Stallo nella situazione politica: tre certezze nella grande incertezza

Mattarella Superstar




Ci sono delle cose certe nell’incertezza della situazione politica e istituzionale dopo il no di Mattarella al nome del ministro Savona. La prima è che ci devono essere stati molti attori occulti che non ci saranno mai resi noti. Difficile individuare completamente cosa ci sia dietro a quel no di Mattarella. I giornali ci danno solo le briciole.

Oltre a questa di certezze ce n’è un’altra. Non è una grande novità ma ci eravamo abituati a convivere con essa in modo soddisfacente, ora è esplosa in tutta la sua evidenza: siamo un Paese a sovranità limitata. Qualcuno ha anche usato il termine “colonia”. Certe cose non si possono fare perché chi comanda non vuole.

Ce n’è infine una terza. Il gioco politico si concentrerà esclusivamente sul tema della sovranità, diventata ormai la questione delle questioni, con una polarizzazione di posizioni molto forte ed aggressiva. Il no a Savona ha da un lato allontanato ancora di più l’Unione Europea dal sentire degli italiani, ma dall’altro ha dato nuova voce agli europeisti convinti. Su questo la lotta sarà molto aspra.

Oltre a queste tre certezze altro di chiaro poco c’è. Si possono azzardare ipotesi interpretative, accentuare questo o quell’elemento, fare le previsioni per il futuro immediato e remoto.

Sul piano strettamente istituzionale a me è sembrata molto convincente la valutazione di Valerio Onida, costituzionalista di fama e già presidente della Consulta. Egli ha detto che il Presidente Mattarella poteva eventualmente sollevare una questione di costituzionalità sul patto di governo ma non censurare un nome. Il Presidente aveva condotto le consultazioni, da queste era emersa una possibile maggioranza, era stato nominato un presidente incaricato di formare un nuovo governo, costui aveva presentato un programma su cui il Presidente della Repubblica non aveva avuto niente da eccepire … a quel punto non c’erano motivi per censurare il nome di un ministro, cosa che assomiglia molto ad una invasione di campo di Mattarella sul governo e sul Parlamento.

La motivazione di salvare i nostri risparmi è relativa, sia perché proprio a causa di quel no lo spread è vertiginosamente salito mangiandosi i nostri risparmi, sia perché i risparmi ce li sta già mangiando l’attuale situazione economica e finanziaria.

Poi ci sono le ipotesi. C’è chi sostiene che Salvini abbia indicato Savona apposta sapendo che sarebbe stato bocciato per andare ad elezioni al più presto. La cosa può essere ed anche Di Maio si è lamentato di questo. Qualche altro dice che Savona aveva un piano segreto di uscita immediata dall’Euro. Può essere anche questo, ma nel programma non c’era scritto. Qualche altro fa notare che il nuovo presidente incaricato Cottarelli tempo fa voleva anche lui uscire dall’Euro. E pure questo può essere vero. Qualche altro infine ricorda tutte le volte che Mattarella ha lasciato correre sulla correttezza delle procedure, come per esempio nella approvazione della legge Cirinnà che doveva passare in Commissione e non c’è passata, oppure tutte le volte che egli ha nominato ministri molto discutibili senza fare una piega.

Anche Napolitano aveva direttamente designato dei ministri, ma lo aveva fatto con l’accortezza del vecchio comunista. Mattarella lo ha fatto con la fideistica convinzione propria di un (vecchio) esponente della sinistra democristiana.

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