L’embrione umano non è una questione di laboratorio




L’Arcivescovo di Parigi e Cardinale francese André Vingt-Trois è recentemente intervenuto in difesa della vita umana, con una ferma critica alla proposta di legge per la manipolazione (e la distruzione) di embrioni umani.

Giovedì 28 marzo i deputati francesi dell’Assemblea nazionale discuteranno se approvare o meno la richiesta di deroga della legge, in vigore da circa un decennio, di divieto alla ricerca sugli embrioni. Il Senato ha già dato l’approvazione (il 7 dicembre 2012) e il gruppo radicale francese di sinistra, promotore della proposta legislativa, ha il pieno sostegno del Governo socialista e del Primo ministro Jean-Marc Ayrault.

Secondo quanto riporta il quotidiano cattolico francese La Croix, mons. Vingt-Trois, nel corso del suo intervento settimanale su Radio Notre-Dame, ha detto che la proposta di legge è «un grave errore circa l’equilibrio della nostra società». Ha poi aggiunto: «Quando diamo libero corso a tutti i tipi di ricerca sugli embrioni, questo significa ritenere che l’embrione è un nulla, una questione di laboratorio».

E, in effetti, quello che sta avvenendo in Francia è molto simile a un processo di nullificazione umana e famigliare. Non va dimenticato, a questo proposito, che in aprile potrebbe essere approvato il disegno di legge a favore del matrimonio omosessuale e delle adozioni per le coppie omosessuali, proposto dal Ministro della Giustizia Christiane Taubira.

Quanto alla proposta di manipolazione embrionale, il Cardinale Vingt-Trois ha precisato che «lo statuto umano dell’embrione è gravemente compromesso». Non solo, ma è «un duplice errore». Innanzi tutto «è un errore poiché […] ci viene detto che le cellule embrionali saranno la fonte per il trattamento rigenerativo delle malattie nervose e, fino ad oggi, non ci sono in questo settore nemmeno dei test di protocollo».

Ma è un errore anche perché «altri percorsi di ricerca più promettenti sono in fase di sperimentazione e sono stati pure confermati da un premio Nobel [il giapponese Shinya Yamanaka, studioso di riprogrammabilità delle cellule staminali adulte, ndr]». Mons. Vingt-Trois allude qui al fatto che la ricerca sulle staminali adulte approda almeno a qualche risultato concreto, rispetto all’impiego delle staminali embrionali che, sinora, è stato del tutto deludente. Per questo motivo i danari a disposizione dei laboratori di ricerca sarebbero spesi assai meglio nel caso di sperimentazione sulle staminali adulte.

Il «potere economico dei laboratori di ricerca» infatti – ha concluso il Cardinale – «rimane ostinatamente infruttuoso quando non si utilizzano i fondi raccolti con procedure di grande mobilitazione emotiva, il cui investimento non sempre è controllabile».

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