La modalità con cui Renzi ha fatto approvare la legge Cirinnà sarà l’inizio del suo declino. Da questo momento il suo percorso è in discesa. Il motivo principale è che ha mostrato la sua debolezza e la sua paura. Un governo debole e pauroso ha le ore contate.
Debolezza perché non c’è altra spiegazione alla scelta di un governo di porre la fiducia ad un’aula ove ha un’ampia maggioranza assoluta. Paura dei franchi tiratori del suo partito? Paura in un recupero di coscienza di qualche alfaniano o verdiniano? Un governo che spacca a metà la coscienza morale di un Paese con un atto di arroganza lo può fare solo per paura, perché messo alle corde da difficoltà di altro genere, perché nervoso e in stato di difesa.
Un governo che non rispetta i tempi minimi del Parlamento, che impone per due volte la fiducia, che cancella gli emendamenti per non fare discutere, che blinda i testi di legge in Commissione o che non li fa nemmeno transitare in Commissione, che non vuole che vengano esaminati dai parlamentari nemmeno i possibili aspetti di incostituzionalità o di copertura finanziaria, che non si ferma nemmeno a considerare elementari ingiustizie di un testo di legge, che ottiene il voto favorevole mediante l’apporto di gruppi di parlamentari eletti nel controcampo politico e poi trasmigrati da lui per l’occasione, che si inventa di essere già in ritardo in Europa su questi nuovi diritti quando metà Europa non li contempla ed è contraria … un governo così può essere solo un governo che ha paura.
Abbiamo avuto elezioni nel febbraio 2013. Vinsero PD+SEL col 29,55%, superando di 0,37% il centro destra. PD+SEL incassarono il premio di maggioranza, poi il PD scaricò SEL e ora governa con spezzoni del centro destra (vinco con A governo con B). Un governo così debole mostra la faccia dura e impone leggi ad alto contenuto etico…
Questa scelta porterà a Renzi la vittoria parlamentare e sonanti titoli in prima pagina sui giornali di regime. Porterà nuovi consensi al costituendo partito della nazione, che sarà sempre di più il partito della nazione spaccata e di un governo irrispettoso delle regole e del Paese. Questa scelta gli porterà anche molti nemici e molti resistenti. Non tanto in parlamento, quanto nella nazione. Quando le linee portanti di un regime si configurano con sufficiente chiarezza, crescono i resistenti. Man mano che i regimi stracciano, per debolezza, le regole, aumentano coloro che, per forza, trovano il coraggio di resistere loro.
I cattolici presenti nel Partito democratico e nelle sue liste anche alle prossime amministrative troveranno sempre più difficile spiegare la loro collocazione. La confermeranno, ma le motivazioni saranno ormai molto deboli. Il popolo della famiglia si mobiliterà, come ha già annunciato Gandolfini. Al referendum costituzionale il problema Senato cadrà in secondo piano, perché molti capiscono che si tratterà di lottare per la libertà e la verità. Renzi è riuscito a fare del percorso dalla Cirinnà al referendum costituzionale un percorso di guerra, fortemente divisivo del Paese.
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