Libri per un’estate mitteleuropea




Giunti alle tanto attese vacanze estive anche noi da buoni mitteleuropei vogliamo proporvi, sempre umilmente s’intende, qualche consiglio per rinfrancare lo spirito e la mente, oltre che il corpo, da portare con voi in valigia, ovunque andrete, mare o montagna. Come ogni giuria che si rispetti abbiamo scelto quindi una cinquina di testi (dalla storia, all’arte, alla spiritualità) che abbiamo sottoposto a votazione e vi sottoponiamo di seguito in ordine decrescente, con recensione in stile alla NY Times Review e un po’ di pepe quà e là per dimostrarvi anche noi – se vogliamo – sappiamo fare le cose in grande. Pronti a godervi la top five mitteleuropea di quest’anno? Vi siete messi comodi? Accomodatevi e a voi la scelta che più vi si confa….buone vacanze e buona lettura!

 5) Ioan Ploscaru, Catene e terrore. Un vescovo clandestino greco-cattolico nella persecuzione comunista in Romania, Edb, Bologna, pp. 476, Euro 30,00.

Chi ci segue sa che quest’anno ne abbiamo già parlato ma queste memorie autografe, vergate giorno dopo giorno, in condizioni umanamente indicibili, tra la prigione, la sofferenza e la solitudine – sotto stretta sorveglianza – valgono in pieno la spesa e la doppia citazione. Quello che è accaduto nei lunghi decenni in Romania tra Groza e Ceausescu e nessuno vi ha mai raccontato. Molti, semplicemente perché non sono più tornati e non potevano farlo. Una resistenza silenziosa dall’inferno sulla terra che si fa testimonianza di fede, luminosa ed eroica. Per la prima volta in italiano la storia indomita di un Vescovo che ha tenuto il pastorale fino alla fine e parla, a nome di tutti quelli a cui è stato impedito di farlo da un regime che – lo disse già Solzenitsyn – arrivò a superare gli abissi più inimmaginabili del male.        

4) Hans Sedlmayr, La Rivoluzione nell’arte moderna,Cantagalli, Siena, pp. 224, Euro 13,09.

Lo studio imperdibile del celebre storico dell’arte austriaco (ma nato in Ungheria), formatosi a Vienna con Julius von Schlosser, che insegnò a Monaco di Baviera e Salisburgo: uno che solo a vederlo evocava la più fine e ricercata identità mitteleuropea, artisticamente parlando. Figuriamoci a sentirlo. Qui è tutto scritto ma il risultato è ugualmente grandioso. Non c’è spazio per la retorica né per il politicamente corretto, e sulla modernità non le manda a dire: perché la verità, citando San Bernanrdo, è che noi uomini adulti del XXI secolo siamo appena nani sulle spalle di giganti. Uno che, se fosse ancora vivo, vorreste portarvi dietro in ogni città che non conoscete e per ogni museo che non avete visto. Perché la bellezza vera, come ve la spiega lui, non ve la spiega nessuno. Mirabile.  

3) Roberto Coaloa, Carlo d’Asburgo: l’ultimo imperatore, Il Canneto, Genova, pp. 300, Euro 18,00.

 Siccome, oggi più di ieri, sono le piccole ed emergenti case editrici a liberarci dall’egemonia conformista imperante che ci circonda dappertutto una citazione d’obbligo va anche a questo bel saggio della piccola Il Canneto, piccolo ma creativo laboratorio genovese, presentato recentemente a Gorizia e che ha incuriosito – a ragione, da sponde diverse – Avvenire e Il Sole 24 ore. Ne è autore un giovane storico milanese già confrontatosi con Risorgimento e Prima Guerra Mondiale. Il protagonista è l’ultimo imperatore Beato (e chissà, forse Santo, domani) della storia d’Europa. Di Carlo, spesso, si pensa di saper tutto ma forse non è così. Coaloa ha viaggiato per biblioteche e archivi, ascoltato testimonianze e devoti (perché ci sono anche i devoti) e ne ha steso un ritratto inedito che allarga la lente d’ingrandimento sulla famiglia dando conferma, tra l’altro, di un vecchio adagio: dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna. Zita, in questo caso. Che gli diede otto figli e li educò uno per uno, da vedova, cristianamente. Oggi è Serva di Dio. 

 2) Friedrich Reck-Malleczewen, Il re degli anabattisti. Storia di una rivoluzione moderna, Res Gestae, pp. 264, Euro 18,00.

 Un classico ormai da tempo fuori catalogo (negli anni Settanta lo pubblicò la solita Rusconi) meritoriamente ristampato da un’altra piccola casa editrice da seguire con attenzione. Tanto sconosciuto al grande pubblico quanto da raccontare nelle scuole. Narrativamente costruito benissimo, racconta un fatto reale accaduto nella Germania luterana all’alba della modernità: la madre di tutto le utopie, politiche quanto religiose, ovvero la rivolta di Műnster (1535-1536), che per tornare al ‘vero Cristianesimo’ (ovviamente senza la Chiesa) finì nel totalitarismo ante-litteram, nel crimine più spietato e, letteralmente, nel cannibalismo. Altro che Medioevo. Quando la realtà supera la fantasia. Da leggere e far leggere, perché, come diceva quello, a volte ritornano. Gli spettri e pure le utopie. La prova provata che una volta negata l’esistenza del peccato originale, tutto, ma proprio tutto, è veramente possibile.             

 1)      Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, Sonzogno, Venezia, pp. 173, Euro 17,00.

 In cima a tutti, però, quest’anno non poteva che esserci il Papa più mitteleuropeo della storia della Chiesa. Che ci ha spiegato e ri-spiegato, con pazienza ma anche con umiltà, che fede e ragione vanno insieme e che il Cristo della Fede (diversamente da quanto aveva detto l’esegesi che la fece da padrone in Germania nel secolo scorso) aiuta a scoprire anche il Cristo della storia. Perché, come sempre, nella catholica tutto si tiene e non c’è virtù più sanamente cattolica dell’equilibrio. Questo è l’ultimo volume della trilogia su Nostro Signore scritta tutta in pochi anni e ancora tra i best-seller. L’ultimo regale di un grande Pontefice da tenere a portata di mano, perché la verità non passa mai di moda e la risposta oggi come ieri è solo una: la Croce che si erge sul Golgota e ha abbracciato, nel suo infinto amore misericordioso, tutta l’umanità di tutti i tempi, per l’eternità.

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