Ancora troppo scarsa la mobilitazione contro l'approvazione della legge Scalfarotto da parte del Senato, che la discute in sedute notturne a fari spenti. Intanto a Trieste arrivano le Sentinelle in Piedi e Giancarlo Cerrelli.

No alla legge Scalfarotto




La legge Scalfarotto contro l’omofobia è in discussione al Senato. Le cronache ci hanno riferito di sedute notturne e di blocco degli interventi. Varie proteste si sono sollevate, come per esempio quelle del Forum delle Associazioni familiari per questo singolare modo di procedere. Molti sono dell’idea che la si voglia far passare in fretta e in furia e alla chetichella.

Nei prossimi giorni sono previste nuove manifestazioni delle Sentinelle in Piedi: sabato 14 a Genova e a Triestem in piazza Unità davanti alla Prefettura, domenica 15 a Milano. A Trieste martedì 17 arriverà Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dei Giuristi cattolici italiani, che parlerà nella sala del teatro del santuario di Santa Maria Maggiore sul tema “La legge anti–omofobia: progetto ideologico o vera necessità?”. Dell’avvocato Cerrelli si era parlato qualche settimana fa perché escluso da Domenica In a causa delle sue idee contrarie alla legge in discussione.

Nei giorni scorsi è stata battuta al Parlamento europeo la “risoluzione Estrela”, dal nome della deputata portoghese proponente Edite Estrela. Se fosse passata avrebbe garantito il diritto all’aborto, avrebbe devastato la famiglia e impedito l’obiezione di coscienza dei medici che in molti Paesi europei raggiunge il 70 per cento. Questo risultato si è potuto ottenere tramite la mobilitazione popolare: solo Citizen Go ha raccolto nel corso degli ultimi mesi circa 100 mila firme in tutta Europa. E’ la stessa mobilitazione che si sta mettendo in atto contro la legge  Scalfarotto da parte delle Sentinelle in Piedi e di altri movimenti ed associazioni.  Vita Nuova si è fin da subito mobilitata in questo senso ed ha continuato e continua a farlo. Ma se la legge viene discussa di notte a fari spenti, la mobilitazione diventa più difficile.

La legge Scalfarotto non ha niente a che fare con l’omofobia, considera naturale la tendenza omosessuale e impedisce di dire pubblicamente che la famiglia naturale è solo quella tra un uomo e una donna. Chi lo affermasse e lo insegnasse sarebbe accusabile di omofobia. Inoltre la legge aggraverebbe la situazione educativa nelle nostre scuole in quanto legittimerebbe una educazione alla identità sessuata non più rispettosa della complementarietà naturale tra maschio e femmina. Già oggi, come abbiamo più volte denunciato su Vita Nuova, si è molto avanti in questo senso e accade che il rapporto sessuale contro natura viene insegnato nei corsi di educazione sessuale come normale, insieme alle varie forme di contraccezione, anche quella chimica con possibili effetti abortivi.

L’esito positivo della risoluzione Estrela è stato possibile perché ai voti del Partito popolare europeo e dei Conservatori si sono aggiunti anche quelli di una pattuglia di parlamentari italiani del Partito democratico tra cui Patrizia Toia, Silvia Costa, David Sassoli, Mario Pirillo, Franco Fri­go e Vittorio Prodi. Speriamo che possa accadere lo stesso anche in Senato.

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