Quando la sinistra sente puzza di pericolo politico per se stessa ritorna al fantasma del fascismo "male assoluto". Lo aveva previsto del Noce, lo sta confermando la Boldrini.

La sinistra e il fascismo come “male assoluto”




A seguito dei tristi fatti di Macerata una nuova scossa di “antifascismo” ha attraversato l’Italia. Alla manifestazione antifascista di Macerata i centri sociali hanno picchiato a sangue un poliziotto. Si sono anche levati inni offensivi per i martiri delle foibe e inneggianti a Tito (“Maresciallo siamo con te, meno male che Tito c’è”). A Livorno Giorgia Meloni è stata aggredita in quanto “fascista”. Anche Mario Adinolfi del Popolo della Famiglia è stato accusato di essere fascista e apertamente minacciato. Il Presidente Mattarella ha subito ricordato agli italiani l’esistenza del “nemico” sostenendo che il fascismo non ha fatto mai niente di buono. La figlia di Gino Strada ha invitato le donne italiane a non “darla” ai fascisti per impedire che si riproducano. Un collettivo di donne ha esposto un cartello invitando gli immigrati a “non lasciarci soli in mano ai fascisti”. L’antifascismo viene fatto coincidere con l’antirazzismo. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha chiesto lo scioglimento delle formazioni neofasciste. Il sindaco di Milano Sala e quello di Napoli Demagistris si sono detti d’accordo. Insomma siamo in presenza di una nuova ossessione antifascista.

Che il fascismo non rappresenti alcun pericolo reale nel nostro Paese è sotto gli occhi di tutti. Né si può dimenticare che gli assassini della povera Pamela non erano fascisti, né lo erano i violenti dei centri sociali che hanno manifestato a Macerata. Allora c’è da chiedersi perché questo rigurgito antifascista.

Augusto Del Noce aveva spiegato che c’è uno stretto legame tra antifascismo e legittimazione della sinistra comunista ed ex comunista. Il fatto che Renzi e Minniti si siano dissociati dalla manifestazione di Macerata è un segno in positiva controtendenza, ma nella sinistra italiana lo schema segnalato da Del Noce è ancora molto vivo. In questo momento sono soprattutto quelli di “Liberi e Uguali” a farsene carico, ma la mentalità è molto più diffusa dei confini di quel partito.

Il comunismo è un totalitarismo disumano. Ma se passa l’idea che il fascismo è il “male assoluto”, allora il comunismo viene in qualche modo legittimato appunto perché antifascista. Nella storia italiana questi due pesi e due misure sono state una costante. Strade o piazze intitolate a Mussolini non ce ne sono, ma a Gramsci, Togliatti, Maotzetung, Che Guevara ce ne sono tante. In questo periodo preelettorale in Italia ci sono ancora partiti che espongono il simbolo della falce e del martello mentre non è possibile farlo con il fascio littorio. In confronto al cancro del comunismo, il fascismo italiano è stato un piccolo raffreddore. Però la sinistra lo ha trasformato nel “male assoluto”, come appunto faceva notare Del Noce.

Siccome la democrazia italiana si dice essere nata dalla Resistenza, e siccome il Partito Comunista era dentro il Comitato di Liberazione Nazionale e perfino nei primi governi della Repubblica, ne risultava la legittimazione democratica del comunismo italiano e, dopo di allora, della ideologia di sinistra in genere. Questa visione è evidentemente ideologica. La storia dice altre cose. Però è una visione ideologica dalla lunga vita che nei momenti di “pericolo” per essa, la sinistra tira ancora fuori.

2 risposte a “La sinistra e il fascismo come “male assoluto””

  1. Paolo Alvaro ha detto:

    D’accordo su tutto, ivi compresa la frenesia antifascista tirata fuori ad arte per raccattare qualche voto sotto elezioni. Però, con tutto il revisionismo del mondo, vent’anni di dittatura non furono certo un raffreddore. È certo che sono pochi i crimini paragonabili ai gulag sovietici o all’Holodomor, ma resta il fatto che non si può minimizzare quando ci sono di mezzo migliaia di vittime (come gli italiani spediti in Russia a morire assiderati, tanto per fare un esempio).
    Un ultimo pensiero: una volta i cattolici facevano di tutto per smarcarsi dal fascismo, per combattere l’odiosa associazione messa in giro da intellettuali senza vergogna, tra Pio XII e Mussolini o Hitler; oggi al contrario, a leggere certi articoli, mi sembra che in una parte del cattolicesimo conservatore si stia facendo strada un diffuso senso di indulgenza verso il ventennio che non promette nulla di buono.

  2. Tallarico Eros Francesco ha detto:

    Fascismo non piccolo raffreddore ma – per restare sul piano dell’analisi delnociana – irrazionalizzazione del marxismo, esso caratterizzantesi per la dissociazione del materialismo dalla dialettica, con ciò incontrandosi con Gentile, ove il processo dissociativo è rigorosamente teorizzato. Dal punto di vista spirituale dunque il fascismo è pure peggiore del comunismo, questo rimanendo legato a un momento di verità pure relativo come il processo storico, di contro a quella filosofia della prassi che, si ricerca il riscontro storico, ma intanto è dominata da quello che in fin dei conti è mito; di contro a quella filosofia che è l’attualismo di Gentile da Del Noce definito come la formulazione teoretica rigorosa ante-litteram del neomodernismo.

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