Domenica 4 maggio si tiene a Roma la Marcia per la Vita. Sull'aborto si sta combattendo una guerra mondiale, ma su questo fronte non ci sono inviati di guerra. Solo l’annuale Marcia per la Vita infrange i divieti del silenzio programmato.

La guerra mondiale




Domani 4 maggio, a Roma, si tiene la Marcia  nazionale per la Vita. Bisogna esserci, almeno per onorare i morti di questa silenziosa guerra mondiale, morti per i quali non ci saranno mai monumento, corone di fiori, alzabandiera, fanfara, discorsi, sindaci con la fascia tricolore sul petto. Ci sono le vittime, i genocidi, i regimi totalitari, i collaborazionisti, i partigiani, i traditori, i carnefici e i martiri, le impunità, le coperture, le falsificazioni dei fatti … esattamente come in una guerra mondiale, ma non ne parla nessuno. Su questo fronte non ci sono inviati di guerra. Solo l’annuale Marcia per la Vita infrange i divieti del silenzio programmato.

L’aborto è sempre più generalizzato; è sempre più demotivato – basta dire di volerlo fare senza portare motivi particolari di disagio -; è sempre più privatizzato – si fa nel bagno di casa per via chimica, a rischio, certo, ma si fa -;  è sempre più eugenetico – il 95 per cento dei feti con sindrome di Down viene oggi abortito, salvo poi  dedicare la Giornata annuale agli affetti da questa malattia -; è sempre più imposto dagli organismi internazionali, Unione Europea in primis -, è sempre più obbligatorio – aumentano le  restrizioni all’obiezione di coscienza-; è sempre più selettivo – e a farne maggiormente le spese, dopo l’invenzione dell’amniocentesi, sono le femmine. Generalizzato, demotivato, privatizzato, eugenetico, imposto, obbligatorio, selettivo.

Ogni anno ci sono nel mondo 44 milioni di aborti. Finisce così una gravidanza su cinque. Ma il dato è viziato per difetto: non tiene conto degli aborti clandestini, che la legge non fa diminuire, né degli aborti chimici. In Italia ogni mille nati ci sono più di 200 aborti. Ogni anno viene cancellata un’intera città di oltre 100 mila abitanti. La cifra è spaventosa e se viene sommata agli embrioni umani scartati e/o congelati a seguito delle tecniche di inseminazione artificiale ne risulta un quadro devastato di morte democraticamente pianificata. Chi potrà tacere?

Di recente, l’anziano presidente americano Jimmy Carter ha detto che l’aborto e l’infanticidio hanno causato «quattro volte il conto dei morti della seconda Guerra mondiale». «L’aborto – ha detto –  è il peggiore abuso dei diritti umani sulla terra». A farne maggiormente le spese, specialmente in Asia, ma ora anche in Inghilterra, sono le bambine: «Così come ci sono stati 6 milioni di ebrei mancanti sulla faccia della terra, ci sono 160 milioni di bambine mancanti sulla faccia della terra».  Più dell’intera popolazione femminile degli Stati Uniti.

Nel frattempo l’Unione europea preme per l’accesso all’aborto universale, legale, sicuro e garantito, in Svezia si licenziano le ostetriche obiettrici, Obama vara la copertura assicurativa per l’aborto chimico, Hollande permette l’aborto senza nessuna motivazione, in Inghilterra i feti abortiti fanno funzionare il riscaldamento degli ospedali, in Italia la pillola abortiva si dà anche nei Consultori e la Danimarca, che per il 2030 vuole essere “free” da nascite Down, paga alle coppie una vacanza a due invitandole a fare figli e contrastare così l’inverno demografico. Ma si tratta di un inferno demografico.

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