La CGIL una volta era un sindacato che si occupava di lavoro e salari. Ora è una agenzia che presenta ricorsi al Consiglio d'Europa perché l'Italia non farebbe il suo dovere in tema di aborto. Come cambiano i tempi. Purtroppo.

Per la CGIL l’aborto, e non il lavoro, deve essere centrale nelle decisioni politiche




Il terrificante dormiveglia della Cgil, in epoca Renzi, si è interrotto di colpo. Sui temi del lavoro? No, su quelli dell’aborto.
Sul Corriere della Sera (11 aprile) si legge che il Consiglio d’Europa a Strasburgo, nell’accogliere un ricorso della Cgil, ha sentenziato: «Le donne in Italia continuano a incontrare “notevoli difficoltà” nell’accesso ai servizi d’interruzione di gravidanza, nonostante quanto previsto dalla legge 194 sull’aborto. L’Italia viola quindi il loro diritto alla salute». Quindi, secondo il Consiglio, l’Italia è contro la salute delle donne per via del fatto che molti medici si rifiutano di uccidere un bambino nel seno di una donna in gravidanza.

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, chiosa entusiasta e trionfante su La Repubblica: «Una sentenza importante, perché ribadisce l’obbligo della corretta applicazione della legge 194, che non può restare soltanto sulla carta». La dichiarazione di Strasburgo, insomma, «riconferma che lo Stato deve essere garante del diritto all’interruzione di gravidanza libero e gratuito, affinché le donne possano scegliere liberamente di diventare madri».

Già nel 2013 la Cgil aveva presentato al Consiglio un ricorso nel quale si affermava la cattiva applicazione dell’art. 9 della Legge 194/78, che – scrive il Corriere – «regola il diritto all’obiezione di coscienza del personale medico» ma, contemporaneamente, prescrive «che gli ospedali e le regioni devono assicurare sempre il diritto di accesso ai trattamenti interruttivi della gravidanza». L’art. 9, anzi, avrebbe violato la «Carta sociale europea», poiché «non precisa quali misure specifiche devono essere prese per garantire una adeguata presenza di personale medico non obiettore in tutte le strutture ospedaliere pubbliche».

Nell’esporre le proprie rimostranze a Strasburgo, la Cgil aveva pure snocciolato alcune cifre, secondo cui «a livello nazionale gli obiettori variavano tra un minimo del 67% al nord e l’80,5% al sud». Troppi, insomma, per la Cgil. Qualcosa andava fatto. Allarmatissimi anche quelli del Movimento Cinque Stelle: «Le estreme conseguenze di questa situazione sono il ritorno al cosiddetto aborto clandestino ‘mascherato’», nonché un «maggiore rischio di complicazioni per le donne, fino alle estreme conseguenze di drammatici decessi».

Ma ora tutto è a posto. Il Consiglio d’Europa ha bacchettato a dovere l’Italia, che dovrà adeguarsi. Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, sentenzia perentoria a sua volta: «L’Italia non può più rinviare un intervento legislativo sia per normare l’obiezione di coscienza […] e sia per un albo pubblico dei medici obiettori». Gli obiettori, cioè, dovranno essere opportunamente schedati e tenuti sotto controllo. Non sia mai che in un ospedale non si trovi qualcuno che procuri l’aborto.

Il Grande Occhio dovrà allora spiare con più efficacia – spiega Livia Turco, ex Ministro non rimpianto della Sanità: «Ci deve essere una vigilanza concreta». E tuona: l’«Italia deve fare di più e meglio», poiché «il tema dell’aborto deve essere centrale nelle decisioni politiche e non marginale come invece è». Non il lavoro, la disoccupazione, le condizioni pietose dei malati, l’implosione della scuola pubblica, i furti del fisco. Ad essere centrale dev’essere invece l’aborto.
Quindi attenzione. Diceva Orwell in “1984”: «Il Grande Fratello vi guarda. Ha la funzione di agire da catalizzatore dell’amore, della paura e della venerazione».

Una risposta a “Per la CGIL l’aborto, e non il lavoro, deve essere centrale nelle decisioni politiche”

  1. Daniela ha detto:

    Certo che quello che conta per chi ci governa non è salvare la persona ma ucciderla . Ci si preoccupa solo a fare sesso poi se la donna rimane incinta, eliminiamo il bambino. Un giorno dovremo rendere conto a Colui che è più Grande e ha il potere su ognuno di noi….

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