L'Arcivescovo ha inaugurato il primo anno accademico della Scuola di Dottrina sociale della Chiesa per la formazione all'impegno sociale e politico, nuova e preziosa realtà culturale della Chiesa tergestina.

Nasce a Trieste la Scuola di Dottrina sociale




Nel tardo pomeriggio di ieri, nel giorno in cui la Chiesa festeggia san Giuseppe castissimo sposo della Beata Vergine Maria, la nostra diocesi ha visto nascere la propria Scuola di Dottrina sociale della Chiesa per la formazione all’impegno sociale e politico.

A presentare ed avviare i lavori della Scuola a palazzo Economo, l’Arcivescovo – che proprio ieri festeggiava il quattordicesimo anniversario di consacrazione episcopale – ha tenuto una ricca lectio inaugurale.

Monsignor Crepaldi, prima di indicare le caratteristiche della Scuola e le peculiarità del programma formativo proposto, ha inteso offrire un quadro alto della Dottrina sociale e come segnalare i pericoli e le sfide entro i quali si colloca l’impegno socio-politico dei cattolici oggi.

“Quando la Chiesa si interessa della politica non è mai per motivi politici, ma religiosi e morali. Religiosi, perché la politica è un campo da evangelizzare e può essere a sua volta evangelizzante. Morali, perché la politica sia campo ove si rispetta e si completa l’ordine del creato” con queste parole l’Arcivescovo ha aperto il proprio discorso inaugurale subito denunciando un “doloroso paradosso”, quello di una politica che si vuole de-ideologizzata mentre invade sempre più ogni sfera della vita umana pretendendo ridefinire il matrimonio, la maternità, la stessa identità sessuale secondo criteri che costituiscono essi stessi una violenta ideologia.  È il paradosso delle ideologie libertarie che negli anni Sessanta e Settanta ingaggiarono battaglia per espellere lo Stato dal maggior numero possibile di sfere esistenziali in nome di un liberalismo individualistico mentre ora, quelle stesse ideologie, invocano l’azione statale (persino coercitiva) per imporre certe visioni in campo familiare, sessuale, educativo, etc.

È il paradosso di vedere che “ciò che una volta si praticava in tono contestativo ed antisistema, oggi viene insegnato a scuola”, ad esempio in materia sessuale. Sempre più alla ingegneria sociale si somma un vero e proprio tentativo di ingegneria antropologica finalizzato a ridefinire l’umano.

A tutto ciò, segnala monsignor Crepaldi, si deve aggiungere la presa d’atto della fattuale scomparsa dei cattolici in politica. Non che manchino politici che si dichiarino cattolici, manca il cattolicesimo politico ovvero laici impegnati in politica coerentemente con l’insegnamento della Chiesa. Al riguardo l’Arcivescovo ha portato ad esempio l’approvazione a Strasburgo dei Rapporti Tarabella e Panzeri anche grazie al voto di molti europarlamentari così detti “cattolici”.

Il problema, come ha rilevato monsignor Crepaldi, attiene ad una errata concezione del rapporto Chiesa-mondo, in ultima analisi allo smarrimento delle vera fede perché “la Dottrina sociale non parte da se stessa, ma dal deposito della fede, dalla dottrina della Chiesa, dalla dogmatica cattolica, dalla morale insegnata dalla Chiesa, dall’insegnamento del magistero, dall’ininterrotta tradizione. Se i cattolici non convergono su questo, divergeranno anche sulla Dottrina sociale della Chiesa e sulle sue applicazioni”. Il tradimento della Dottrina sociale da parte di molti politici dichiaratisi cattolici è così il sintomo di un più generale e più radicale sviamento.

Nelle parole che l’Arcivescovo ha dedicato all’ispirazione mariana della Dottrina sociale l’altezza del dogma e la bellezza della Vergine hanno gettato luce inaspettata sulle verità del mondo socio-politico mettendo, ad esempio, in rilievo l’assurdità del naturalismo (anche politico), assurdità che il dogma dell’Immacolata Concezione supremamente conferma.

Da ieri, quindi, la Chiesa e la città di Trieste dispongono di un prezioso strumento di formazione all’impegno sociale e politico, vero centro di apostolato sociale per “l’annuncio di Cristo nelle realtà temporali”.

Il primo anno accademico della Scuola sarà dedicato alla trattazione dei fondamenti filosofico-teologici della Dottrina sociale della Chiesa.

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