Messaggio del Vescovo alla Diocesi e alla Città per la Pasqua di Risurrezione.

La Luce del Signore Risorto




Pasqua, la luce del Signore Risorto

MESSAGGIO

+Giampaolo Crepaldi

 

Carissimi fratelli e sorelle,

1.           “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto…” (Mt 28,5-6). Le donne che di buon mattino, il giorno dopo il sabato, si recarono alla tomba di Gesù, sono persone che ritengono definitivamente chiuso il “caso Gesù”. Di Gesù restava un insegnamento straordinario su Dio, sull’uomo, sulla vita, ma non la sua persona. Ma quelle donne udirono parole che a molti “parvero come un vaneggiamento”: “Non è qui.  È risorto”. Cioè lo stesso Gesù, che voi avete sepolto con tanta pietà, è vivo nel suo corpo glorificato. Ed infatti trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. “Non è qui.  È risorto…”: questa è l’affermazione che definisce il cristianesimo e discrimina la fede cristiana dall’incredulità, anzi la fede cristiana da ogni altra fede religiosa. Si diventa cristiani quanto si accetta la fede nel Risorto dai morti, senza dare alle parole “risorto dai morti” un significato diverso da quello veicolato dalle parole intese nella loro immediata semplicità. Gesù Cristo è risorto ed è vivo oggi fra noi, come persona unica, irripetibile, come lo era prima della morte. Ciò che è accaduto a Cristo accade anche in ciascuno di noi che crediamo in Lui risorto. Cristo risorto è il lievito nuovo che messo nella pasta vecchia e corrotta della nostra vita e della nostra storia, la va trasformando in pasta nuova [cfr. 1Cor 5,6-8]. È questo anche il primo servizio che la Chiesa deve fare all’uomo, anche oggi, e alla società umana: dare all’uomo e ad ogni società umana la possibilità di incontrarsi con Cristo risorto, che dona la luce necessaria per vivere una vita degna e buona.

2.           Illuminato dalla luce della Pasqua di Gesù faccio pervenire l’augurio a quanti promuovono e difendono la vita, tutta la vita. A questo riguardo, il nostro amato papa Francesco ha recentemente affermato: “Noi lo sappiamo, la vita umana è sacra e inviolabile… Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia” (Discorso, 11 aprile 2014).

Illuminato dalla luce pasquale faccio pervenire l’augurio di una santa Pasqua a quanti promuovono e difendono la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e le responsabilità primarie che i genitori hanno nell’educazione dei loro figli. Anche su questo punto il Santo Padre Francesco ha avuto recentemente parole di una chiarezza esemplare: “…occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio!” (Discorso, 11 aprile 2014).

Illuminato dalla luce pasquale faccio pervenire l’augurio di una santa Pasqua ai poveri, che sono tanti e in crescita nella nostra città. Il gesto di Cristo, che rievochiamo nel Giovedì Santo, il Cristo che si cinge il grembiule e lava i piedi ai discepoli, è  l’icona più alta ed eloquente della necessità di spendere la propria vita nella fatica e nella gioia del servizio ai poveri. Nel leggere la Evangelii gaudium di papa Francesco si percepisce subito una passione particolare per i poveri. Il Papa ci invita a lasciarci evangelizzare da loro ed esprime il suo desiderio di «una Chiesa povera per i poveri». I poveri ricordano che l’amore di Dio dà loro una dignità di cui nessuno può impadronirsi: «Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile».

Illuminato dalla luce pasquale faccio pervenire l’augurio di una santa Pasqua alla famiglie e alle persone che soffrono per la mancanza di lavoro, che sta diventando una merce rara e incerta anche nel nostro territorio.  A quanti portano responsabilità civili e istituzionali nella promozione di occasioni di lavoro, ricordo il monito di papa Francesco: “Una società aperta alla speranza non si chiude in se stessa, nella difesa degli interessi di pochi, ma guarda avanti nella prospettiva del bene comune. E ciò richiede da parte di tutti un forte senso di responsabilità. Non c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per tutti”.

Carissimi fratelli e sorelle, Cristo è risorto: con la luce che sprigiona questo messaggio di speranza e di consolazione faccio pervenire a tutti l’augurio di una santa e serena Pasqua. 

 

 

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