Su Il Piccolo di oggi mercoledì 13 maggio, il Sindaco Cosolini parla di me e di Vita Nuova. Però per parlare di certe cose bisognerebbe almeno conoscerne qualcosa. Cita a caso Papa Francesco e cerca di separare Vita Nuova dalla diocesi ... meriterebbe un buffetto di rimprovero sulla guancia.

La sterile tattica del sindaco Cosolini contro Vita Nuova




Il Sindaco Roberto Cosolini, in una intervista a Giampaolo Sarti pubblicata su Il Piccolo di oggi, mercoledì 13 maggio 2015 a pagina 16, parla di me e di Vita Nuova. Riporto qui le sue parole:

Domanda di Giampaolo Sarti:

Pure la diocesi non ha digerito: è pronto a una nuova battaglia con il vescovo e il suo settimanale “Vita Nuova”?

Risposta di Cosolini:

Il confronto con la Chiesa mi interessa, così come il dialogo con don Malnati che conosco da anni. Mi interessa molto meno il confronto con il direttore di Vita Nuova che ha spesso lanciato polemiche strumentali contro questa amministrazione: più che essere espressione della sensibilità dei valori dei cattolici, mi pare che diriga un giornale come strumento politico. Molti cattolici triestini non condividono i suoi modi e metodi. E Papa Francesco, sul tema dell’amore tra omosessuali, ha detto una cosa importante: «Chi sono io per giudicare?». Ricordo che la chiesa cattolica opera in Paesi civili e avanzati che hanno già normato le unioni civili. Io credo che in un clima di diritti e libertà tutti stiano meglio, mentre nell’intolleranza stiamo tutti peggio.

Delle cose di cui si parla bisogna saperne almeno qualcosa. Il Sindaco non sa niente di papa Francesco, ma ne parla. Ossia lo strumentalizza. Perché quando si cita un discorso senza sapere niente altro si strumentalizza quel discorso. Ora, strumentalizzare il Papa non va bene. Il Sindaco si meriterebbe un buffetto sulla guancia, o una manata sulla coppa come fa il grande Jethro Gibbs con Toni Di Nozzo in NCIS.

A maggiore informazione del Sindaco, riportiamo su Vita Nuova on line (li si veda nell’articolo accanto a questo) i principali discorsi di Papa Francesco su vita, famiglia e omosessualità. Ne legga, per favore, almeno qualcuno. Non risulta in nessun modo nessun tipo di riconoscimento della validità morale o sociale dell’omosessualità, tale che meriti un qualche riconoscimento giuridico. Probabilmente il Sindaco avrà intercettato quella frase di Papa Francesco dai giornali e ne ha dato l’interpretazione rozza che i giornali ne hanno dato. Le cose sono sempre più complesse di quanto anche un sindaco possa pensare.

Il Sindaco insiste nel distinguere tra la Chiesa di Trieste e Vita Nuova. La distinzione è corretta, ma non la separazione. Vita Nuova non è il Bollettino ufficiale della Diocesi, è un giornale in cui direttore e giornalisti si prendono la loro responsabilità. Però, fino a quando il Vescovo non mi licenzierà per manifesta incompatibilità tra la linea di Vita Nuova e il suo governo della Diocesi, nessuno può separare Vita Nuova dal Vescovo e dalla Diocesi. Distinguere sì, separare no. La diocesi è ben più di Vita Nuova, ma Vita Nuova esprime sui temi religiosi e morali la linea non solo della diocesi di Trieste ma della Chiesa intera. Se Cosolini la pensa diversamente, mi indichi un articolo di vita Nuova che sia in contrasto con il magistero del nostro vescovo o della Chiesa universale. Potrà essere in contrasto con quanto pensa qualche cattolico, soprattutto quelli che piacciono a Cosolini, ma questo appartiene alle tattiche politiche.

Infine: Vita Nuova fa politica. Anticipo qui un pezzo dell’Editoriale che apparirà domani su Vita nuova cartaceo:

“Ormai la linea della Giunta comunale di Trieste è chiara. Chiarezza chiama chiarezza. Gli spazi dei mille distinguo si stringono fino a sparire. La Giunta procede a passo serrato nella corrosione dei valori principali su cui si fonda il sentire comune. Ha deliberato il deposito delle DAT (Dichiarazioni anticipate di trattamento); ha tentato di realizzare un progetto diseducativo – il famoso Gioco del Rispetto – improntato all’ideologia del gender senza dire niente ai genitori che portano i loro bimbi negli asili comunali; ha diffuso un modulo taroccato per carpire la loro autorizzazione a procedere; ha organizzato una giornata di formazione obbligatoria per i propri dipendenti di indottrinamento etico di parte; infine ha registrato due matrimoni gay celebrati all’estero. Tutto questo attivismo sul fronte della svalorizzazione della famiglia, corrisponde alla completa inesistenza di serie politiche familiari. In alcuni casi la Giunta ha agito senza rispettare la legge e attribuendosi poteri che allo stato attuale la legge non conferisce ai comuni. Davanti ad un quadro così chiaro, bisognerebbe prendere posizioni altrettanto chiare”.

Veramente il Sindaco pensa di potersi permettere politiche di questo genere e che Vita Nuova stia zitta per la paura dell’accusa di occuparsi di politica? Quando la politica invade violentemente l’etica pubblica, Vita Nuova interviene a difesa dell’etica pubblica. E’ fare politica? Sì, nel senso alto e non partitico del termine. Anche a noi interessa il bene della polis di Trieste.

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