Il 30 gennaio scorso il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la legge che permette l’uso di farmaci a base di cannabinoidi nella terapia. Ma laddove si è cominciato a dispensare la “Cannabis medica” la cosa si è allargata anche al suo uso voluttuario.

La Regione FVG e la cannabis: qualche preoccupazione c’è




Il 30 gennaio scorso il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la legge che permette l’uso di farmaci a base di cannabinoidi nella terapia, soprattutto del dolore. Sarà possibile l’acquisto diretto da parte delle strutture sanitarie e, sempre sotto il loro controllo, anche da parte di privati per un uso domiciliare del trattamento terapeutico. Diventa possibile quindi, se pure sotto il controllo della legge e delle strutture sanitarie, acquistare velocemente all’estero pastiglie a base di cannabis o preparare soluzioni dei principi cannabinoidi.

La Regione Friuli Venezia Giulia non è la prima ad approvare una simile norma. Lo hanno già fatto la Puglia e la Toscana. Una volta accertata la patologia, si autorizza il malato a procurarsi i “farmaci” cannabinoidi tramite Asl (e dunque gratis) e assumerli sia in ospedale che a casa. In Toscana la proposta era stata fatta dal Pd. Essa aveva ottenuto il voto favorevole anche dell’Udc e quello contrario di Lega Nord e Pdl. La delibera del Friuli Venezia Giulia, invece, è stata votata all’unanimità su un testo molto diverso da quello originario predisposto dal Pd.

Come dall’oppio si ricava la morfina, così dalla cannabis si possono ricavare dei principi attivi utili dal punto di vista farmacologico. Naturalmente si deve sapere quanto principio c’è in una compressa, si devono conoscere le indicazioni (che devono essere limitate) e le controindicazioni. Inoltre il farmaco deve essere considerato uno stupefacente.

Detto questo, giornalisticamente parlando, non si può fingere che non esista il pericolo di allargare le maglie dell’uso della cannabis e che le indicazioni per l’uso vengano dilatate. Il fatto che i principi derivati dalla cannabis possano essere usati in medicina in certi casi nulla toglie che essa sia una droga e, come tale, dannosa. E’ però in atto una campagna per la liberalizzazione dell’uso della cannabis la cui propaganda potrebbe avvalersi di queste decisioni di alcune Regioni per far passare l’idea che la cannabis “fa bene”. Se questo messaggio dovesse passare, sarebbe poi difficile bloccare l’uso di massa del “farmaco”.

I Radicali sono molto attivi in questo senso. Loro sono però in pochi e, quindi, affidano poi le loro proposte ai grandi partiti radicali di massa. La radicale Rita Bernardini ha promosso il primo “cannabis social club” italiano e chiede la legalizzazione delle “droghe leggere” per il loro uso terapeutico. La recente sentenza della Corte di Cassazione sulla non rilevanza penale delle sostanze stupefacenti consumate in gruppo è stata subito interpretata come una spinta legislativa alla legalizzazione.

In Italia la cannabis è illegale. Può essere usata nelle terapie degenerative e nella terapia del dolore, quando sia l’ultima terapia possibile. L’Agenzia americana del farmaco considera la cannabis alla stregua dell’eroina e della cocaina, con il forte pericolo della dipendenza.

Poiché è già successo che laddove si è cominciato a dispensare la “Cannabis medica” la cosa si è allargata anche al suo uso voluttuario, la decisione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia qualche preoccupazione ce l’ha fatta venire. Ma approfondiremo la questione.

3 risposte a “La Regione FVG e la cannabis: qualche preoccupazione c’è”

  1. gianluca ha detto:

    quando gli incensi nelle chiese saranno di cannabis, la chiesa sarà di nuovo piena di gente serena e non 4 ipocriti come ora !! non volete la canapa…state bestemmiando perche rifiutate un dono di dio, pensateci e pregate desser perdonati da un dio che è donatore. vergognatevi !!! grazie a voi non credo nella religione-chiesa, ma continuo a credere in un dio che ci da ciò che l’uomo a bisogno. il resto e’ politica,la vostra sporca politica,e questa la create voi,non certo dio.

  2. Fabio Bernabei ha detto:

    Ottimo articolo, è norme promosse da alcuni esponenti politici riguardano infatti il fumo di cannabis che una propaganda vuole abbia qualche effetto medico se non addirittura terapeutico.
    Ricordiamo che nessuna Agenzia del Farmaco in nessuna nazione ha mai riconosciuto alcuna valenza medica alle florescenze di cannabis, e l’AIFA come l’Agenzia Europea non fanno eccezione. Al contrario è certa l’estrema pericolosità di questa sostanza che per questo è stata dichiarata illegale.
    Che al di fuori e contro le istituzioni scientifiche e mediche dei politici locali eleggano a “medicina” una sostanza vietata da Convenzioni internazionali di cui l’Italia è firmataria decidendone pure posologie e ambiti terapeutici a voto di maggioranza è un fatto che sfida ogni logica.
    Non è un caso che, in difesa della salute dei cittadini, le ultime leggi regionali in Veneto e Liguria a riguardo sono state bloccate e rinviate all’esame della Consulta per ben cinque diversi profili di sospetta incostituzionalità.

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