“Parigi brucia”. E’ l’11 settembre della Francia Stato di emergenza nazionale. Chiuse le frontiere




A neppure un anno dalla strage al Charlie Hebdo, Parigi è finita di nuovo nell’incubo del terrorismo. E nel peggiore dei modi. Le cifre parlano chiaro: si tratta del più grave assalto mai subito dalla capitale francese in tempi recenti. Sette attacchi simultanei, più di 150 morti. La matrice è chiara. Gli assalitori gridavano “Allah u Akhbar” mentre sparavano con mitra e fucili su gente ignara. E l’Isis ha subito rivendicato l’azione. “Parigi brucia” è stato il primo messaggio lanciato su Twitter dallo Stato Islamico.

L’attacco è incominciato ieri sera, durante l’amichevole Francia-Germania. Tre grandi esplosioni, che si sono udite distintamente anche dentro lo Stadio di Francia, dove il presidente François Hollande stava assistendo alla partita. Per lunghi minuti nessuno ha realizzato cosa stesse accadendo e la partita è continuata. Poi i servizi di sicurezza hanno fatto immediatamente evacuare il capo di Stato francese e lo stadio è stato transennato. Il pubblico, che stava iniziando a uscire, è stato rimandato indietro e ha passato il resto della serata nel campo da gioco. Prima lo Stato Islamico, poi anche la polizia francese hanno confermato due attacchi suicidi, mentre la terza esplosione sarebbe quella di una bomba. Nel frattempo, nel cuore di Parigi, vari commandos di terroristi stavano scatenando un inferno, con una serie di attacchi simultanei. La strage peggiore è avvenuta nello storico locale Bataclan. Durante un concerto, i terroristi hanno iniziato a sparare sul pubblico, con fucili a pompa e automatici. Contemporaneamente, altri terroristi aprivano il fuoco sui clienti del ristorante Petit Cambodge, nel X Distretto della capitale, in pieno centro, sparando su tutto quel che si muoveva.

La polizia ha subito evacuato le strade, invitando la gente a restare chiusa in casa, mentre notizie di altri attacchi continuavano ad arrivare da segnalazioni di cittadini: Place de la République, Beaumarchais, il caffé La Belle Equipe, erano tutti luoghi sotto attacco. Al Bataclan la tragedia non era affatto finita con la sparatoria: i terroristi avevano preso anche decine di ostaggi nel pubblico. Le forze speciali della polizia, dopo aver ricevuto rinforzi, hanno lanciato un contrattacco, senza attendere i tempi lunghi di una trattativa ormai inutile: i terroristi avevano già iniziato ad assassinare gli ostaggi. Un gruppo di una trentina di prigionieri è stato liberato. Tre terroristi sono stati uccisi, quattro si sono fatti saltare in aria. La polizia, che ha concluso il blitz all’1 di questa mattina, ha trovato “una carneficina”. Si parla, secondo un bilancio provvisorio, di circa 100 morti nel solo Bataclan. Mentre questa azione era in corso, arrivavano altre notizie di una nuova sparatoria, stavolta nel centro commerciale Les Halles.

Il presidente Hollande, dopo aver riunito il governo presso il ministero degli Interni, ha proclamato lo stato d’emergenza nazionale. E’ la prima volta che viene dichiarato dal 1944. Le frontiere saranno chiuse, verrà limitata la circolazione, la polizia avrà mano più libera nel condurre ispezioni a tappeto.

La Francia, che da questa estate è in prima linea nella guerra contro lo Stato Islamico, è stata colpita al cuore. Si tratta di un vero “11 settembre di Parigi”. Per Barack Obama è un “attacco all’umanità”. Per il premier Matteo Renzi è un “attacco al cuore dell’Europa”. E il ministro Alfano ha annunciato l’innalzamento degli standard di sicurezza anche in Italia. Ma la sicurezza europea trema: come è stato possibile, dopo appena 10 mesi dal massacro di Charlie Hebdo? Come è stato possibile che dei terroristi suicidi si siano fatti esplodere a poche centinaia di metri dal Presidente della Repubblica francese? E l’Isis avverte: “Adesso tocca a Roma, Londra e Washington”.

di Stefano Magni

Fonte: http://www.lanuovabq.it

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