MARIA, MADRE DI DIO
+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 1 gennaio 2014
Carissimi fratelli e sorelle,
1. Oggi, primo giorno del nuovo anno, celebriamo solennemente la festività di Maria, Madre di Dio. Nei primi secoli del Cristianesimo ci furono molte e accese discussioni all’interno della Chiesa attorno alla questione se fosse lecito attribuire a una creatura umana come Maria il titolo di Madre di Dio. Fu il Concilio di Efeso nel 431 che diede una risposta definitiva. In quel famoso Concilio, infatti, i vescovi stabilirono essere Verità di fede affermare che la Madonna è Madre di Dio per il fatto che Gesù è la Seconda Persona della Santissima Trinità che, nella pienezza dei tempi, si è incarnata, ha preso la nostra natura umana. Gesù, dunque, è vero Dio e vero uomo. È un’unica persona, la Seconda Persona della Santissima Trinità, in due nature: la natura divina preesistente e la natura umana. Dal momento che la persona è comunque divina, la Vergine Maria è Madre di Dio. In questa sublime prospettiva dogmatica, diventare Madre di Dio è il massimo a cui possa arrivare una persona umana. Per questo motivo, si può affermare che Maria segna, in qualche modo, il confine tra il creato e l’increato: al di là di questo confine vi è solo Dio.
2. Carissimi fratelli e sorelle,Papa Paolo VI, collegando la solennità odierna a quella del santo Natale del Signore Gesù, in celebre passaggio della Esortazione Apostolica Marialis cultus scrisse: “Il tempo di Natale costituisce una prolungata memoria della maternità divina, verginale, salvifica, di colei la cui illibata verginità diede al mondo il Salvatore: infatti, nella solennità del Natale del Signore, la Chiesa, mentre adora il Salvatore, ne venera la Madre gloriosa” (n. 5). Come non andare in questa circostanza festiva alle innumerevoli immagini, frutto dell’ingegno di tanti artisti, che raffigurano la Madonna con in braccio Gesù, come nel bellissimo mosaico collocato nella cappella del Santissimo qui nella nostra Cattedrale: vi è Maria, raffigurata come trono della Divina Sapienza, Maria che dona al mondo il Salvatore. Chi lo cerca, lo troverà in braccio a Lei, che lo porge alla contemplazione e all’adorazione di tutti. La solennità di oggi vuol celebrare la parte attiva che Maria ha avuto nell’opera della nostra salvezza. Il suo è stato un ruolo unico, quale Madre di Dio. San Paolo, nella Lettera ai Galati (4,4-7), afferma che Gesù «nacque da donna, nacque sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché avessimo l’adozione a figli”. Maria è questa donna, grazie alla quale è iniziata la nostra salvezza, grazie alla quale abbiamo avuto la possibilità di diventare figli di Dio.
3. Carissimi fratelli e sorelle, quella che veneriamo come Madre di Dio, è anche la Madre della Chiesa. Così vollero che fosse chiamata i Padri del Concilio Vaticano II che le dedicarono alcune pagine memorabili nel documento sulla Chiesa intitolato Lumen gentium. Come Madre della Chiesa, Maria è il modello insuperabile nel cammino quotidiano di fede e di santificazione di ogni cristiano. Ce lo ha ricordato papa Benedetto XVI in una sua densa omelia del 1° gennaio 2006: “All’inizio di un nuovo anno, siamo come invitati a metterci alla sua scuola, a scuola della fedele discepola del Signore, per imparare da Lei ad accogliere nella fede e nella preghiera la salvezza che Dio vuole effondere su quanti confidano nel suo amore misericordioso”. E ancora, lo stesso Pontefice propose la Vergine come modello di contemplazione, adatto proprio all’inizio di un nuovo anno: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Il primo giorno dell’anno è posto sotto il segno di una donna, Maria. L’evangelista Luca la descrive come la Vergine silenziosa, in costante ascolto della parola eterna, che vive nella Parola di Dio. Maria serba nel suo cuore le parole che vengono da Dio e, congiungendole come in un mosaico, impara a comprenderle. Alla sua scuola vogliamo apprendere anche noi a diventare attenti e docili discepoli del Signore. Con il suo aiuto materno, desideriamo impegnarci a lavorare alacremente nel cantiere della pace, alla sequela di Cristo, Principe della Pace. Seguendo l’esempio della Vergine Santa, vogliamo lasciarci guidare sempre e solo da Gesù Cristo, che è lo stesso ieri, oggi e sempre! (cf. Eb 13,8)”.
4. Carissimi fratelli e sorelle, nel contesto del primo giorno del nuovo anno e della solenne celebrazione della festa di Maria Mater Dei, la Chiesa, ormai da 47 anni, invita tutti, cristiani e uomini e donne di buona volontà, a dedicarsi alla coltivazione e alla promozione della pace. Per la circostanza il nostro Santo Padre Francesco ha inviato uno stimolante Messaggio che tratta il seguente tema: Fraternità, fondamento e via per la pace. Il Messaggio pontificio ci invita tutti a riscoprire il valore umano e cristiano della fraternità e a improntare le soluzioni della varie e spesso complesse situazioni sociali che travagliano gli uomini a partire da questo illuminante valore. Queste le parole del Santo Padre che descrivono in termini di reciproca responsabilità la grazia di poter vivere relazioni fraterne: “Cristo è venuto nel mondo per portarci la grazia divina, cioè la possibilità di partecipare alla sua vita. Ciò comporta tessere una relazionalità fraterna, improntata alla reciprocità, al perdono, al dono totale di sé, secondo l’ampiezza e la profondità dell’amore di Dio, offerto all’umanità da Colui che, crocifisso e risorto, attira tutti a sé: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35). È questa la buona novella che richiede ad ognuno un passo in più, un esercizio perenne di empatia, di ascolto della sofferenza e della speranza dell’altro, anche del più lontano da me, incamminandosi sulla strada esigente di quell’amore che sa donarsi e spendersi con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella” (n. 10). A Maria, Madre del Principe della Pace, chiediamo di farci la grazia della carità e della fraternità e la invochiamo che doni al mondo di conoscere finalmente il tempo della pace.
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