I Templari e la Sindone




La Sindone, anche per chi non è credente, ha un carattere straordinario. La stessa scienza si ritrae con sconcerto di fronte ai suoi tanti aspetti inspiegabili. Per i credenti essa è la Reliquia per eccellenza, l’immagine in cui è racchiuso, custodito e manifestato il cuore della fede cristiana: la Passione, Morte e Resurrezione del Figlio di Dio che ha dato la sua vita per salvarci.

Questo sacro lenzuolo è, per noi cristiani, una sorta di pergamena su cui Dio ha scritto con il sangue e con la luce la sua epifania nel mondo e la sua gloria nei cieli: ogni particolare impresso sulla sua superficie è segno miracoloso della grazia.

Domenica 13 aprile, presso il Centro culturale David Maria Turoldo della parrocchia dei Santi Rita e Andrea, l’associazione “Templari cattolici d’Italia” (per qualsiasi informazione consultare il sito www.templarioggi.it) ha tenuto una conferenza sulla storia della Sindone e sugli studi scientifici che, a partire dai primi anni del ‘900, hanno cercato di spiegarne l’origine e la natura. Origine e natura che sono apparsi subito straordinari e prodigiosi. Relatori della conferenza: Mauro Giorgio Ferretti, presidente dell’associazione dei Templari e Camilla Camplani, studiosa di Cristianistica e Archeologia biblica e collaboratrice del Centro Studi Storici Templari

L’associazione che ha promosso la conferenza si ricollega all’antico ordine cavalleresco dei Templari che, a partire dal 1129, costruì una rete di presidi in tutta Europa fino alla Terra Santa allo scopo di proteggere i pellegrini volti a Gerusalemme e difendere la stessa città santa dalle orde musulmane. Furono loro a proteggere questa santa reliquia per ben due secoli, fino alla distruzione dell’Ordine portata a termine nel 1314 per mano di Filippo il Bello, re di Francia.

Oggi i Templari cattolici d’Italia sono dei laici che vogliono servire Cristo con uno speciale riguardo alla ristrutturazione di antiche chiese abbandonate dove spesso, con il favore delle tenebre, imperversano sette sataniche che vi compiono i loro sacrifici e i loro rituali blasfemi. Essi perseguono anche l’obiettivo di strappare l’antico ordine dei Templari da qualsiasi identificazione con la Massoneria, una realtà, questa, ramificata e onnipresente che ha cercato di fagocitare il maggior numero possibile di tradizioni religiose, spirituali ed esoteriche, allo scopo di cancellarne ogni identità in nome di una divinità ignota e manipolabile a fini temporali non sempre nobili.

Alle origini i Templari erano dei monaci guerrieri che conducevano una vita totalmente consacrata a Dio, in povertà, castità e obbedienza. La loro distruzione ad opera del re di Francia Filippo il Bello fu motivata da ragioni meramente politiche e materiali: il favoloso tesoro templare che faceva gola a molti, specie a Filippo il Bello che voleva impadronirsene. Per questo perseguitò e sterminò i Cavalieri del Tempio. Ma inutilmente, perché il tesoro non venne mai trovato — stiamo pur tranquilli, ci ha rivelato in modo sibillino Mauro Giorgio Ferretti, perché il tesoro esiste ed è ben custodito in un luogo sicuro.

Ferretti ha concentrato la sua esposizione sulla storia della Sindone: i primi dati certi risalgono al 1353 quando la troviamo a Lirey; nel 1453 è nelle mani dei Savoia a Chambery, quindi a Torino sempre con i Savoia, dove è rimasta fino ad oggi, a parte brevi spostamenti, custodita nel Duomo. La relatrice Camilla Camplani invece ci ha ragguagliato sulle ultime ricerche scientifiche, premettendo una descrizione fisica del telo stesso. Ogni particolare rilevato – le macchie di sangue, i marchi del supplizio, i pollini presenti, le tracce di aloe e mirra, l’impronta umana e i suoi segni di tortura e di morte – tutto corrisponde con le descrizioni evangeliche della Passione ed è compatibile con il tempo e i luoghi in cui avvenne. Ma non solo.

La Sindone, con la sua immagine di un uomo suppliziato e morto per arresto cardiaco, avrebbe anche tutti i segni di un evento straordinario e prodigioso, che per i credenti potrebbe essere — o è in maniera inequivocabile — la Resurrezione. L’impronta dell’uomo sindonico infatti si presenta come un negativo fotografico e non è composta di alcun materiale pittorico conosciuto. È come se l’uomo della Sindone fosse stato attraversato da una violentissima radiazione di luce e di energia che lo ha smaterializzato e fatto passare attraverso il lenzuolo. Questa impronta richiama alcune immagini, simili proprio a delle ombre, di oggetti e persone colpite da radiazioni violentissime, annichilite e proiettate sui muri ad Hiroshima dopo lo scoppio della bomba atomica – molte fotografie ci fanno vedere le ombre nere rimaste su alcuni edifici, con i profili esatti di cose e persone disintegrate.

Dopo esperimenti, prove, controprove e studi incessanti, l’ipotesi di un’esplosione potentissima di energia e di luce è attualmente la più attendibile, la sola che fino ad ora renda ragione di quell’impronta misteriosa e altrimenti inspiegabile. Il famoso esperimento del 1988, che datò la Sindone tra il 1260 e il 1390 con il calcolo del C14, fu una clamorosa e pilotata mistificazione perché, per la prova di laboratorio, vennero prelevati dei lembi della Sindone dalle bande laterali esterne, quelle più esposte all’usura, al contatto con le mani durante le ostensioni, alle cuciture e ai rammendi delle monache. Circostanze, queste, che hanno influito sul calcolo. Oltre a ciò, anche i due incendi che misero seriamente in pericolo il lenzuolo, hanno alterato la presenza del C14 ringiovanendo il telo.

Allo stato attuale la scienza dichiara che la Sindone reca dei segni inequivocabili che aderiscono perfettamente alla descrizione evangelica della Passione di Gesù. Quanto all’immagine impressa misteriosamente nel telo, l’ultima e più accreditata supposizione – avanzata e supportata con vari esperimenti e studi molto seri e circostanziati dal sindonologo di fama e levatura mondiale Giulio Fanti– è quella dell’esplosione di un’energia violentissima, simile all’energia atomica. Per il credente viene spontanea l’equazione tra quella che la scienza chiama energia e quella che le Scritture chiamano luce divina. Così il corpo straziato diventa anche il corpo glorioso. Tutta la teologia in un’immagine, tutto il mistero cristiano in un sudario dai segni prodigiosi. Oscurità e luce, materia e spirito, dolore e gloria, morte e resurrezione.

Quando la gente, in occasione delle ostensioni della Sindone, sfila in silenzio davanti al sacro sudario, l’emozione è comunque incontenibile. Ci si sente sopraffatti e si ha la chiara percezione di trovarsi davanti a qualcosa che è insieme tremendo e grandioso, segno di un dramma spaventoso e di un miracolo senza eguali che mai prima è accaduto e mai più avverrà. Il miracolo di un Dio che soffre e muore per noi e di un uomo che risorge da morte. Là incontriamo Cristo, vero uomo e vero Dio.

Come ci raccontano le più diverse testimonianze, si tratti di credenti, atei, agnostici o scettici impenitenti, comunque, tutti quando si trovano faccia a faccia con l’uomo della Sindone vengono come afferrati da qualcosa, una specie di tremito, un sussulto profondo. E, in silenzio, piangono. 

Una risposta a “I Templari e la Sindone”

  1. Ascanio ha detto:

    Complimenti per l’articolo. Molto interessante. Continuate cos

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