C’è un aspetto della sedicente filantropia di Bill e Melinda Gates che non tutti conoscono. Parlo della campagna internazionale del boss della Microsoft a favore dell’aborto e della riduzione delle nascite.
Nel 2012 quattromila delegati, esperti e burocrati dell’umanitarismo globale, furono riuniti dai Gates (finanziatori del raduno) a Kuala Lumpur, in Malesia, per partecipare a quello che autodefinirono il “più grande evento mondiale sulla salute delle donne” e per sostenere quello che in realtà fu una vera e propria rivoluzione a colpi di educazione sessuale, di sterilizzazione, di contraccezione per tutti e di aborti chimici.
Ovviamente, a tenere banco in Malesia a fianco di Melinda Gates furono la ormai tristemente nota Cecile Richards, presidente della Planned Parenthood Federation of America (la più grande ong abortista del mondo), Babatunde Osotemehin, all’epoca direttrice dello United Nations Population Fund, l’agenzia Onu che si occupa di “pianificazione familiare” (leggi aborti), ma anche teorici dell’infanticidio come il bioeticista australiano Peter Singer, e pionieri degli aborti tardivi come l’americano Leroy Carhart.
Gates non soltanto ha donato decine di milioni di dollari alla Planned Parenthood.
La sua Fondazione finanzia le più avanzate ricerche biomediche per l’interruzione di gravidanza. I Gates sostengono le ricerche della University of North Carolina per lo sviluppo di un nuovo tipo di ultrasuoni da usare nelle gravidanze, mentre un flusso enorme di danaro elargito costantemente a Care International (organizzazione che fa lobby per legalizzare l’aborto nei paesi africani) e a Save the Children.
Ben pochi sanno, infine, della donazione di ben 57 milioni di dollari fatta dai Gates al fondo Onu per lo sviluppo, che in Cina sostenne l’orrenda politica del figlio unico
Melinda Gates, moglie del filantropo e “cattolica praticante”, raccolse ben quattro miliardi di dollari da destinare alle organizzazioni che finanziano l’aborto nei paesi in via di sviluppo, di cui la maggior parte sono nazioni africane.
Il piano di Melinda per eliminare la povertà nel mondo è quella di inondare i paesi in via di sviluppo di sterilizzanti, contraccettivi e farmaci abortivi.
L’ossimoro indecente di una beneficenza mortale.
Come un bambino che tenta di fronteggiare una formazione di carri armati a Melinda Gates si oppose una giovane ragazza nigeriana, Obianuju Ekeocha, fondatrice e Presidente di “Culture Of Life Africa”, un’organizzazione pro-life in rapida crescita proprio dove una cultura di morte proveniente dal ricco occidente, spacciata per misure di controllo demografico, attacca la sacralità della vita umana , dove il parlare di “salute sessuale” diventa più empatico che parlare di “maternità reale” e “salute neonatale” e dove all’educazione sessuale viene data più importanza di una vera educazione formativa.
Una risposta all’invasione inquietante da parte di una ricca e sfrontata cultura della morte, così come alla forte pressione culturale che vuole erodere e modificare i valori culturali africani della vita, del matrimonio, della maternità, della famiglia e della fede.
Lo scopo di Culture Of Life Africa è dissuadere i riformatori radicali dal perseverare in questo distruttivo cambiamento culturale che è stato scatenato in Africa. La lettera di Obianuju a Melinda rimarrà impressa per sempre nella memoria delle generazioni a venire:
“Crescendo in una remota cittadina in Africa, ho sempre saputo che una nuova vita viene accolta con molta allegria e gioia. Il primo giorno di vita di ogni bambino è celebrato da tutto il villaggio danzando e cantando.
Tutto quello che posso dire con certezza è che noi, come società, amiamo e accogliamo i bambini. Sono cresciuta in questo ambiente e ho sentito le donne (tanto quanto gli uomini) lamentarsi per ogni difficoltà, ma non ho mai sentito una donna lamentarsi del suo bambino (nato o nascituro).
