«Le nomine di Trump? Stop a Obama, ha ignorato la minaccia jihadista»




La scrittrice e attivista americana Pamela Geller è una di quelle persone capaci di far infuriare l’elite liberal e gli alfieri del politicamente corretto. Presidente della American Freedom Defense Initiative (AFDI) e autrice di libri controversi come “Stop the Islamization of America” e “The Post-American Presidency: the Obama Administration’s War on America”, nel 2015 la Geller è sfuggita a dei killer jihadisti in Texas che volevano assassinarla. Con lei parliamo di Trump, Internet e islamizzazione.

Pamela Geller, come contrastare il suprematismo islamico in Occidente?

Le persone libere dovrebbero combattere contro l’istituzione delle corti islamiche che applicano la sharia e negano i diritti delle donne, come pure ci si dovrebbe opporre alla costruzione delle moschee foraggiata da entità collegate ai Fratelli Musulmani.

Giovani ragazze preda delle gang islamiche in Gran Bretagna, le molestie di massa a Colonia. Perché le autorità girano sempre la testa dall’altra parte quando accadono queste cose?

Hanno paura di essere chiamati razzisti.

L’Europa finirà islamizzata?

Sì, l’islamizzazione è in atto, a meno che si riesca a fermarla subito.

Ha mai letto i libri della Fallaci?

Li ho letti. Oriana Fallaci era una grande combattente per la libertà.

Perché durante le elezioni americane la stampa ha mentito su Donald Trump, dopo averlo ignorato e preso in giro per tutta la campagna elettorale?

La stampa ha mentito su Trump perché le elite politiche e mediatiche lo hanno considerato giustamente una minaccia alla loro egemonia. L’elezione di Trump è stata un grande colpo sferrato a quella egemonia, ma queste elite restano ancora potenti.

Che dice delle prime nomine fatte da Trump alla Casa Bianca?

Le nomine di Michael Flynn e di altri mostrano una coraggiosa determinazione nel mettere la parola fine alla deliberata ignoranza con cui l’Amministrazione Obama ha trattato la minaccia jihadista.

Quanto ha contato Internet nella sconfitta di Hillary? E si può dire che Trump ha vinto anche grazie a una rivoluzione scoppiata sul web?

Clinton è stata sconfitta dalle sue stesse azioni e parole, e una parte di tutto questo è venuta alla luce su WikiLeaks. Project Veritas ha smascherato la corruzione dei quadri del suo partito. In ogni caso sì, la “Internet Revolution” contro i media mainstream si è rivelata determinante nel far sì che Trump fosse eletto.

di Roberto Santoro

Fonte: https://www.loccidentale.it

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