Nell’Eucarestia si realizza l’ultima parola detta da Gesù prima di salire al cielo: "ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Omelia del Vescovo alla Messa in Coena Domini del Giovedì Santo.

Eucarestia: presenza reale del Risorto




MESSA IN COENA DOMINI

+ Giampaolo Crepaldi

Cattedrale di San Giusto, 17 aprile 2014

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1. Inizia con questa santa Messa in coena Domini il santo triduo pasquale, ed inizia proprio con il ricordo dell’istituzione dell’Eucarestia. Tutto questo ha un significato rilevante sul piano spirituale. Il sacrificio della propria vita che il Signore Gesù ha offerto sulla Croce, sacrificio attraverso il quale Egli è entrato nella nuova vita di Risorto, è l’evento che noi, in questi giorni, celebriamo. Di questo evento, santo e salvifico, l’Eucarestia è la presenza reale-sacramentale in mezzo a noi. La celebrazione della Messa è il sacramento del sacrificio della croce attraverso la ripresa rituale del segno del pane e del calice.

2. “Fate questo in memoria di me; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me”. La santa Eucaristia ha avuto inizio da questo ordine del Signore: fate. E che cosa è l’Eucaristia? Gesù stesso ci dice: “Questo è il mio Corpo che è offerto in sacrificio per voi“; “questo calice è la Nuova Alleanza nel mio Sangue“. Cristo stesso si rende presente nel suo donarsi in sacrifico per noi, per ricostruire la vera Alleanza fra ciascuno di noi e il Padre. Veramente nell’Eucarestia si realizza l’ultima parola detta da Gesù prima di salire al cielo: “ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Sì, fratelli e sorelle carissimi, nell’Eucaristia Gesù si fa davvero presente in un modo che più intenso non si potrebbe pensare. E’ presente col suo corpo, con la concretezza della sua carne umana, divinizzata dalla divina persona del Verbo; è presente con il suo sangue, cioè con tutta la sua vita, con la sua capacità di rinnovare e di far crescere, di rinvigorire e di allietarci; è presente nel suo donarsi al Padre per ridonarci la vita, a noi destinati alla morte a causa del peccato. In forza dell’azione trasformate dello Spirito Santo, il pane ed il vino diventano realmente il Corpo  offerto per noi, il Sangue effuso per i nostri peccati.

3. Carissimi fratelli e sorelle, il brano del Vangelo di Giovanni che è stato proclamato ci racconta che Gesù, nell’ultima cena con i suoi discepoli, lavò loro i piedi. Il racconto evangelico termina con le seguenti parole “Vi ho dato … l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”. E che cosa ha fatto il Signore? Ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Non ha dominato, ha servito; non si è glorificato, si è umiliato; non si è innalzato, si è abbassato; non ha preso, ha donato; non si è impossessato, si è arreso. Egli cioè ha introdotto un modo e una forma di rapporto con gli altri completamente diversi da quelli cui l’uomo si era ispirato fino ad allora.

4. Il Signore tuttavia non si accontenta di fare ciò che ha fatto. Egli dice: “come ho fatto io, fate anche voi”. Egli sa molto bene di che pasta siamo fatti. Non ci impone nessun comandamento se non dopo averci donato la possibilità reale di compierlo. Gesù con la sua Eucarestia ci rende partecipi della sua stessa capacità di amare; nell’Eucarestia noi diventiamo capaci di fare ciò che Cristo ha fatto. È dall’Eucarestia che fiorisce l’amore fedele degli sposi, l’oblazione pura delle vergini consacrate, la carità pastorale dei sacerdoti. Tutta la vita cristiana trova forma nell’Eucaristia. Contemplando il santo mistero eucaristico, rifiorisca nel cuore della Chiesa la gioia che dissolve ogni tristezza del cuore, la gratitudine che vince ogni timore, la fierezza che debella ogni pessimismo. Dio è sempre in mezzo a noi! Questa è l’Eucaristia!

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