Messaggio alla Diocesi




Carissimi fratelli e sorelle,

giungo a voi con questo mio messaggio, dopo il tragico evento del suicido di don Maks Suard, che mi ha molto scosso e addolorato, unitamente ai suoi congiunti a cui va la nostra vicinanza, e che ha profondamente colpito tutta la comunità cattolica di Trieste. In tutta la vicenda mi sono mosso per rispondere congiuntamente alle seguenti doverose esigenze: in primo luogo, all’esigenza di giustizia, di comprensione e di affettuosa attenzione nei confronti della ragazza che fu oggetto di improprie attenzioni quando era ancora minorenne con le comprensibili e dolorosissime conseguenze; in secondo luogo, all’esigenza di salvaguardare il bene della Chiesa e della sua attività ministeriale ed educativa; in terzo luogo, all’esigenza di aiutare una persona e un sacerdote a reimpostare su condizioni esistenziali nuove la sua vita umana e cristiana. Purtroppo lo sforzo fatto è andato fallito con il suicidio di don Maks il quale, pur ammettendo con sincero pentimento il suo errore e pur disposto a intraprendere un cammino di vita su basi completamente nuove, a un certo punto non ha retto.

Si è così giunti all’evento tragico del suo suicidio, ascrivibile a quegli insondabili misteri del cuore umano che tante domande sollevano senza che si possa dare ad esse una plausibile risposta se non rimettendo il tutto al Signore crocifisso, sicuro approdo in cui trovare consolazione, luce e forza. È per me e per tutta la Chiesa di Trieste il giorno difficile del venerdì che tuttavia, nel fecondo dinamismo della fede, prepara la domenica della speranza cristiana. Speranza che indica a noi sacerdoti per primi la strada di una  piena e quotidiana fedeltà alla nostra vocazione; speranza che orienta  la Chiesa al pieno rispetto e alla piena valorizzazione di chi ripone la sua fiducia in essa; speranza che impegna tutti a non transigere in alcun modo di fronte a casi di violenza o di attenzioni improprie verso bambini e adolescenti; speranza che ci porta a coltivare con maggior fervore la preghiera e ad alimentare l’amicizia ecclesiale all’interno delle nostre comunità cristiane; speranza per vivere con gioiosa convinzione il Vangelo di Gesù e a sostenere i poveri, i deboli e chi cade nel peccato; speranza per risvegliare in tutti la forza rigenerante della fede e della carità cristiana.

Mentre affido al Signore misericordioso don Maks – Signore che, in queste circostanze, resta l’unico e vero depositario di ogni giudizio – colgo l’occasione per invocare su tutti voi la materna protezione della Madonna.

+Giampaolo Crepaldi 

Trieste, 30 ottobre 2014

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