Ruolo della donna. Una prospettiva cattolica




Nella fede cristiana, che la Chiesa Cattolica ci ha tramandato fin dalle origini, si parla di sottomissione della donna nel Matrimonio. Nel più ampio contesto sociale, non è questione di sottomissione, ma di ruoli che rispettino l’indole maschile e l’indole femminile.
Purtroppo, in una società perversa e adultera come la nostra, se si accenna alla sottomissione della donna si può essere fraintesi. Del resto, bisogna avere saggezza; lanciare questo concetto in un ambiente mondano, con delle mezze frasi, è logico che attiri l’incomprensione generale.
Comunque, la preclusione verso questa verità di fede, già espressa da San Paolo nella Sacra Scrittura (Ef 5, 22-33), mostra se non altro tre diversi problemi: superbia, confusione e delusione.
Innanzitutto viene la superbia, primo peccato di satana omicida e impostore. La superbia acceca la ragione e indurisce il cuore, pervertendo lo sguardo umano persino sulla Parola di Dio. Così, la creatura impazzita trova il male là dove il Creatore le rivela il suo Amore.
Poi si vede che c’è confusione, perché si confonde l’umano con il divino, ciò che è cristiano con ciò che è mondano. La sottomissione in senso mondano è profondamente degradante, perché il mondo attuale è il degrado fatto realtà.
Per terza, si coglie la delusione. Dietro il rifiuto della sottomissione all’uomo nel Matrimonio, c’è un’inconsapevole ma alquanto fondata delusione per l’uomo com’è oggi: un misero ribelle. E come si può pensare di sottomettersi a uno che già di per sé è un ribelle?
Eppure, anche nei matrimoni di oggi, purché siano un sacramento cattolico, la sottomissione cristiana della donna è indispensabile per la santità e l’unità del Matrimonio.
Ora, sottomissione non vuol dire che la donna debba accettare di fare qualcosa che è peccato, mortale o veniale. La donna non è tenuta a fare alcun peccato.
San Paolo rivela a noi credenti che il Matrimonio cristiano imita l’amore tra Cristo Signore e la Chiesa. Gli atteggiamenti amorevoli di Cristo verso la Chiesa, e della Chiesa verso Cristo, sono quelli che devono avere il marito e la moglie l’uno per l’altra.
La Chiesa è sottomessa a Cristo, ma è anche il suo Corpo, parte inseparabile di Lui, amata con Amore non solo di Signore e Amico, ma di Sposo eterno.
Il Matrimonio cristiano non è un’avventura alla cieca, ma una realtà soprannaturale, un vincolo sacro d’amore voluto e sostenuto da Dio. Poi non bisogna mai dimenticare i figli: una vera donna cristiana è disposta a sacrificarsi per il bene dell’unione coniugale, ma più ancora per il bene della prole. Ricordiamo anche qui che la procreazione e il bene dei figli sono il fine primario del Matrimonio, e rappresentano l’amore più grande, quello di chi dona la vita.
Se la sposa vuole essere santa, deve essere sottomessa in tutto allo sposo, nelle cose piccole come in quelle grandi. Tuttavia la sposa non deve la minima obbedienza quando si tratta di commettere un peccato. In più, essere sottomessa non vuol dire che la moglie non possa consigliare il marito, anzi, è bene che il marito la ascolti con grande attenzione e ragioni con lei. Poi però, quando il marito prende una decisione finale, la moglie deve sottomettersi.
Il Matrimonio, come tutte le realtà vive, è un regno, e non ci possono essere due che decidono, in contrasto l’una con l’altro. Ricordate le parole del Signore Gesù a proposito dei suoi esorcismi? Gesù insegna (Lc 11, 17): «Ogni regno diviso in se stesso si distrugge e una casa rovina sull’altra».
Il Matrimonio va però vissuto fino in fondo come regno. Nel vero Matrimonio cristiano, l’uomo è sì re, ma la donna è regina. L’uomo ha la guida della famiglia, ma la donna è la gioia dei suoi occhi e del suo cuore. Ed è l’uomo che bacia devotamente la mano della sua sposa, mentre questo la donna non deve farlo mai. È la forza che deve inchinarsi verso la grazia, impersonata sempre dalla donna, e non viceversa.
Anche l’uomo deve essere sottomesso, a Dio e a Maria nostra Madre e Regina. Se infatti ci pensiamo, a chi nega la bontà della sottomissione della sposa cristiana, importa ben poco della donna. Il fine di queste persone, che lo confessino o meno, è distruggere il regno del Matrimonio per poter distruggere il Regno di Dio. A tanto arrivano le persone ispirate dal diavolo. Vivono per distruggere, come il loro ispiratore.
Ascoltiamo piuttosto il vero Magistero della Chiesa, come viene esposto da Papa Pio XI nell’Enciclica Casti Connubii:
“Una tale soggezione però non nega né toglie la libertà che compete di pieno diritto alla donna, sia per la nobiltà della personalità umana, sia per il compito nobilissimo di sposa, di madre e di compagna; né l’obbliga ad accondiscendere a tutti i capricci dell’uomo, se poco conformi alla ragione stessa o alla dignità della sposa; né vuole infine che la moglie sia equiparata alle persone che nel diritto si chiamano minorenni, alle quali per mancanza della maturità di giudizio o per inesperienza delle cose umane non si suole concedere il libero esercizio dei loro diritti; ma vieta quella licenza esagerata che non cura il bene della famiglia, vieta che nel corpo di questa famiglia sia separato il cuore dal capo, con danno sommo del corpo intiero e con pericolo prossimo di rovina. Se l’uomo infatti è il capo, la donna è il cuore; e come l’uno tiene il primato del governo, così l’altra può e deve attribuirsi come suo proprio il primato dell’amore”.
Abbiamo chiesto consiglio a un buon sacerdote, con una domanda in particolare: quali possono essere degli esempi di obbedienza da parte della sposa cristiana?
Ecco degli esempi di cose piccole. Mettiamo che ci siano da dipingere i muri di casa, e la moglie li desideri di un colore, magari indovinando il più adatto. Il marito però, ascoltandola o meno, poco o tanto, arriva alla decisione di un altro colore, magari meno adatto. La moglie, santamente, si sottomette alla decisione finale del marito.
Oppure il marito vuole che si parta per una certa destinazione vacanziera. La moglie fa presenti le eventuali buone ragioni in contrario, ma se la meta non è peccaminosa, si sottomette alla decisione finale del marito e inizia i preparativi per il viaggio.
Se invece il marito chiede alla donna di fare qualcosa che è peccato, con ciò cessa di rappresentare la Volontà e l’Autorità di Dio, e non deve essere seguito nel suo desiderio.
Le situazioni non sempre sono semplici, e bisogna valutare caso per caso. È bene che la donna si rivolga al Padre spirituale se ha dei dubbi di coscienza.
Purtroppo, soprattutto al giorno d’oggi succede che la moglie sia devota e il marito ateo o miscredente. A un tale marito, la moglie deve chiedere che lui rispetti la coscienza di lei.
Il primo bene da conservare nel Matrimonio, è comunque l’unità. Qualunque cosa succeda, non bisogna dimenticarsi di essere diventati marito e moglie con la benedizione, il sacramento e la grazia di Dio. Ridurre il Matrimonio a faccenda umana è da gente perversa, ed è questo che provoca tanti divorzi, convivenze e la disperazione dei poveri figli.
Abbiamo sempre l’umiltà di rivolgerci a Dio in tutte le necessità, e di invocare l’intercessione di Maria Madre di Dio e nostra.
di Isidoro D’Anna
Fonte: http://www.campariedemaistre.com

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