Nel numero di Vita Nuova in edicola un’ampia intervista al geografo triestino Gianfranco Battisti, esamina tutti i problemi dei rapporti tra Friuli e Venezia Giulia (in pratica tra Udine e Trieste) all’interno della regione Friuli Venezia Giulia, attualmente in fase di ristrutturazione istituzionale mediante la cosiddetta riforma Panontin.
I Friulani sono preoccupati che l’abolizione della provincia di Udine e lo smembramento territoriale in numerose UTI (Unità territoriali intercomunali) trasformi il Friuli nel ventre molle della Regione, a tutto vantaggio di Trieste che, se dovesse passare l’idea della Città metropolitana, verrebbe rafforzata. Roberto Pensa, direttore de “La Voce Cattolica” di Udine, lamenta che in passato Trieste ha cercato di frenare Udine, per esempio per la costituzione dell’università che ora, egli dice, è più grande di quella di Trieste (“più grande ma non migliore” secondo Battisti). I friulani vorrebbero più dirigenti pubblici a Udine e si dicono interessati anche allo sviluppo di Trieste, soprattutto dal punto di vista portuale, senza accorgersi, fa notare Battisti, che con la creazione di un unico sistema portuale nell’alto adriatico, l’autonomia portuale di Trieste andrà perduta.
Le osservazioni di Gianfranco Battisti sono competenti, realistiche, approfondite. Per questo Vita Nuova vi ha riservato due pagine. Perché i Friulani temono che Trieste abbia in mano la regione quando si sa che a Trieste c’è solo la capitale amministrativa ma quella politica è tra Udine e Pordenone? Perché insistono sullo spostamento di fatto della capitale da Trieste ad Udine se ciò è già stato ampiamente fatto? La Città metropolitana, secondo Battisti, non rafforzerebbe Trieste ma la isolerebbe dal resto della regione. Allora di cosa si preoccupano a Udine?
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