scuola al punto da voler far credere che i progetti inseriti nel PTOF diventano magicamente obbligatori per gli alunni.
    Il contenuto dell’articolo 30 della Costituzione italiana, che prevede tra l’altro il primato educativo della famiglia, non può esser azzerato da alcuna norma di rango inferiore, né tanto meno da un atto amministrativo quale il PTOF.
    Sono stato testimone dell’affermazione di ben due dirigenti scolastici della scuola pubblica: “se non piace il contenuto del PTOF i genitori sono liberi di andare a cercarsi un altro istituto scolastico”.
    Oggi ci troviamo ad avere una scuola pubblica gratuita in concorrenza sleale con altri percorsi scolastici vessati da una normativa fiscale matrigna, basti ricordare il ridicolo livello di detraibilità delle rette scolastiche e, aspetto non trascurabile e noto a pochi specialisti, che l’esenzione dell’IMU è prevista solo per gli edifici degli istituti scolastici pubblici …
    Meditiamo sul livello di libera scelta lasciata alla famiglia nella scelta della scuola

  2. Stefano Di Brazzano ha detto:

    Questo è solo uno dei tantissimi motivi che dovrebbero spingere qualunque governo serio ad abolire immediatamente la sciaguratissimna “autonomia scolastica”, che da quando è stat introdotta poco più di vent’anni fa non ha soltanto fatto danni immensi alla scuola, trasformando i presidi in dirigenti amministrativi che hanno in testa solo i conti della serva senza più alcun interesse verso la didattica vera, ma è stato un enorme moltiplicatore di spesa. Le scuole devono tornare a essere organismi periferici del ministero, senza capacità di spesa autonoma, e si devono reintrodurre i programmi nazionali definiti dal ministero. Siamo arrivati all’assurdo per cui spetta alle singole scuole definire i criteri sulla base dei quali gli alunni sono o no ammessi alla classe successiva, il che significa che lo stesso alunno potrebbe essere promosso a Novara e bocciato a Teramo! No. Ogni singolo tipo di scuola dev’essere uguale da Vipiteno a Lampedusa, da Ventimiglia a Otranto.

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