Precisazioni del Rettore del Seminario in merito alla notizia apparsa sul quotidiano Il Piccolo di domenica 14 febbraio 2016, ove si riporta di una "maxi causa ai vertici della Curia".

Precisazione in ordine ad un recente articolo di stampa




In merito alla notizia apparsa sul quotidiano Il Piccolo di domenica 14 febbraio 2016, ove si riporta di una “maxi causa ai vertici della Curia” per danni, merita precisare che sulla base delle risultanze sin qui emerse detta azione giudiziaria appare del tutto destituita di fondamento.
La società Gruppo Progenia srl di Treviso effettivamente ha offerto al Seminario Vescovile di Trieste di realizzare un impianto di generazione di energia, prospettando che sarebbero stati ridotti i consumi, abbattuti i costi e l’inquinamento.
Secondo Progenia, grazie a contributi pubblici e ai minori oneri, in un congruo periodo di tempo l’importante investimento sarebbe risultato economicamente vantaggioso per le casse, decisamente vuote, del Seminario Vescovile.
Per poter far fronte ai costi preventivati, il Seminario avrebbe dovuto ricorrere al finanziamento di un istituto creditizio.
Progenia, in tale ottica, aveva promesso che avrebbe seguito qualsiasi aspetto, sia tecnico che amministrativo che finanziario, per il buon fine dell’operazione.
Tuttavia, dopo oltre un anno dalla promessa ed essendo prossimi alla scadenza i termini per ottenere i contributi pubblici necessari, Progenia non aveva prodotto alcun progetto attuabile, ancorché di massima.
Basti pensare che non era stato neppure individuato il sito (richiedente non meno di 200 metri quadri di superficie) ove collocare l’impianto e neppure ottenuta alcuna autorizzazione da parte degli Enti pubblici competenti.
In tale situazione, non esistendo e non potendo esistere un contratto attuabile, le risultanze dell’analisi effettuata da un consorzio dell’Università Politecnico di Milano hanno indotto l’istituto di credito a non erogare il finanziamento.
Essendo il finanziamento un presupposto essenziale per validamente impegnare l’Ente Ecclesiastico, non si è potuto far altro che prendere atto dell’inesistenza degli elementi minimi per pervenire alla conclusiva stipulazione contrattuale.
La diffusione della notizia alla stampa da parte di Progenia, in assenza di elementi giuridicamente consistenti, rappresenta un tentativo di trasferire dalla sua naturale sede, ossia il procedimento civile, ad altri impropri contesti – com’è ormai di moda – nella speranza di raggiungere in via indiretta risultati che per via giudiziaria non potranno mai concretizzarsi!
Restiamo in fiduciosa attesa della sentenza del tribunale.
Trieste, 16 febbraio 2016.
Don Pier Emilio Salvadè
Rettore del Seminario Vescovile

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