E' stato celebrato il primo compleanno della Centrale Idrodinamica: primo importante atto di rivalutazione del cospicuo patrimonio di archeologia industriale del Porto e occasione di nuove forme di incontro tra la Città e il suo Porto.

Centrale Idrodinamica: anno primo




Nella sala macchine della centrale idrodinamica, alla presenza di un folto pubblico, è stato celebrato il primo compleanno della centrale idrodinamica, grazie al supporto importante dell’Autorità portuale e di Italia Nostra e a tutti coloro che hanno collaborato in varie forme, in particolare al gruppo di volontari che ogni giorno, compreso il sabato e la domenica, hanno permesso le visite e l’apertura della Centrale. “L’Autorità Portuale di Trieste è fiera di essere riuscita a lanciare già da un anno – ha dichiarato la presidente dell’ Autorità Portuale di Trieste – il suo Polo Museale del Porto. Una lunga procedura iniziata nel 2004 su impulso dell’associazione Italia Nostra ha visto protagonisti l’Autorità Portuale di Trieste, il Ministero per i beni e le attività culturali e la Regione Friuli Venezia Giulia che insieme hanno sottoscritto nel 2007 un protocollo d’intesa per trovare i finanziamenti e realizzare il Polo Museale del Porto.

Il Porto Vecchio di Trieste ha un patrimonio vastissimo di archeologia industriale. L’Autorità Portuale si sta adoperando oltre che per la sua conservazione anche per la sua rivalorizzazione e rigenerazione. I risultati raggiunti apriranno nuovi scenari nell’area storica del Porto e porteranno a nuove condizioni di sviluppo economico per l’intera città. Per l’occasione è stato diffuso il catalogo degli eventi (giugno 2012/giugno 2013) in un numero speciale del “Notiziario della Centrale”, presentato da Alfonso M. Rossi Brigante, presidente dell’ ICMP (Istituto di Cultura Marittimo Portuale di Trieste): “A circa un anno dall’apertura al pubblico, dopo il restauro, della Centrale Idrodinamica, abbiamo sentito il bisogno di offrire un resoconto delle attività che si sono svolte e si svolgono nella stessa a dimostrazione della possibilità di un riuso colto di strutture di archeologia industriale che, inserite nel cuore della Città di Trieste, possono offrire un’occasione d’incontro della Comunità triestina su temi d’interesse generale, per lo più mirati a tematiche di carattere marittimo e portuale”.

Da alcuni mesi è iniziata una campagna per diventare Amici della Centrale estesa ai visitatori, utenti e cittadini di Trieste per dare un contributo economico ma anche di idee per iniziative di carattere culturale e per quelle volte ad un’intelligente riutilizzazione delle pregevoli strutture del Porto Vecchio, che onorano Trieste ma che possono sopravvivere solo se inserite nel tessuto vivo e pulsante della Città. Proprio in questo spirito, la Fondazione ha presentato in questi giorni distinte manifestazioni d’interesse per la concessione di altre quattro strutture, tuttora inutilizzate, del Porto Vecchio, per finalità culturali specificate in ciascuna domanda. L’invito è stato esteso al pubblico da Antonella Caroli, direttore del Polo museale del Porto Vecchio di Trieste : “è già passato un anno e non ce ne siamo accorti. Incredibile! Eppure di lavoro ne abbiamo fatto, affrontando tante difficoltà, grazie al gruppo che si è creato spontaneamente attorno al Polo Museale, generando quell’armonia e quell’entusiasmo che hanno fatto superare tutto, lo stress, la fatica dei tempi stretti e gli imprevisti (e le difficoltà)”. Dobbiamo innanzitutto ringraziare i volontari, i collaboratori e l’associazione Italia Nostra che ci hanno permesso di tenere aperta sempre la Centrale senza alcuna interruzione. Soddisfacente anche l’interesse dei media locali, nazionali ed internazionali che ci hanno permesso di far conoscere la Centrale Idrodinamica e le sue attività”.

Il presidente Rossi Brigante, prima dell’intervento di Vittorio Sgarbi, ha consegnato i diplomi di onore per la collaborazione e il contributo dato nel primo anno di attività ai volontari di Italia Nostra. Tra poco sarà pronta la Sottostazione elettrica di riconversione e speriamo che anche tutto il Porto Vecchio presto si rimetta in movimento. Peccato che il Magazzino 26, nonostante il successo della Biennale diffusa, abbia chiuso i battenti nel dicembre 2011 e soltanto pochi eventi abbiano permesso la riapertura per alcuni periodi dello scorso anno. “Mi chiedo dove siano finiti tutti quelli che aspettano che “il Porto Vecchio torni alla città”- dice ancora la Caroli – forse si illudono che qualcuno prepari tutto per poi venire a fare passeggiate? La realizzazione del Polo Museale è il frutto del lavoro di pochi che, con grande impegno e serietà, hanno dedicato anni per raggiungere questo risultato e che continuano il loro percorso perché tutto il patrimonio storico del Porto sia conservato e valorizzato. Bisogna riconsiderare l’impegno di tutti; infatti non basta fare dichiarazioni o strumentalizzare il porto franco per fare poco o nulla perché sicuramente, se si fanno gli interessi della città e del suo Porto, il porto franco non è un impedimento. Ne sono prova i restauri e il riuso del Magazzino 26, del Magazzino 1 sul Molo IV, della Centrale Idrodinamica e della Sottostazione elettrica di riconversione, come anche la bretella tra Largo Santos e viale Miramare.

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