Pur con cure mediche nella maggior parte dei casi al di sotto degli standard accettabili, le donne mostrano tutto il loro valore proprio in gravidanza. Ho lavorato per quasi cinque anni in un ambiente medico in Africa, ma non ho mai sentito il termine clinico “depressione post-partum” fino a quando sono venuto a vivere in Europa. Non l’ho mai sentito, seppure ci fosse un alto tasso di natalità intorno a me.
In mezzo a tutte le nostre afflizioni e difficoltà, in mezzo a tutte le instabilità socio-economiche e politiche, i nostri bambini sono sempre un simbolo di speranza ferma, una promessa di vita, un motivo per lottare per l’eredità di un futuro luminoso. Così, un paio di settimane fa mi sono imbattuta nel piano di Melinda Gates per impiantare i semi della sua “eredità” in 69 dei paesi più poveri del mondo, la maggior parte dei quali si trovano nell’Africa sub-sahariana.
Il suo impegno è quello di raccogliere fondi per quasi 5 miliardi di dollari al fine di garantire che la donna africana sia meno fertile e quindi più libera.
Con la sua incredibile ricchezza questa signora vuole sostituire l’eredità di una donna africana (che è il suo bambino) con l’eredità di “sesso libero senza bambino”.
Molti dei 69 paesi interessati sono paesi cattolici con milioni di donne cattoliche in età fertile. A differenza di ciò che vediamo nel mondo occidentale sviluppato, qui vi è in realtà un grande rispetto per la “Humanae Vitae” del Papa Paolo VI . Per queste le donne africane, in tutta umiltà, hanno sentito, compreso e accettato quelle preziose parole di un Papa profetico. È divertente notare come le donne con un basso livello di alfabetizzazione riescono chiaramente a comprendere ciò che donne di classe più elevate, mediamente lettrici di Vogue e Cosmo, abbiano rifiutato di capire.
Io sono persuasa che l’umiltà faccia la differenza La maggior parte delle donne africane hanno una gran fede (cristiana e mussulmana) e pertanto vi è una grande considerazione per il sesso nella società che è sacro e privato. Nel momento in cui enormi quantità di farmaci e dispositivi contraccettivi vengono immessi nelle radici della nostra società, iniziano a erodere e avvelenare l’etica e la morale sessuale che intessuta nel nostro stesso DNA
In un sol colpo i fedeli potrebbe essere separati dalla loro stessa fede. Sia l’operatore sanitario, in prima linea nell’erogazione del regalo/eredità di Melinda sia le donne incatenate da questo dono, sarebbero separati da ciò in cui credono.
Sarebbero messi in una posizione precaria contro la loro fede e tutto questo per “sesso sicuro”. Anche i più sprovveduti capiscono che la disponibilità gratuita e illimitata di contraccettivi in Africa farebbe sicuramente aumentare l’infedeltà e la promiscuità sessuale e che il sesso è presentato da questo multi-miliardiario progetto come uno sport piacevole e informale che può effettivamente avvenire senza conseguenze – o bambini – collegate.
E senza naturalmente parlare dei fallimenti d’uso di questi farmaci e dispositivi, e le conseguenze sulla salute che ne deriverebbero come per esempio l’aborto intenzionale, ma anche altri rischi, dal terribile cancro al semplice coagulo di sangue; In Africa, ancora oggi, per un coagulo di sangue si muore. E senza parlare dello smaltimento dei rifiuti medici.
Nonostante le sofisticate tecnologie per smaltimento delle acque reflue dei paesi cosiddetti avanzati, non mi sembra si possa dire che corsi d’acqua e mari non siano stati influenzati negativamente da queste immissioni.
E cosa succederebbe in Africa, dove ancora sia nelle città più grandi sia nei più piccoli villaggi rurali, quello delle acque reflue costituisce ancora un vero problema?
Perché 4,6 miliardi di dollari di farmaci, dispositivi anticoncezionali e preservativi avranno bisogno di uno smaltimento sicuro e qualcuno può dirci come avverrà?
Sui nostri terreni agricoli da dove otteniamo tutto il nostro cibo? Nei nostri torrenti, fiumi e laghi da cui proviene la nostra acqua potabile? Vedo questi 4,6 miliardi di dollari investiti per comprare la nostra miseria. Vedo il regalo di mariti e di mogli infedeli. Vedo che ci donano malattia e morte prematura.
