Vi presentiamo una scuola veramente libera, nata anche dalla Festa di Vita nuova dell'anno scorso. E vi diciamo anche come aiutarla.

La scuola LIBERATUTTI di Trieste: vera libertà di educazione, tanta famiglia e costi bassi




Una nuova realtà educativa ha preso il largo da poco: dall’iniziativa di quattro famiglie triestine è nata infatti una scuola parentale, una possibilità alternativa cioè di educare i propri figli. In Italia già da qualche anno stanno sorgendo molte scuole di questo tipo per rispondere all’esigenza data da una lontananza sempre maggiore fra la scuola statale e le famiglie. Ma cos’è esattamente una scuola parentale? È una scuola fondata e gestita dalle famiglie, le quali si associano, trovano degli insegnanti, una sede, e organizzano così direttamente l’educazione dei propri figli. Ecco che dopo un progetto durato un anno, il 20 settembre sono iniziate le lezioni per i 21 bambini, figli delle 11 famiglie che hanno scelto di portare avanti questa nuova esperienza educativa, ospitata dalla parrocchia di Beata Vergine delle Grazie nel suo oratorio.

 Le classi sono tre e coprono tutti gli anni scolastici della scuola primaria. Ci sono due pluriclassi: una prima-seconda, una terza-quarta e una classe quinta, portate avanti ognuna da un maestro prevalente che insegna le materie principali (sono insegnanti in pensione o part-time in altre scuole). I maestri sono scelti dal direttivo composto dalle quattro famiglie fondatrici, d’accordo con tutti gli altri genitori i quali si occupano veramente di tutto secondo le esigenze della scuola e dei bambini. A turno si fanno le pulizie, ci si aiuta a portare a scuola i bambini e a riportarli a casa e si presta il proprio aiuto secondo le proprie competenze e possibilità. Un genitore aiuta per il sito internet, uno si occupa dei turni per fare le pulizie, c’è chi dà una mano a tenere l’amministrazione e chi insegna.

 Le materie come inglese, educazione fisica e arte sono infatti insegnate da genitori, così come i tanti laboratori di carpenteria, cucito, pesca o scacchi. Le gite devono da statuto essere due al mese, sempre organizzate dai genitori. «La nostra idea è quella di una comunità educante» spiega Michele, falegname di 38 anni, genitore e membro del direttivo. «Io, per esempio, porto avanti il laboratorio di carpenteria e mi sto occupando dell’arredamento». Abbiamo fondato questa scuola con delle linee guida chiare – continua – la didattica deve essere attiva, le classi piccole, ma soprattutto deve essere una scuola cattolica».

La mattina si arriva alle 8 e c’è un piccolo momento di preghiera, si recita il Padre Nostro e l’Ave Maria, si legge e si commenta brevemente un passo del Vangelo: «quando metti in relazione Dio, un bambino ed un maestro contento hai già fatto tutto. È bellissimo vedere i nostri figli incoraggiati dalla Parola ad iniziare la giornata ed aver contribuito a dare loro la possibilità di crescere in un ambiente familiare».

 Questo progetto che inizia ad avere realizzazione concreta solo adesso è partito un anno fa. Era la festa di Vita Nuova e sul tema “perché la scuola possa educare ancora” erano stati invitati ad intervenire don Stefano Bimbi, fondatore delle scuole di Alleanza Parentale e Marco Sermarini, fondatore della Scuola libera G.K. Chesterton di San Benedetto del Tronto. A quella conferenza erano presenti tutti e otto i genitori che da quella scintilla si sono profusi per costituire da allora questa nuova scuola parentale. «Ci ha aperto un mondo – spiega Silvana, moglie di Michele – pur provenendo tutte e quattro le famiglie dal Cammino Neocatecumenale abbiamo conosciuto gli altri genitori solo in quell’occasione. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che dovevamo informarci e creare anche noi una scuola parentale. Per farlo ci siamo messi in macchina e siamo andati tutti insieme nelle Marche a vedere la Scuola Libera di cui ci aveva parlato Marco Sermarini. Quell’esperienza ci ha convinti all’unanimità nella decisione di voler creare anche qui per i nostri figli una scuola che avremmo voluto aver frequentato prima di tutto noi». Una scuola diversa, più dinamica e stimolante per tutti, anche per i genitori, i quali si mettono in gioco e condividono l’educazione dei propri figli, scoprendo che c’è sempre da imparare e valutando quali siano i propri talenti da offrire.

Non c’è libretto personale, non c’è giustificazione. La nuova scuola parentale “Liberatutti” è sostanzialmente senza burocrazia perché è solo un’associazione che fornisce un servizio ai genitori, i quali hanno l’esclusiva responsabilità educativa dei figli e sono solo tenuti per legge a dimostrare di avere la capacità tecnica o economica di provvedere all’obbligo scolastico e di darne comunicazione anno per anno alla competente autorità. A garanzia dell’assolvimento del dovere dell’istruzione, il bambino è tenuto a sostenere, ogni anno, l’esame di idoneità per l’ammissione all’anno successivo. Il “fare tutto in famiglia” riduce anche i costi. «Abbiamo fissato la quota di partecipazione in mille euro annuali a famiglia e non a bambino» – spiega Michele – è fondamentale per aiutare le famiglie numerose. E per i soldi che serviranno in più abbiamo in mente tante iniziative di autofinanziamento».

SE VUOI AIUTARE LA SCUOLA:

Per chi volesse sostenere il progetto educativo dell’associazione Libera Tutti, può fare un bonifico secondo quanto segue:
Banca Etica
Beneficiario: associazione Libera Tutti
IBAN IT12Y0359901899050188534019
Causale: contributo volontario Nome Cognome
Per eventuali contatti con l’associazione potete scrivere una email a: liberatutti2016@gmail.com

 

2 risposte a “La scuola LIBERATUTTI di Trieste: vera libertà di educazione, tanta famiglia e costi bassi”

  1. Antonello ha detto:

    Una grandissima idea per un alternativa alla scuola statale che offre ormai ben poco per lo sviluppo dell uomo e della donna del futuro.Una “scuola” per chi ha veramente a cuore il futuro dei loro figli.Scelta coraggiosa ma che può far aprire gli occhi a chi è titubante del fatto che è tutto realizzabile con Dio.

  2. anna rosa benedetti ha detto:

    Sono felice che si sia realizzata questa idea di cui sento parlare da un pò.Peccato che sia a Trieste,lontana da me che vivo a Viterbo. I miei figli sono ormai grandi ma io sono un’insegnante in pensione e potrei dare una mano se fosse qui vicino.

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