Mamme vigilanti e meravigliose




“Le Mamme vigilanti”, a tradurlo letteralmente. Ma a leggerlo, si può intendere anche “Le meravigliose”.

Di sottotitolo fanno “Sono i fari che vegliano giorno e notte sulla generazione umana”.

Sono gruppetti di una decina di mamme, hanno un sito http://www.meresveilleuses.com/ , stanno sollevando la Francia contro le leggi che vorrebbero il matrimonio e le adozioni per le persone omosessuali. Perché hanno capito che tali gesti provocano uno stravolgimento dell’idea stessa di famiglia e di generazione. Non si tratta di negare a qualcuno uno o più diritti, si tratta di evitare a tutti il furto di umanità. E, si sa, le mamme sono lì apposta per difendere i propri figli; anzi, le mamme ci sono per difendere le une i figli delle altre, solo perché sono figli. Può nascere solo qui, nella certezza – forgiata nella natura, ovvero in ciò che c’è senza che lo si sia umanamente fabbricato – che i bambini hanno bisogno di un papà e di una mamma, la sfrontatezza di ritrovarsi nelle città di Francia del 2013 per passare le notti a cantare e a pregare, lumini accesi, sottovoce, come a sussurrare ninne-nanne ad una cultura che annaspa angosciata.

Dicono di sé: “Poiché sono mamme, sono disinteressate e solidali con iI bene comune, vogliono il rispetto delle donne, rifiutano l’idea che il ventre delle ragazze sia oggetto di mercato, vogliono proteggere i bimbi: non vogliono che possano essere volontariamente privati del padre o della madre da una legge francese. Mai più di una dozzina, offrono con la loro presenza discreta uno spazio di incontro pacifico e di condivisione profonda. La loro azione ha in animo di iscriversi nella durata, per essere una luce che risveglia le coscienze. Hanno le mani vuote, condividono quello che è loro donato. Le Mamme vigilanti/le meravigliose sono apolitiche e aconfessionali, ciò che le unisce è la loro determinazione di madri a difendere pacificamente il più debole”.

Sono a Parigi, a Caen, a Rennes, a Nantes, a Nizza, a Lione e a Tolosa. Hanno i contatti su twitter e su facebook, si danno appuntamenti all’ultimo minuto, usano i mezzi di comunicazione dei giovani e dei giovanissimi, ma incarnano una sollecitudine antica, anzi, atavica. Giovanni Paolo II lo chiamava “il genio femminile”, l’insopprimibile vocazione a prendersi cura dell’uomo, di tutto l’uomo, di ogni uomo. Papa Francesco la chiama tenerezza e raccomanda di non averne paura.

Sono le sentinelle del mattino, aspettano l’aurora e allertano dei pericoli, presidiano gli avamposti e le retroguardie.

A dire il vero sono spuntate quando ormai le infamie sono compiute, sembrerebbe: chi mai fermerà questo delirio che confonde il rispetto delle singole persone con la concessione di qualsiasi stravaganza? Benedetto XVI ce l’ha indicata come dittatura del relativismo, delirio tecnocratico, insignificanza della ragione.

Che sia davvero questa la medicina necessaria all’insipienza che domina sui media? Quella insipienza che dà come notizia rilevante che la marca di passeggino scelta da Kate prossima regina d’Inghilterra è proprio quella scelta anche da Elton John; o quella che cerca di convincerci che gli insulti al calciatore sono perché è di colore e non perché è un brocco?

Forse sì. Forse è davvero l’ultima espressione del “genio” femminile. Grazie, mereveilleuses!

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