Il messaggio del Pontefice per la 46ª Giornata mondiale della Pace




Il desiderio di pace
è desiderio di vita
Princìpi d’amore con un richiamo alla ragione

Papa Benedetto XVI ha diffuso un messaggio in vista della 46ª Giornata mondiale della Pace che si terrà il prossimo primo gennaio avendo per tema “Beati gli operatori di pace”.
Un messaggio lungo e articolato, che analizza la situazione mondiale, sottolinea alcune criticità e indica una via d’uscita. Non mancano i temi cari a questo Papa, come i principi non negoziabili, che vengono ripresi anche con sottolineature derivanti dall’attuale situazione. Così facendo il Papa si attira contro le violente critiche del Mondo, ma a lui, fedele alla verità e alla ragione, probabilmente non importa.

A chi è indirizzato il messaggio? A tutti: non c’è livello di responsabilità che rimanga escluso. È alla singola persona che il Papa si rivolge: il desiderio di pace, secondo Benedetto XVI «coincide, in certa maniera, con il desiderio di vita umana piena, felice e ben realizzata». Anche chi governa può tratte utili indicazioni di metodo e di principio per la propria azione. Come si legge nel messaggio: la pace di cui parla il Papa «È principalmente realizzazione del bene comune delle varie società, primarie ed intermedie, nazionali, internazionali e in quella mondiale». Chissà se qualche programma elettorale recepirà queste indicazioni?

Riguardo al tema della giornata “Beati gli operatori di pace”, nel suo messaggio Benedetto XVI afferma che le beatitudini sono promesse e non raccomandazioni morali. «Gesù dichiara» a chi si affida a Dio «che non solo nell’altra vita, ma già in questa scopriranno di essere figli di Dio, e che da sempre e per sempre Dio è del tutto solidale con loro».
Nell’analisi non mancano i riferimenti ai conflitti in atto, alimentati da diseguaglianze fra ricchi e poveri, da una mentalità individualista espressa da un capitalismo sregolato, da fondamentalismi e fanatismi che stravolgono la natura della religione che dovrebbe essere chiamata a favorire la riconciliazione tra gli uomini.

Nel documento a lungo si parla della mancanza del lavoro, quel lavoro considerato ora «una variabile dipendente dei meccanismi economici e finanziari» e non più un «bene fondamentale per la persona, la famiglia, la società» e per il quale sono doverose nuove coraggiose politiche. Segnalata anche la «crisi alimentare», «ben più grave di quella finanziaria», di cui non sembriamo accorgerci, ma che tutti ci riguarda o riguarderà. Nel Messaggio viene anche indicato un nuovo modello di economia basato sul dono e non sul profitto, e la necessità di strutturazione etica e controllo dei mercati per non recare danni ai più deboli.

A lungo viene trattato il tema della vita umana. Aborto ed eutanasia, si legge, non possono essere dei diritti. L’uccisione di un inerme, per fuga dalle responsabilità, non porterà mai felicità e pace. Davanti a leggi ingiuste, reclama il Papa, deve esserci il diritto all’obiezione di coscienza.
Da sottolineare il richiamo alla ragione: il Pontefice spiega che questi principi non sono verità di fede, ma «sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace».
A partire dalla ragione, quindi, anche le considerazioni sul matrimonio che gli hanno attirato contro l’accusa di omofobia. Dice Papa Benedetto XVI: «Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale».

Parlando di libertà nel messaggio si introduce il concetto di “libertà di” oltre la “libertà da” obblighi e costrizioni. Sa bene il Papa che nel Mondo viene sempre più meno questo tipo di libertà «di esistere e agire come organismi sociali» nell’ambito della testimonianza, dell’educazione e perfino della beneficenza.
Cosa bisogna riconoscere per realizzare la pace? «La realizzazione della pace dipende soprattutto dal riconoscimento di essere, in Dio, un’unica famiglia umana». Per questo vi è «l’urgenza di un nuovo annuncio di Gesù Cristo, primo e principale fattore dello sviluppo integrale dei popoli e anche della pace».
Nel messaggio, che invito a leggere nella versione integrale reperibile in internet, c’è poi un richiamo ad altri temi quali il superamento della vendetta, la ricerca del perdono e l’importanza della preghiera.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *