L’Europa che amiamo




In occasione della pausa estiva da qualche tempo siamo soliti consigliare una serie di libri da mettere in valigia per passare fruttuosamente le vacanze. Quest’anno, però, vorremmo fare un’eccezione. O meglio, per una volta, provare a unire l’utile al dilettevole, consigliando un libro che sia anche una guida sicura per qualche pellegrinaggio sui numerosi luoghi di Grazia della Mitteleuropa in modo da unire magari la lettura e la meditazione dello spirito all’esperienza pratica. Detto-fatto, il libro che abbiamo scelto per voi è Pellegrino a quattro ruote. Sulle strade d’Europa (Edizioni Sugarco, Milano, Pp. 246, Euro 18,00), di padre Livio Fanzaga, la popolare voce bergamasca di Radio Maria. In questo testo infatti, pubblicato qualche tempo fa ma non per questo meno attuale, il predicatore scolopio condensa in dodici agili capitoli una vera e propria geografia dello spirito europeo che va dai luoghi – più e meno celebri – delle apparizioni mariane alle grandi cattedrali medievali, ai monasteri, alle tombe dei Santi. Il risultato è un vero e proprio diario di viaggio e una guida pratica utilissima per il pellegrino che voglia mettersi in viaggio alla ricerca visibile delle radici cristiane d’Europa. Escludendo per ovvi motivi l’Italia, Fanzaga suggerisce diverse tappe in Europa Occidentale nelle terre di più ‘antica tradizione cristiana’ (da Rue du Bac, Chartres e Lourdes in Francia a Santiago de Compostela e Avila in Spagna, a Fatima in Portogallo) ma non manca di soffermarsi anche sulle terre nordiche e orientali, Mitteleuropa compresa. Ecco quindi l’immancabile Praga con la monumentale cattedrale di San Vito, Breslavia con quella di San Giovanni Battista, e soprattutto Cracovia con il Wavel (e la cattedrale di San Venceslao, vero cuore religioso della Polonia semper fidelis),i luoghi del culto alla Divina Misericordia e Santa Faustina, senza dimenticare la Cattedra episcopale di un certo San Giovanni Paolo II. E ancora la vicina Wadowice, dove nacque proprio Wojtyla che lì passò la sua giovinezza, Auschwitz – che fu l’ultima tappa terrena di Santi del calibro di Massimiliano Kolbe e Teresa Benedetta della Croce – fino a Czestochowa, con la celeberrima e veneratissima icona della Madonna nera. Ma, come detto, ce n’è anche per gli appassionati dell’Europa centrale, in luoghi che non ti aspetteresti mai perchè – per dirne una – proprio nel posto apparentemente meno spirituale d’Olanda, Amsterdam, si trova invece la cappella della Signora di tutti i popoli dove ebbero luogo, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, delle apparizioni mariane, riconosciute recentemente dall’autorità ecclesiastica, legate alla diffusione del culto della Vergine venerata come Madre di tutti i popoli e che richiamano ogni anno gruppi di pellegrini un po’ da tutte le parti. Già, proprio ad Amsterdam. Una volta lì, il viaggio è anche un’occasione per apprezzare la passata storia religiosa della regione un tempo tra le più ferventi del Vecchio Continente (fino al XVI secolo le antiche Fiandre cattoliche comprendevano in effetti gli attuali Belgio, Lussemburgo e Olanda) come dimostrano i santuari ancora oggi presenti e il culto nazionale della Vergine che – ad esempio – è da tempo immemore Patrona del Lussemburgo (e dalle parti del Granducato ricordano ancora con commozione l’ottava di ringraziamento alla Madonna al termine dell’ultima guerra mondiale quando 13.000 reduci lussemburghesi – tornati a casa indenni dal conflitto – vollero manifestare pubblicamente l’affetto filiale alla loro Madre del Cielo). E ancora aneddoti, piccole agiografie, racconti edificanti, preghiere, persino indicazioni gastronomiche per rifocillare anche il corpo dopo aver dissetato l’anima. Gli itinerari proposti, dalla Svizzera ai Balcani, dalla Germania alla Repubblica Ceca, sono veramente tanti e naturalmente ognuno è libero di scegliere quello che più gli piace, o anche solamente una parte. La cosa veramente importante, però, è che anche grazie a letture del genere in ultima analisi si rafforzi, soprattutto tra i più giovani, l’identità della propria fede e la memoria della propria cultura spirituale perchè le ‘radici cristiane’ non siano viste sempre più come un vago riferimento ideale simil-folkloristico ma come il frutto bi-millenario ereditato duramente e con fatica da chi ci ha preceduto nei secoli, un tesoro inesauribile da conservare – evangelicamente – e possibilmente la bussola che orienti il nostro agire pubblico, anche sociale. Insomma qualcosa per cui testimoniare e battersi con convinzione nella vita quotidiana e da far fruttare, a maggior gloria di Dio, per noi e le generazioni di domani. Buona lettura allora e buone, fruttuose vacanze a tutti!

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