Omelia del Vescovo Giampaolo Crepaldi alla Messa della notte del Santo Natale.

Il Mistero grande del Santo Natale




DIOCESI DI TRIESTE
SANTO NATALE – MESSA DELLA NOTTE
+Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 25 dicembre 2015

Carissimi fratelli e sorelle,
1. “O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo,…”: queste le parole che, all’inizio di questa celebrazione, la liturgia della notte utilizza per descrivere il mistero santo della nascita di nostro Signore Gesù Cristo. In un mondo segnato da tante e preoccupanti oscurità, è Cristo la vera luce del mondo, è Cristo la luce che, con la sua nascita, illumina il mondo degli uomini dando un senso alla loro vita e alla storia. Ad introdurci nella realtà luminosa che giunge a noi dal Natale di Gesù, sono le seguenti parole di Sant’Agostino: “Egli giace in una mangiatoia, ma contiene l’universo intero; è avvolto in pochi panni, ma ci riveste d’immortalità; non trova riparo in un albergo, ma si costruisce il tempio nel cuore dei suoi fedeli. Perché la debolezza divenisse forte la fortezza si è fatta debole” (Sermo 190). In queste parole troviamo la dimensione paradossale del cristianesimo: il Figlio di Dio, Colui che il Padre «ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo» (Eb 1,2), senza del quale «nulla è stato fatto di ciò che esiste» (Gv 1,2) nasce, come ogni figlio d’uomo, da una giovane donna, in un angolo oscuro della terra, viene avvolto in fasce e posto «in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,7). Egli lascia alle spalle la sua gloria e si lascia racchiudere nell’umanità tenera e fragile di un bambino. Questo messaggio mette in luce l’amore e la misericordia di Dio.

2. Carissimi fratelli e sorelle, il Natale di quest’anno è sotto il segno del mistero della misericordia divina, che papa Francesco ha indicato a tutta la Chiesa con l’indizione di un Anno giubilare straordinario. Il Cristo che nasce a Betlemme è, infatti, il Figlio di Dio che ci rivela e ci dona la misericordia del Padre celeste. Con la sua nascita Cristo si fa prossimo di ogni donna e di ogni uomo per dire loro che in cielo c’è un Dio che è Padre pieno di amore e di misericordia, per dire loro che lo Spirito santo è uno Spirito di amore e di misericordia, che la Chiesa è la comunità dove incontrare l’Amore trinitario che è Amore pieno di misericordia. Lasciamoci, quindi, convincere da questa straordinaria e potente rivelazione divina e ne ricaveremo pace e gioia profonde; lasciamoci avvolgere dall’abbraccio divino pieno di grazia e di vita; lasciamo che sia l’Amore trinitario a trasformarci in figli e figlie che vivono ormai della comunione divina. Mistero grande e consolante quello del Santo Natale di Gesù, che lega il cielo e la terra, i destini di Dio a quelli dell’uomo, le sorti peccaminose della storia umana a quelle purificatrici e redentrici che giungono a noi dal cielo.

3. Carissimi fratelli e sorelle, in questo Santo Natale del Signore Gesù il mistero della misericordia divina ci interpella e sollecita una nostra risposta di carità e di solidarietà verso le persone che vivono nella povertà, nella malattia, nell’insicurezza e nell’emarginazione. La misericordia ci spinga a fare nostra la sofferenza di chi non ha lavoro e a far nostra l’inquietudine di tantissimi giovani che avvertono come il loro futuro sia drammaticamente privo di speranze affidabili; ad avvertire come nostro il dolore di tanti malati e di tante persone, soprattutto anziane e sole; a condividere la fatica delle famiglie divise e ferite negli affetti e il dramma di tanti bambini non amati; a rispondere con il senso di una comune e condivisa responsabilità alle difficoltà generate da una lunga crisi economica e politica; a rendere operosa la prossimità fraterna verso i migranti; a percepire come nostra la tragedia dei cristiani perseguitati violentemente in Paesi in cui e vietata la libertà di religione; a non cedere mai alle lusinghe di ideologie disumane contrarie al valore preziosissimo della vita e della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Soprattutto in questo Natale, non dobbiamo mai dimenticare che Gesù Cristo con la sua nascita «…ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone» (Tt 2,14).

 

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