Emma Bonino non rappresenta gli Italiani. Sarebbe un Presidente non condiviso e non condivisibile. Esporrebbe la massima carica della Repubblica all’obiezione di coscienza. No, la Bonino al Quirinale proprio no.

La Bonino no




E’ ormai da tempo che  tra i papabili ad essere eletti alla Presidenza della Repubblica circola il nome di Emma Bonino. Ora, per una serie di contingenze politiche la cosa si sta facendo ancora più insistente. E preoccupa.

Sulla prossime elezioni del sostituto di Napolitano si gioca un’importante partita politica. Anzi, la vera partita politica. Tutto il resto ne dipende, compreso il futuro governo. Tutti lo sanno ed è per questo che la tattica e il surplace hanno la meglio.

Il Pd ha due spinte interne. Una è la tentazione di Bersani di eleggere Romano Prodi con il “metodo Grasso”, ossia alla chetichella, senza accordi previ di natura organica. In questo modo si eleggerebbe un Presidente “di parte” e non rappresentativo della maggioranza degli italiani. Dal punto di vista di Bersani ne varrebbe la pena, però, perché così facendo si metterebbe in angolo Berlusconi e lo si accerchierebbe definitivamente con un Presidente a lui ostile. Certo, una “occupazione” di tutte le cariche istituzionali dopo aver “pareggiato” le elezioni comporterebbe, a lungo andare, molte conseguenze negative, ma nell’immediato potrebbe dare dei frutti. L’altra tendenza, all’opposto, tende a scegliere un Presidente non di “parte” e quindi gradito anche al Pdl, come base per un successivo governo di unità nazionale con dentro anche il partito di Berlusconi. Quest’ultimo continua ad insistere per proporre un nome del centrodestra, ma sa bene che alla fine dovrà convergere su un nome neutro. Nel frattempo mobilità la piazza con le manifestazioni previste a cominciare da sabato 13 aprile e minaccia di volere le elezioni anticipate, cosa molto improbabile al momento.

In questo quadro è possibile che si trovi una convergenza proprio sul nome della Bonino. Mara Carfagna, del Pdl, l’ha indicata, seppure a titolo personale, come una persona gradita. Il segretario del Partito socialista Nencini l’ha proposta e sta montando sui media la campagna pro Bonino. Il TG2 ha dedicato ieri 4 aprile un lungo servizio sulle donne in politica che terminava con la Bonino, oggi molti siti parlano di lei, e così via. “Il fatto quotidiano” ha reso noto un sondaggio da cui risulta che tra i parlamentari Pd e M5s sono graditi i nomi di Rodotà e, appunto, della Bonino.

L’elezione alla Presidenza della Repubblica di Emma Bonino sarebbe un fatto molto grave per l’Italia. Essa  rappresenta una cultura radicale fatta di etica libertaria ed esasperato individualismo. In questi decenni Emma Bonino e i Radicali hanno decostruito tutti i principali valori su cui si era retta la società italiana. Non sono stati gli unici, naturalmente, in quanto di numero esiguo, ma ne sono stati l’avanguardia e la Bonino ne è il simbolo.  Le cosiddette battaglie per “i diritti civili” hanno portato in Italia le leggi sull’aborto e sul divorzio che la Bonino considera troppo restrittive. La sua linea è per la depenalizzazione delle droghe, per l’apertura ad ogni “tipo” di famiglia, per la completa autodeterminazione circa il fine vita, per il suicidio assistito. In tema di fecondazione artificiale la Bonino è per l’abolizione della legge 40, o la sua completa apertura, a favore di un completo “fai da te” su tutta questa delicata problematica. La Bonino è per l’ideologia del gender, per la distribuzione senza limiti della cosiddetta “contraccezione d’emergenza” a carattere abortivo. La Bonino è per liberalizzare tutto, individualizzare completamente l’etica sociale. E’ liberista sfrenata in economia ed è libertaria sfrenata in etica sociale. Rappresenta l’ideologia della borghesia moderna allo stato puro. Quando parla – e ne parla spesso – di legalità e di diritto, li intende in modo assolutamente contrattualistico, senza il minimo riferimento ad una eventuale e remota legge di natura, nemmeno nelle forme aggiornate a cui hanno approdato alcuni intellettuali laici. Con lei al Quirinale avremmo una interpretazione della Costituzione senza riferimento ad un suo retroterra culturale e antropologico.

Emma Bonino non rappresenta gli Italiani. Sarebbe un Presidente non condiviso e non condivisibile. Esporrebbe la massima carica della Repubblica all’obiezione di coscienza. Impedirebbe qualsiasi forma di patriottismo della Costituzione. E non per questioni meramente politiche ma per questioni ben più importanti  di natura morale e connesse con il senso stesso della vita.

No, la Bonino al Quirinale proprio no.

Una risposta a “La Bonino no”

  1. sara ha detto:

    GRAZIE A DIO E’ STATA SCARTATA SUBITO !!!!!

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