La Rivoluzione del desiderio in Germania




Ci sono fatti di vita reale che quando uno li ascolta istintivamente li vede un pò come la cifra parlante dell’epoca in cui si trova a vivere. Prendiamo l’ultima notizia che arriva da Berlino, ad esempio, dove una donna di 65 (dicesi sessantacinque) anni, tra l’altro già madre di 13 (tredici) figli, ha annunciato di accedere all’inseminazione artificiale per poter soddisfare – testualmente – il desiderio espresso dall’ultimogenita (che a sua volta ha 9 anni) la quale vorrebbe avere un altro fratellino, o sorellina. Così Anngret Raunigk non se l’è proprio sentita di dire di no: è volata all’estero e prova oggi e prova domani è riuscita a rimanere ancora una volta incinta. Di ben 4 gemelli. Che nasceranno per davvero. Perché, a modo suo, la signora nel dare la vita la ci crede, cioè così almeno dice. Ai giornalisti che non credevano all’incredibile vicenda ha spiegato di sentirsi bene, essere in salute, ancora in buona forma e quindi, il parto plurigemellare, anche a 65 anni, non la spaventa affatto. Interpellata poi sui risvolti morali della questione, Raunigk ha detto che “ognuno deve decidere per se stesso, senza farsi influenzare troppo dagli altri”: insomma la summa del libertarismo dominante alla massima potenza. Nel Paese naturalmente intanto divampano polemiche e talk-show e la discussione nella rete impazza come non mai. C’è chi non ci vede nulla di male, chi la elogia per la generosità e chi addirittura minimizza dicendo che siamo nonostante tutto lontani dal record mondiale della mamma più anziana che al momento appartiene – pare – all’indiana Omkari Panwar che ha partorito all’età di 70 anni. Insomma, come si vede, ormai tutto è possibile, teorizzabile, fattibile e argomentabile, basta solo volerlo. Quando qualche anno fa in Italia si discuteva della legislazione sulla fecondazione artificiale e qualcuno provò a prospettare la possibilità di panorami del genere in un futuro neanche troppo lontano quasi tutti s’indignarono giudicandolo un allarmismo ingiustificato e persino un colpo basso verso i proponenti referendari. Ora constatiamo che situazioni come quelli della signora Raunigk sono già accettate e replicate su scala, alla stregua di un dato comune come un altro. Non sono eccezioni, né casi unici ma situazioni in visibile espansione un po’ ovunque. E’ la legge inesorabile del piano inclinato (o ‘slippery slope’, come dicono gli inglesi): una volta che il principio di fondo si afferma pubblicamente poi lo slittamento del senso del limite e l’ampliamento delle maglie della prima ora è solo una questione di tempo, neanche troppo lungo. E il caso berlinese ci pare paradigmatico proprio da questo punto di vista: la signora non ricercava un figlio, li aveva già, persino una dozzina, ma qualcuno gliene ha chiesto un altro. Proprio come si esprime un desiderio nel Paese dei balocchi: “mi piacerebbe tanto avere questa cosa”. Che questa ‘cosa’ in realtà sia un essere umano, fatto nascere a discapito di altri, senza amore, contro ogni logica e contro ogni legge di natura non fa differenza alcuna nel caso specifico. Qualcuno lo voleva, lo desiderava, gli sarebbe piaciuto averlo e la signora non se l’è sentita di dire di no: questo bastava, la situazione – per quanto assurda – sta proprio in questi termini.

D’altra parte si vede pure che nel dibattito pubblico in corso in questi giorni la gran parte delle ragioni dei critici del gesto si concentrano quasi solo ed esclusivamente sull’età avanzata della signora, come se tutto il resto non contasse poi granché. Dal che se ne può dedurre che se la donna avesse avuto magari vent’anni di meno la gente non se ne sarebbe meravigliata allo stesso modo. Della serie: se qualcuno da qualche parte un giorno ti chiede un figlio e tu hai voglia di farlo artificialmente accomodati pure, è una scelta tua dopotutto, contenta te contenti tutti quanti. Ora, francamente é difficile immaginare una destrutturazione più potente dell’idea famigliare in quanto tale. In un sol colpo in questo modo si fa piazza pulita dell’intera architettura fondamentale della civiltà umana come l’abbiamo conosciuta fino a oggi. Matrimonio, famiglia, sessualità subiscono una rivoluzione a 360 gradi che solo fino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile in tutte le sue conseguenze, salvo forse per i cultori più esigenti dei romanzi del genere fantasy. Assistiamo così semplicemente stupefatti all’esplosione della rivoluzione del desiderio in tutta la sua forza d’urto e facciamo fatica a riprenderci tanto è rapida l’accelerazione sotto i nostri occhi, senza addurre troppi motivi o giustificazioni di sorta. La biotecnologia medica sta di fatto conquistando un campo dopo l’altro senza che si riesca a scorgere all’orizzonte una adeguata strategia di contrasto o opposizione: in un panorama del genere è chiaro che la sola Chiesa con la sua predicazione e i suoi singoli portavoce non ce la farà mai, nemmeno se gli ‘atei devoti’ aumentassero improvvisamente di qualche numero. Ci vuole uno schieramento organizzato di forze ed energie che sappia almeno tenere testa in modo significativo a una sfida globale di questo tipo, e anche alla svelta. Qualche settimana fa facevamo riferimento alle prese di posizione di alcune scrittrici di differente, e anche opposta, estrazione che hanno conquistato recentemente la luce della ribalta proprio in Germania (http://www.vitanuovatrieste.it/pillole-di-nuovo-umanesimo-in-germania/). E di certo é già qualcosa di incoraggiante, tuttavia se questo è l’andazzo dominante alla fine comunque non basterà se non saranno seguite da un movimento popolare vero e proprio in grado di incidere poi nella pubblica piazza. Per cui, vista la situazione, agli amici tedeschi per ora ci sentiamo solo di rivolgere la famosa esortazione di Sant’Ignazio: “Prega come se tutto dipendesse da Dio e agisci come se tutto dipendesse da te”. Così a occhio, ne avranno molto bisogno.

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