Iniziativa di Mission Moldova in una scuola media di Viareggio.

Piccoli genitori crescono




La testimonianza di una volontaria di Mission Moldova, Margherita Ciuch, in relazione al volontariato ed al tema delle adozioni a distanza.

Siamo stati invitati presso la scuola media di Raffaello Motto di Viareggio (LU), per raccontare le nostre esperienze di volontariato in Moldova, in quanto i ragazzi delle classi I, II e III avevano espresso la loro intenzione di adottare un bambino a distanza, uno degli obiettivi di cui si occupa la nostra Associazione, Mission Moldova.

La nostra trasferta — siamo partiti in otto —, era la prima nostra “testimonianza” a dei ragazzi così giovani. Giunti a Viareggio, subito veniamo accolti dalla professoressa Luciana, insegnante di religione ed artefice dell’iniziativa. Ci dirigiamo così in aula Magna. «Bene, facciamo un gioco — sono state le nostre prime parole ai ragazzi —. Immaginate che sia estate e che dobbiate partire per un viaggio di due settimane in Moldavia. La storia di questo Paese la conoscete, l’avete studiata appositamente in preparazione di questo incontro, sapete che è il paese più povero d’Europa e le professoresse vi hanno spiegato che una percentuale altissima di bambini sono definiti “orfani sociali”, ovvero i genitori ce li hanno, ma sono dovuti emigrare in Europa o in Russia perchè non riuscivano a mantenere la loro famiglia. Ora vi diamo un foglio e tra cinque minuti sentiamo cosa vi portereste dietro». Sono più veloci di quanto avremmo mai potuto immaginare e iniziamo prendendo a campione alcune liste. Leggendo ci cadono gli occhi su “28 magliette”, uno di noi esclama «28 magliette per due settimane? Avete paura di sporcarvi troppo?», e capiamo che è il momento di iniziare a raccontare a quei ragazzi qualcosa che non si trova sui libri di geografia.

«Sapete, con 28 magliette, riuscireste probabilmente a vestire 28 bambini di Varvareuca per alcune settimane, forse anche più. Quando andiamo lì in estate, i bimbi che vengono a giocare con noi sono vestiti uguali per tutto il tempo della nostra permanenza. Però mica puzzano, si lavano ogni giorno!». Risate. «Si lavano nonostante spesso l’acqua in casa non ci sia. La prendono dai pozzi, ce ne sono diversi nel paesino, e la gente sa da quali si può attingere. E non puzzano nonostante dormano in cinque in un unico letto, in case di dieci mq dai tetti d’amianto. D’inverno nelle case bruciano legna e plastica per scaldarsi. A dicembre c’erano -19°C e i bambini accoglievano noi, vestiti come per andare a sciare, in felpa, pantaloni del pigiama e ciabatte, tutto questo sulla neve. Però nonostante abbiano poco o niente, sanno abbracciarti in un modo che nessun altro sa fare». E così continuiamo, seguiti con grande e silenziosa attenzione. Alla fine riceviamo i soldini che gli studenti avevano raccolto, racimolando centesimi dalle paghette, e proponiamo di scrivere delle letterine a Kristi, il piccolo scelto per loro. E quando leggo su una di queste «Ciao Kristi, come stai? Mi dispiace per quello che stai passando, spero che starai meglio prima o poi. Ti voglio bene, ciao», penso alla frase «Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini».

Margherita Ciuch
Volontaria Mission Moldova

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