San Silvestro, traghettatore della storia verso il cristianesimo




Il Capodanno è un rito moderno. Non si può poi non considerare l’alto valore sacrale di questo giorno: si ringraziavano gli dei o si glorificava Dio nell’era cristiana e si chiedeva la grazia per l’anno venturo. Niente festini e niente schiamazzi profani notturni: solo contemplazione, preghiera e la normale quotidianità. Il Capodanno ha assunto questa veste dionisiaca in tempi recenti: la frenesia moderna, dovuta ad una minore naturalezza della vita (che non vuol dire amoralità, semmai genuinità, tradizione…), vede nell’eccesso di questa festa un momento di catarsi: un istante di pausa effimero e inutile, perché il male di vivere fa la sua pronta comparsa il giorno dopo. A che pro tutto ciò? E’ opportuno invece ricordare il 31 dicembre un traghettatore di anime e di giorni. E’ un novello Caronte che ha traghettato l’umanità e la storia nell’era cristiana. E’ San Silvestro papa che si celebra nel giorno di Capodanno in tutta la cattolicità.

Perché è così speciale? Non è certo il Santo Padre a tutela dei bagordi notturni di fine anno. Piuttosto è il santo che ha aperto l’impero romano alla fede cristiana, il primo a farlo apertamente dopo i decenni di persecuzione. Per 21 anni il papa lavorò affinché Roma e i suoi domini si convertissero finalmente alla verità cristiana. Questo lungo apostolato è simbolizzato nel calendario: dal 1 gennaio al 31 dicembre, giorno di San Silvestro, sembra quasi di rivivere passo dopo passo la sua caparbia missione. La bellissima e devotissima tradizione popolare ha così inteso la relazione Capodanno – San Silvestro – Calendario. C’è una leggenda che la racconta come una favola a lieto fine (un classico della letteratura cristiana) e risale molto probabilmente all’alto medioevo.

Nel IV secolo d.c., si narra, un drago infestava il Foro Romano e la sua tana sotterranea si trovava sulle pendici del Palatino. L’imperatore Costantino era disperato perché la creatura malefica stava mietendo vittime tra la popolazione con i suoi artigli e i miasmi insalubri che emanava. I romani e il principe invocarono l’aiuto di San Silvestro, il papa dell’epoca, rinomato per la sua devozione e per la sua forza d’animo.

L’anziano vescovo si recò all’interno della tana del drago, dove nessuno aveva osato entrare. Scese i 365 gradini (tenete a mente questo dato) che permettevano di accedere al suo nido e lì si imbatté nel mostro. Il santo con la forza della preghiera tenne testa alla creatura che alla fine si arrese e si fece docile per intervento divino. Fu così che San Silvestro imprigionò il drago all’interno del suo nido e lo vinse. Lo scontro tra il vecchio paganesimo romano e il cristianesimo è ben metaforizzato nel conflitto tra il drago e il vescovo.

La leggenda popolare ha arricchito la storia con il dato dei “365 gradini”. San Silvestro ha scacciato gli idoli da Roma e ha man mano cristianizzato i giorni profani a Dio: ha quindi progressivamente convertito i 365 giorni dell’anno alla fede cristiana affinché ogni dì fosse un gradino in su verso Dio. Prima però era necessario scendere negli inferi pagani e sconfiggere nel loro regno gli antichi dei. Solo così avvenne la cristianizzazione dell’impero che, a parte questi toni narrativi accesi, fu tutt’altro che un processo violento. San Silvestro ha così traghettato l’intera storia verso Cristo e ha contribuito alla Salvezza delle anime di un popolo che era già smarrito spiritualmente. La fine del vecchio anno pagano segna l’inizio dell’anno cristiano con San Silvestro che fa da ponte e tutela il calendario affinché tutto sia indirizzato alla Salvezza.

Il nostro santo ha dovuto nella storia pagare il fio di aver avuto come sponsor ufficiale un grande principe, l’imperatore Costantino. Siamo in un’epoca germinale per la Chiesa Cattolica e il principato ha ancora potere decisionale sul vescovo di Roma, che è per lo più una carica onoraria (occupando il seggio di San Pietro). Non dobbiamo tuttavia sminuirlo se nel suo agire ebbe il supporto imperiale. Le chiese locali erano ancora parzialmente autonome e la voce di San Silvestro, che preannunciava tempi nuovi, restava purtroppo inascoltata. Senza contare poi l’eresia donatista e quella ariana che già dividevano la nascente cristianità. La confusione era tale che Silvestro avrebbe rischiato di rimanere inascoltato. Costantino comprese la fondatezza delle sue parole e assecondò quel vescovo che aveva incontrato molti anni prima sul Monte Soratte prima di affrontare Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio. I tempi nuovi erano appena iniziati e San Silvestro era l’uomo che la Provvidenza aveva scelto per il trionfo di Cristo.

di Alfredo Incollingo

Fonte: http://www.campariedemaistre.com

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