E’ in libreria il nuovo libro di Stefano Fontana: “Filosofia per tutti. Una breve storia del pensiero da Socrate a Ratzinger” (Edizioni Fede & Cultura, Verona 2016). Si tratta di una presentazione “in duecentomila caratteri” della storia del pensiero condotta con un linguaggio molto semplice. Non si tratta solo di esposizione sintetica ma anche di valutazione, sicché il lettore ha davanti una veloce mappa della buona e della cattiva filosofia.
Fare correttamente filosofia è di fondamentale importante per fare correttamente teologia. La filosofia è come una chiave che apre alcune porte ed altre no. L’enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II dice che la teologia adopera per forza una filosofia, anche quando dice di non adoperarne nessuna. Questo perché la filosofia è la grammatica della teologia.
Si comprende allora che la filosofia è strategica per la Chiesa. Se i suoi seminaristi, poi sacerdoti e poi vescovi, bevono una cattiva filosofia anche la loro comprensione del deposito della fede sarà diverso. Tanti aspetti della crisi della Chiesa oggi dipendono dalle strade filosofiche che la teologia ha preso e dalla teologia che si insegna nei seminari, negli studentati teologici e nelle università cattoliche.
Il libro si esprime in modo semplice, perché la filosofia è semplice. Essa fa parlare le cose e dice, in modo articolato, quello che anche un bambino vede. Questo fino a che essa ha tenuto fermo il realismo. Da quando invece i filosofi hanno dato la precedenza al pensiero rispetto all’essere, la filosofia si è avvitata artificialmente su se stessa, parlando solo di se stessa e delle proprie nevrosi e non più della realtà e della verità. Un piccolo errore all’inizio è grande nella conclusione: quando in montagna ci troviamo davanti ad un bivio, il primo passo che facciamo è quello decisivo. Così anche in filosofia è decisivo il modo con cui ci si rapporta inizialmente all’essere.
Fontana passa in rassegna tutta la filosofia antica, medioevale e moderna, esaminando anche autori assolutamente contemporanei. Giunge fino – come si dice nel sottotitolo – a Ratzinger. Il breve libretto è quindi una miniera di informazione e di valutazioni. Viene documentato anche l’ingresso della impostazione sbagliata della filosofia moderna nella teologia cattolica e i pericoli per la fede che questo comporta. Si dà un giudizio sul personalismo, sul modernismo, sulla filosofia della tradizione, sulle moderne filosofie liberali da Habermas a Rawls, sulla filosofia del dialogo di Buber e Lévinas, sull’evoluzione del comunismo nel postcomunismo borghese e individualista, su del Noce, Gilson e Cornelio Fabro … giungendo fino a Ratzinger, nel cui pensiero e nel cui pontificato si erano poste le basi per una corretta ripresa del dialogo tra ragione e fede ed era stata impostata la questione anche filosofica della verità in modo da permettere una ripresa dopo la crisi.
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