Vedo che ci preparano un futuro senza la tenera cura amorevole dei nostri figli.
Ti prego, Melinda! Ascolta il grido accorato di una donna africana e incanala misericordiosamente incanalare questi fondi per procurarci ciò di cui abbiamo realmente bisogno.
Abbiamo bisogno di sistemi di buona assistenza sanitaria (soprattutto prenatale, neonatale e pediatrica). Inutile dire che dopo il parto e le morti neonatali sono allarmante in molti paesi dell’Africa sub-sahariana. Ciò è dovuto alla scarsità di specializzazione del personale medico e di apparecchiature e sistemi medici. Le donne non stanno morendo perché stanno avendo “troppi” i bambini, ma perché non stanno ricevendo neanche le cure post-partum più elementari. Le complicazioni di un parto possono essere fatali sia per la madre sia per il bambino.
Per alleviare questo problema, nuovi centri di parto ben attrezzati con le unità neonatali funzionali devono essere costruiti in parti facilmente accessibili anche alle comunità più povere. E se proprio si vuole insistere sulla riduzione della popolazione, ciò può essere ottenuto con la pianificazione familiare naturale (NFP)con operatori strategicamente collocati in strutture sanitarie , Così ci sarebbe un approccio naturale.
Abbiamo bisogno i programmi alimentari per i bambini piccoli. Ciò servirebbe a un duplice scopo se incorporato nei programmi della scuola materna: nutrire e rafforzare la crescita di questi bambini, così esposti alla malnutrizione, e incoraggiare i genitori a portare i loro figli piccoli a scuola. In tante parti dell’Africa, portare i bambini alla scuola materna, visti i costi, è considerato un lusso riservato per la ricca borghesia.
Abbiamo bisogno di nuove e migliori opportunità di istruzione superiore; non solo edifici scolastici nuovi e nuovi libri, ma programmi educativi che funzionino, e per questo sono necessarie borse di studio e stage a livelli più alti.
La maggior parte delle scuole e delle risorse a disposizione degli studenti sono scadenti e obsolete; di conseguenza la qualità dell’istruzione superiore è bassa e non paragonabile a quella dei paesi più privilegiati, anche se i docenti fanno del loro meglio, il sistema è inadeguato e produce laureati svantaggiati che non reggono il confronto con chi ha studiato in altre parti del mondo.
Abbiamo bisogno di programmi di castità, da insegnare nelle scuole secondarie, università e chiese che creerebbero un sistema di supporto solido per formare, informare e rassicurare i nostri giovani che il vero amore è quello sano e santo.
Molte ragazze africane non sono più sicure della loro morale sessuale grazie alla diffusa influenza dei media occidentali, film e riviste. Più sostegno dovrebbe essere data ai programmi che incoraggiano l’astinenza prima del matrimonio e la fedeltà nel matrimonio. Questo sarebbe il giusto approccio per il lungo cammino per la lotta contro la diffusione del virus HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili attraverso il continente. E porterebbe certamente a matrimoni più felici!
Abbiamo bisogno di fortificare le ONG che mirano a proteggere le donne dal traffico sessuale, la prostituzione, il matrimonio forzato, il lavoro minorile, la violenza domestica e i crimini sessuali.
Molte di queste ONG non hanno molto successo perché non sono ben finanziate. Sebbene la maggior parte di loro hanno buone intenzioni, mancano delle risorse necessarie per affrontare i vari problemi.
Abbiamo bisogno di supporto per le opportunità di micro-business per le donne africane, capaci e tenaci.
I 4,6 miliardi di dollari possono sicuramente essere la tua eredità in Africa e in altre parti povere del mondo, ma lascia che sia un’eredità che porta la vita e l’amore in un mondo che si trova nel bisogno!”
Tornerò ancora a scrivervi di Obianuju Ekeocha, chiaro esempio di resistenza contro la dittatura del pensiero unico.
di Giuseppe Focone
Fonte: http://www.lacrocequotidiano.it
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